PIÙ CHE “DI SERVIZIO”, SARÀ A MEZZO SERVIZIO
Il governo di servizio annunciato da Mattarella sarà molto probabilmente a mezzo servizio e ci porterà a nuove elezioni.
Il governo di servizio annunciato da Sergio Mattarella sarà molto probabilmente a mezzo servizio e ci porterà diritti a nuove elezioni. Se a luglio o a in autunno o a dicembre si vedrà. Non ha torto il capo dello Stato quando accusa i partiti tutti di aver prodotto, a colpi di litigi e disaccordi il mostro, senza precedenti, di una legislatura morta ancora prima di cominciare. Dalla sera del 4 marzo, del resto, la campagna elettorale non si è mai interrotta un attimo con i vari leader pronti a rinfacciarsi l’un contro l’altro le peggiori nefandezze. Un modo per portarsi avanti col lavoro.
COME SEMPRE, da qui al prossimo voto, ci sarà un continuo richiamarsi alla sacra volontà del corpo elettorale, salvo poi disconoscerne il valore un minuto dopo la proclamazione dei risultati, se è conveniente non tenerne conto. È spettacolo di queste ore. Non è certo una novità… Non è certo una novità che nel vasto armamentario del partito preso contro i 5Stelle il giudizio di chi vota non conti nulla e anzi venga visto come un fastidioso problema di cui liberarsi al più presto. Del resto, alla desertificazione del proprio elettorato, il Pd renziano già lavora con eccellenti risultati. Così come ha fatto Silvio Berlusconi, in attesa di consegnare la nuda proprietà di Forza Italia a Matteo Salvini.
Fatti loro, e neppure intendiamo immischiarci troppo nelle perorazioni del professor Angelo Panebianco, convinto che “i leader dei partiti antisistema” non debbano farsi “ricattare dai fan contrari a qualsiasi cediment o”, pericolosi fanatici che “rischiano di compromettere il rapporto con i loro elettori”. Visto che, scrive papale papale Panebianco, occorre dare vita a un “governo qualsivoglia”, ecco che pur di realizzare questo sogno i circa 11 milioni di elettori del M5S dovrebbero mobilitarsi nelle piazze e, se necessario, sfilare sotto le finestre di Luigi Di Maio invocando per l’appunto “un governo qualsivoglia”. Anche con Berlusconi? Certo che sì. Presieduto dalla Casellati o dalla professoressa Tarantola?
Da chi vi pare, anche dal mago Otelma, purché sia un governo qualsivoglia o un qualsivoglia governo. Ma vi prego fate presto, lo chiede il professor Panebianco. Purtroppo quel buzzurro di Di Maio ( definito anche dalla vasta platea diodi a tori“bamboccio ”,“pupazzo ”“ignorante ”,“miserabile ”“che vada a pulirei cessi ”) non sol osi mostra ignaro delle sottigliezze della scienza politologica, ma osa anche insinuare (da Lucia Annunziata) che te- nendo fuori dall’area di governo “chi ha votato una forza come la nostra, quegli stessi elettori possano allontanarsi dalla democrazia rappresentativa, che la gente non ci creda più, che aumenti la disaffezione verso le istituzioni della Repubblica”. Orrore. Seguono a schiovere reazioni indignate di Pd e Forza Italia con Di Maio descritto come un pericolo per la democrazia a cui mancano solo i baffetti alla Hitler.
Costoro, par di capire, avrebbero gradito ben altre valutazioni dal capo politico del movimento. Qualcosa del tipo: cari quasi 11 milioni di elettori, benché sia vero anzi sacrosanto che la stragrande maggioranza di voi ci ha dato il voto perché schifati da tutti gli altri partiti e che dunque rappresentate l’ultima fermata del treno della democrazia, fallito il quale o non voterete più neppure sotto tortura o darete man forte alla destra pistolera o vi iscriverete di- rettamente al Ku Klux Klan, vi annunciamo che di voi non ce ne frega una cippa.
INFATTI, CARI mammalucchi, nel nome dell’interesse nazionale non solo rinunceremo a guidare il governo ma parteciperemo di buon grado a una qualsivoglia maggioranza con Berlusconi o con la famiglia Renzi, ma anche con Pietro Gambadilegno, sempre per senso di responsabilità. Gettando, s’intende, nel cesso, reddito di cittadinanza, modifica della Fornero, legge sul conflitto d’interessi e tutti gli altri impegni del nostro programma che vi siete bevuti. Ci vediamo alle prossime elezioni, allocchi che non siete altro. Con i saluti del professor Panebianco.
Ps. A questo diario, ovviamente, non importa un fico secco di passare per grillino. Sempre meglio che da imbecille.
Come si può pensare – a differenza del prof. Panebianco – che Di Maio possa sostenere un esecutivo con Berlusconi? Quindi dovremmo aspettarci i pentastellati sfilare sotto le finestre di Luigi per spingere Casellati a Chigi con FI?