Il Fatto Quotidiano

PIÙ CHE “DI SERVIZIO”, SARÀ A MEZZO SERVIZIO

- » ANTONIO PADELLARO

Il governo di servizio annunciato da Mattarella sarà molto probabilme­nte a mezzo servizio e ci porterà a nuove elezioni.

Il governo di servizio annunciato da Sergio Mattarella sarà molto probabilme­nte a mezzo servizio e ci porterà diritti a nuove elezioni. Se a luglio o a in autunno o a dicembre si vedrà. Non ha torto il capo dello Stato quando accusa i partiti tutti di aver prodotto, a colpi di litigi e disaccordi il mostro, senza precedenti, di una legislatur­a morta ancora prima di cominciare. Dalla sera del 4 marzo, del resto, la campagna elettorale non si è mai interrotta un attimo con i vari leader pronti a rinfacciar­si l’un contro l’altro le peggiori nefandezze. Un modo per portarsi avanti col lavoro.

COME SEMPRE, da qui al prossimo voto, ci sarà un continuo richiamars­i alla sacra volontà del corpo elettorale, salvo poi disconosce­rne il valore un minuto dopo la proclamazi­one dei risultati, se è convenient­e non tenerne conto. È spettacolo di queste ore. Non è certo una novità… Non è certo una novità che nel vasto armamentar­io del partito preso contro i 5Stelle il giudizio di chi vota non conti nulla e anzi venga visto come un fastidioso problema di cui liberarsi al più presto. Del resto, alla desertific­azione del proprio elettorato, il Pd renziano già lavora con eccellenti risultati. Così come ha fatto Silvio Berlusconi, in attesa di consegnare la nuda proprietà di Forza Italia a Matteo Salvini.

Fatti loro, e neppure intendiamo immischiar­ci troppo nelle perorazion­i del professor Angelo Panebianco, convinto che “i leader dei partiti antisistem­a” non debbano farsi “ricattare dai fan contrari a qualsiasi cediment o”, pericolosi fanatici che “rischiano di compromett­ere il rapporto con i loro elettori”. Visto che, scrive papale papale Panebianco, occorre dare vita a un “governo qualsivogl­ia”, ecco che pur di realizzare questo sogno i circa 11 milioni di elettori del M5S dovrebbero mobilitars­i nelle piazze e, se necessario, sfilare sotto le finestre di Luigi Di Maio invocando per l’appunto “un governo qualsivogl­ia”. Anche con Berlusconi? Certo che sì. Presieduto dalla Casellati o dalla professore­ssa Tarantola?

Da chi vi pare, anche dal mago Otelma, purché sia un governo qualsivogl­ia o un qualsivogl­ia governo. Ma vi prego fate presto, lo chiede il professor Panebianco. Purtroppo quel buzzurro di Di Maio ( definito anche dalla vasta platea diodi a tori“bamboccio ”,“pupazzo ”“ignorante ”,“miserabile ”“che vada a pulirei cessi ”) non sol osi mostra ignaro delle sottigliez­ze della scienza politologi­ca, ma osa anche insinuare (da Lucia Annunziata) che te- nendo fuori dall’area di governo “chi ha votato una forza come la nostra, quegli stessi elettori possano allontanar­si dalla democrazia rappresent­ativa, che la gente non ci creda più, che aumenti la disaffezio­ne verso le istituzion­i della Repubblica”. Orrore. Seguono a schiovere reazioni indignate di Pd e Forza Italia con Di Maio descritto come un pericolo per la democrazia a cui mancano solo i baffetti alla Hitler.

Costoro, par di capire, avrebbero gradito ben altre valutazion­i dal capo politico del movimento. Qualcosa del tipo: cari quasi 11 milioni di elettori, benché sia vero anzi sacrosanto che la stragrande maggioranz­a di voi ci ha dato il voto perché schifati da tutti gli altri partiti e che dunque rappresent­ate l’ultima fermata del treno della democrazia, fallito il quale o non voterete più neppure sotto tortura o darete man forte alla destra pistolera o vi iscriveret­e di- rettamente al Ku Klux Klan, vi annunciamo che di voi non ce ne frega una cippa.

INFATTI, CARI mammalucch­i, nel nome dell’interesse nazionale non solo rinuncerem­o a guidare il governo ma parteciper­emo di buon grado a una qualsivogl­ia maggioranz­a con Berlusconi o con la famiglia Renzi, ma anche con Pietro Gambadileg­no, sempre per senso di responsabi­lità. Gettando, s’intende, nel cesso, reddito di cittadinan­za, modifica della Fornero, legge sul conflitto d’interessi e tutti gli altri impegni del nostro programma che vi siete bevuti. Ci vediamo alle prossime elezioni, allocchi che non siete altro. Con i saluti del professor Panebianco.

Ps. A questo diario, ovviamente, non importa un fico secco di passare per grillino. Sempre meglio che da imbecille.

Come si può pensare – a differenza del prof. Panebianco – che Di Maio possa sostenere un esecutivo con Berlusconi? Quindi dovremmo aspettarci i pentastell­ati sfilare sotto le finestre di Luigi per spingere Casellati a Chigi con FI?

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LaPresse Piazza e palazzi Elettori del Movimento 5 Stelle in piazza. A sinistra, Maria Elisabetta Casellati
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