I cadaveri nascosti con la verità sulla strage del gas
A Douma gli esperti Onu hanno analizzato alcune vittime del raid con i gas occultate dalla popolazione. I risultati entro il mese
Le prove-chiave per stabilire se c’è stato un attacco chimico su Douma il 7 aprile e chi sono i responsabili, potrebbero arrivare dall’analisi dei corpi delle vittime del raid. Gli esperti dell’Opac, l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche con sede all’A ia , hanno concluso la loro attività di raccolta di tracce e indizi per stabilire cosa sia realmente accaduto esattamente un mese fa alla periferia orientale di Damasco. Secondo i chimici olandesi un aiuto concreto potrebbe arrivare dai prelievi biologici effettuati su alcuni cadaveri sepolti in luoghi segreti dalla popolazione del luogo. Un’azione tutt’altro che casuale, quanto studiata da parte degli attori coinvolti in quella pagina drammatica. Alcu- ne organizzazioni non governative avrebbero denunciato l’uso di cloro e sarin durante l’attacco contro la popolazione civile, avvenuto di notte, che fece quasi 50 vittime. La Russia, accusata dai ribelli di quel raid, ha sempre negato l’uso di armi chimiche, portando allo scoperto una ventina di testimoni, abitanti di Douma, per dimostrare la falsità di alcuni video messi in circolazione. La missione degli 007 dell’Opac è stata più volte rinviata, addirittura con spari contro la spedizione. Ora le operazioni si sono concluse con i prelievi biologici su alcuni corpi, una novità assoluta: “È la prima volta che, durante la nostra attività, ci siamo trovati di fronte alla necessità di esumare dei cadaveri da cui prelevare dei campioni”, ha rilevato il direttore generale dell'Organizzazione, il turco Ahmet Uzumcu. Entro maggio l’Opac riferirà sui risultati dei prelievi acquisiti sul terreno, un esito molto atteso dalle parti coinvolte nella vicenda.
INTANTO L’EVOLUZIONE del conflitto siriano continua e i motivi di preoccupazione per il presidente Assad sono molteplici. Bonificata dalla presenza dei ribelli la parte orientale della capitale, il suo esercito sta trovando molti più ostacoli di quanto immaginato per riprendere il controllo anche dell’area a sud di Damasco, attorno al campo profughi palestinese di Yarmouk e al quartiere di Hajar al-Aswad. Dai ribelli delle fazioni islamiste sunnite di Douma e della Ghouta orientale a daesh.
Da una decina di giorni il governo siriano sta bombardando le postazioni finite nelle mani dello Stato Islamico, che però non molla. Brut-
Stallo con l’Isis
Il regime trova ancora difficoltà a debellare i jihadisti da Damasco e nell’ovest del Paese
ta botta quella subita da Assad ieri, quando una durissima controffensiva dell’Isis ha prodotto la morte di 31 soldati governativi. E il regime non riesce a occuparsi delle sacche di resistenza rimaste in vita a Dara’a, Hama e soprattutto a Idlib, dove le operazioni militari si preannunciano complesse. Proprio nella provincia di Hama, a Qalaat al-Madiq, ieri è arrivato un convoglio di ribelli, e relative famiglie, evacuati dai quartieri meridionali di Damasco in base agli accordi stipulati con la Russia.