IL GOVERNO DI NESSUNO
IL PRESIDENTE SI INVENTA UN ESECUTIVO “NEUTRALE”, MA SOLO IL PD VUOLE APPOGGIARLO. M5S E LEGA: “VOTARE A LUGLIO”
Tutto in linea con le posizioni maturate in questo infinito stallo di due mesi, compresa l’ipotesi concreta ed estrema di votare sotto il sole di luglio, tra l’8 e il 15.
Mancano venti minuti alle sette di sera quando al Colle Sergio Mattarella si presenta ai giornalisti e svolge a modo suo, con tono asciutto da gentiluomo siciliano, una dura requisitoria contro i partiti incapaci di dare vita a una maggioranza politica.
Anche il terzo, veloce giro di consultazioni ieri al Quirinale è andato a vuoto. In totale, tre giri più le due esplorazioni dei presidenti delle Camera. “Una verifica concreta, attenta e puntuale”. Risultato: nessuno dei “t re schieramenti principali dispone della maggioranza”.
LA PRIMA decisione del capo dello Stato respinge la richiesta della delegazione del centrodestra uno e trino, Salvini Berlusconi e Meloni in ordine d’importanza. In mattinata, la coalizione ha reclamato un incarico al buio per il leader leghista, dopo l’ennesimo fallimento della trattativa con i Cinquestelle. Durante il colloquio, B. si è pure impegnato a trovare i cinquanta Responsabili necessari alla Camera. Mattarella ha ascoltato e lasciato perdere. Senza dimenticare che l’incarico al capo del Carroccio è la foglia di fico per coprire l’enorme caos nel centrodestra: Salvini che ha cercato fino all’ultimo Di Maio, Berlusconi invece già pronto per aprire un forno con il Pd e in ogni disponibile a un governo ispirato dal Colle. La mediazione appunto, dopo due vertici tesi e inutili, è stata quella di andare con questa posizione.
In merito le parole di Mattarella sono state sferzanti: “Un governo politico di minoranza (guidato da Salvini, ndr) condurrebbe alle elezioni e ritengo, in queste condizioni, che sia più rispettoso della logica democratica che a portare alle elezioni sia un governo non di parte”.
Fuori uno.
Poi tocca all’esecutivo Gentiloni, dimissionario. Anche se si dovesse votare a luglio non sarà un governo della XVII legislatura a preparare la XIX: “Ha esaurito la sua funzione e non può essere ulteriormente prorogato in quanto espresso, nel Parlamento precedente, da una maggioranza che non c’è più”.
Ed è a questo punto che il presidente della Repubblica delinea la sua strategia, da qui a domani mattina, quando conferirà l’incarico per “un governo neutrale, di servizio e di garanzia”.
Che cos’è?
È L’ESATTA definizione di quello che nei giorni scorsi è stato chiamato governo di tregua.
Salvo sorprese dell’ultimo momento (ieri Salvini ha dapprima richiesto l’incarico per il centrodestra alle 11 e poi è andato di nuovo a trattare con Di Maio alle 14), il Colle offrirà ai tre schieramenti un nome “neutro” per un governo composto da tecnici. E a tutti, premier e ministri, Mattarella chiederebbe l’impegno a non candidarsi alle elezioni (considerato il precedente di Monti). Secondo il Quirinale questo esecutivo dovrebbe durare sino a fine dicembre, per affrontare le scadenze dell’Unione Europea e poi varare la fatidica manovra per scongiurare l’aumento dell’Iva.
Non solo. Qualora questo governo dovesse partire in Parlamento, tra sostegno e astensioni, svolgerebbe anche la funzione di esecutivo di decantazione: “Laddove si formasse nei prossimi mesi una maggioranza parlamentare, questo governo si dimettereb- be, con immediatezza, per lasciare campo libero a un governo politico”.
IL PD è sinora l’unico partito che ha detto sì e adesso Mattarella spera soprattutto, e nonostante le prime feroci reazioni a caldo, nello “spirito di r es po n sa bi l it à ” di Luigi Di Maio, con cui ha costruito un rapporto “proficuo” in questi due mesi di stallo (si pensi alla conversione atlantica dei grillini). Dicono al Colle: “Il M5S ha l’occasione per diventare il partito del presidente della Repubblica”.
Rete per i 5 Stelle Il Quirinale proverà a tentare i grillini con un nome “amico”: “È la loro occasione”
Se come è probabile, il governo “neutrale” non avrà la fiducia del Parlamento, la prossima settimana, ecco che si trasformerebbe in un governo elettorale, sempre con lo stesso premier. Il primo mese utile è luglio, non giugno: il 22 è la più gettonata. Poi ci sono settembre e ottobre. Il capo dello Stato è comunque contrario al voto in piena estate o in autunno: ché resterebbe la questione della finanziaria e dell’Iva e perché con il Rosatellum c’è “il timore che si riproduca la situazione attuale”. Cioè: altre elezioni e altro stallo. Tenendo conto che “sarebbe la prima volta nella storia della Repubblica che una legislatura si conclude senza neppure essere avviata”.
Per il momento, questo governo neutrale nasce gi à morto. Di Maio e Salvini vogliono luglio ma nel centrodestra c’è l’incognita B. che chiede l’autunno, generando altri sospetti nell’alleato leghista: “Spero che Berlusconi mantenga la parola data”.
Domani mattina il nome. Forse sarà una donna, in grado di tentare il M5S.