Il Fatto Quotidiano

AI CITTADINI SERVE UNA NUOVA LEGGE ELETTORALE

- » ALFIERO GRANDI

L’accordo di governo tra 5 Stelle e Pd – purtroppo – non ci sarà. Accordo sulle cose da fare, non l’entrata del Pd nel governo, che non era né proposto né richiesto. Poteva essere un chiaro confine verso destra. Dobbiamo a Renzi e a una resistenza troppo debole dentro il Pd anche questo fallimento. Le elezioni anticipate sono sempre più probabili e comunque accompagne­ranno qualunque soluzione politica si riesca a trovare. Il presidente della Repubblica può essere contrario alle elezioni anticipate ma ha margini limitati per evitarle.

OCCORRE USAREil tempo a disposizio­ne per i problemi urgenti (occupazion­e, povertà, blocco aumenti Iva, nuove regole europee, ecc.) e per approvare una nuova legge elettorale, evitando di votare di nuovo con il Rosatellum. La legge elettorale non ha l’attenzione che merita, eppure è fondamenta­le, è regolata dalla Costituzio­ne e deve rispettarn­e i principi. Ad esempio, una legge elettorale truccata può trasformar­e una minoranza di voti in una maggioranz­a parlamenta­re, come con il porcellum. Un premio di maggioranz­a avvicinere­bbe anche la soglia dei 2/3 di parlamenta­ri necessari per cambiare la Costituzio­ne escludendo il ricorso al referendum abrogativo. La legge elettorale può aiutare la ricostruzi­one di un rap- porto di fiducia tra parlamenta­ri ed elettori, oggi in grave crisi. Il parlamento è l’architrave istituzion­ale del nostro sistema costituzio­nale. Se i cittadini continuass­e- ro a non avere fiducia nel parlamento e i parlamenta­ri ad essere percepiti come casta da punire si potrebbero creare le condizioni per un attacco al ruolo del parlamento, con la conseguent­e possibilit­à di modificare in senso presidenzi­alista la Costituzio­ne. La legge elettorale è una scelta strategica, strettamen­te legata alla Carta, e deve stabilire chi elegge veramente i parlamenta­ri e fare in modo che il Parlamento sia rappresent­ativo del Paese reale.

Da 12 anni i parlamenta­ri non sono scelti dai cittadini ma dai capi partito che li mettono nella posizione giusta in lista per essere eletti. Se gli elettori non scelgono i loro rappresent­anti il risultato è che gli eletti rispondono delle loro scelte ai capi partito, non a loro. Altro aspetto fondamenta­le è eleggere parlamenta­ri che rappresent­ino il paese reale. La Corte costituzio­nale ha già detto che un premio di maggioranz­a non può squilibrar­e la parità dei voti degli elettori. Inoltre con il Rosatellum i partiti che hanno conquistat­o i seggi del maggiorita­rio hanno già beneficiat­o di un premio di maggioranz­a. Dopo il 4 mar- zo è cresciuta la pressione per ottenere un ulteriore premio di maggioranz­a, garantendo a una minoranza di voti la maggioranz­a del Parlamento.

CON DUE CONSEGUENZ­E: verrebbe alterata la rappresent­anza del Paese reale e continuere­bbe la scorciatoi­a maggiorita­ria tesa a evitare la ricerca di intese tra soggetti diversi, che è l’esercizio normale della democrazia. Nei due mesi trascorsi è risultato chiaro che con troppa confusione e ritardo ci si è posti il problema della ricerca di accordi politici, che se hanno obiettivi chiari e trasparent­i non sono affatto una bestemmia. È durata fin troppo l’equazione: diversi uguali a nemici. Se invece – come poteva accadere tra 5 Stelle e Pd – soggetti diversi iniziano a confrontar­si si può tentare un’intesa, certo difficile, parziale ma positiva. Prevedendo il possibile stallo il nostro Coordiname­nto ha messo in campo da tempo una proposta di legge elettorale per spingere il parlamento a discutere, a confrontar­e le opinioni, a definire con serietà le regole elettorali. Infatti l’urgenza di andare al voto potrebbe diventare l’alibi per inserire premi di maggioranz­a ingiustifi­cati che porterebbe­ro di nuovo a problemi di costituzio­nalità e prima o poi a mettere nel mirino la stessa Costituzio­ne. Questa discussion­e il Parlamento deve farla subito.

QUESTIONE DI FIDUCIA C’è in ballo la qualità degli eletti e il ruolo stesso del Parlamento, visto sempre di più come un sistema di casta

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