Nella “Londra di sotto” dove si uccide per vincere
Gioco mortale Le gang giovanili in competizione hanno portato al record di vittime. Sotto accusa i tagli alla sicurezza
Nella “Londra di sopra”, quella dei parchi curati, dei ristoranti pieni, dei quartieri residenziali, è stato un lungo fine settimana – ieri era vacanza – festoso, rilassato, con atmosfera e temperature estive. Nella “Londra di sotto”, quella della violenza urbana e delle vendette fra gang, uno dei weekend più sanguinosi degli ultimi anni, in varie zone della Capitale. Sabato, Southwark: a colpi d’arma da fuoco ignoti freddano il 17enne Rhyhiem Ainsworth Barton. O anche: numero 64 nella contabilità dei morti ammazzati a Londra dall’inizio dell’anno. Domenica: Harrow, periferia nord-ovest, due ragazzini ci vanno vicino, ma i colpi non sono letali. Hanno 15 e 13 anni. Un 43enne viene accoltellato nel nord-ovest, dopo un litigio. In serata qualcuno spara a un 22enne a New Cross, ferendolo.
Lunedì, prime ore del mattino: a Dalston, quartiere hipster di East-London, due ventenni e un 17enne riportano ferite permanenti dopo un attacco con una sostanza nociva, probabilmente acido. Le statistiche sono raggelanti: da aprile 2017 ad aprile 2018, gli omicidi sono stati 157, il 44% in più dell’anno precedente, incluse le vittime del terrorismo.
Due terzi dei casi coinvolgono giovani sotto i 24 anni. Pistole, ma soprattutto lame.
Venerdì scorso, per ingraziarsi i ricchi finanziatori della National Rifle Association, Donald Trump ha suggerito per Londra: più armi da fuoco contro i coltelli. Provocazione largamente ignorata qui, dove la controffensiva è un po’più articolata e parte dallo sforzo di individuare le cause.
CERTO, C’Èuna recrudescenza della guerra fra gang per il territorio, legata al traffico di droga. Ma molte delle vittime e dei responsabili non sono membri di gang. E sono sempre più i giovanissimi: negli ultimi cinque anni gli accoltellamenti di minori dai 10 ai 16 anni sono aumentati del 63%.
“Sono ragazzi che girano con un coltello per paura e autodifesa e poi perdono il controllo. Se un accoltellamento finisce su YouTube o Snapchat, centinaia o migliaia di ragazzi cominciano a considerarlo normale. Questo da una parte desensibilizza, dall’altra attiva una nuova dinamica: la vittima si vendica, perché è stata umiliata pubblicamente. Prima dei social vedevamo casi isolati, ora si attiva un ciclo di violenza senza precedenti”, spiega Virginia de Colombani dell’associazione Catch22.
Il dettaglio atroce lo rivela Chris Preddie, che dopo un passato ai margini si batte contro la violenza giovanile. Molti dei ragazzi che segue gli hanno parlato dell’e s istenza di un sistema a punti, un gioco chiamato Scores: una competizione a chi fa più male. Perché uno vinca, un altro deve morire.
Le responsabilità? “Complesse, Ma i tagli alla sicurezza pesano”, spiega Lazzaro Pietragnoli, consigliere del municipio di Camden. “Nel mio quartiere c’è il 30% in meno di poliziotti in strada rispetto a qualche anno fa. Se nessuno interviene all’esordio di una faida, ecco l’escalation”.
Ma i tagli, negli anni dell’austerity, non hanno riguardato solo la sicurezza: ci sono meno fondi per i servizi alle famiglie in difficoltà, per integrare le comunità più chiuse, per attività con cui impegnare questi adolescenti, per fornire loro prospettive di lavoro. “La ragione profonda dietro questa violenza è l’ineguaglianza, che a Londra è in aumento. In una città così ricca, ci sono troppe sacche di povertà, alienazione e disperazione”, spiega Abdul Hai della Camden Task force contro la violenza giovanile.
Boom ineguaglianze In una città così ricca ci sono troppe sacche di povertà, alienazione e disperazione
IL DISAGIO SI CONCENTRA nei complessi di edilizia popolare costruiti in tutti i quartieri londinesi – anche i più centrali – per facilitare l’integrazione con il resto della popolazione. Utopia in gran parte fallita. Non sono tutti sinonimo di criminalità, ma in alcuni è difficile proteggere un figlio: la polizia non ci mette piede. Al suo posto gang, droga, violenza. E ragazzini terrorizzati che si armano, senza capire cosa rischiano e cosa provocano.
Spesso le vittime sono studenti innocenti, finiti nel posto sbagliato al momento sbagliato. Ogni morte pre- matura devasta intere comunità: ma siccome vittime e carnefici appartengono per lo più a minoranze etniche, il loro lutto entra raramente nell’agenda di governo. Almeno finora: l’emergenza ha spinto il ministro degli Interni Amber Rudd a lanciare un piano contro la violenza giovanile, con un finanziamento di 40 milioni di sterline.
Già l’anno scorso il sindaco Sadiq Khan aveva creato un fondo di 45 milioni, con una strategia che comprende interventi della polizia – un’unità speciale di 120 agenti specializzati, maggior controllo dei recidivi, l’aumento dei fermi – ma anche progetti di prevenzione e integrazione, in partnership con scuole e associazioni di comunità.
Coinvolti anche i commercianti: chiunque venda coltelli è chiamato a segnalare acquisti sospetti; i dipendenti di locali frequentati da giovani borderline ricevono un addestramento specifico per gestire situazioni difficili. La campagna si chiama
London needs you alive. Londra ha bisogno che restiate vivi.