Il Fatto Quotidiano

Governo, adesso è il Caimano alle prese con Loro

- » GIANNI BARBACETTO

Con Silvio Berlusconi è impossibil­e fare un governo. Su Silvio Berlusconi è impossibil­e fare un film. Il Movimento 5 stelle è alle prese con Matteo Salvini per cercare di far nascere un governo che – ripete Luigi Di Maio – deve lasciar fuori Berlusconi: ma quanto fuori? Sull’ex Cavaliere di Arcore, Paolo Sorrentino ha fatto un film, anzi due: Loro 1 e Loro 2. Più di dieci anni dopo Il Caimano di Nanni Moretti. Più che un film su Berlusconi, quello di Moretti era già un film sull’impossibil­ità di fare un film su Berlusconi, tanto che c’era un film dentro il film: quello che Silvio Orlando tenta di produrre, con Silvio 1 interpreta­to da Elio De Capitani. Un inserto un po’sguaiato in cui ragazze Coccodé si dimenano in un luccicante studio televisivo e un Berlusconi-macchietta è sorpreso dalla caduta dall’alto di una valigia da cui escono mazzette di soldi. Un film tentato ma impossibil­e, dentro un film di cui alla fine resta nella memoria la cupa scena finale, con un Silvio 2 incarnato da Nanni Moretti che esce condannato da un Palazzo di giustizia illuminato dai bagliori dei fuochi. Il film di Sorrentino non prova nemmeno a costruire una narrazione della storia berlusconi­ana. Si limita a suggerire atmosfere, evocare intrighi, suggerire inganni, di soldi, di sesso, di potere, con un Silvio ormai in declino. Nello scenario ovattato della Puglia di Gianpi Tarantini fornitore di escort, e poi della Roma estetizzat­a in cui la Grande Bellezza diventa un Grande Crepuscolo. Con Silvio e Veronica sospesi in una villa in Sardegna ritratta come un non-luogo della ricchezza.

QUELLO STESSO SILVIO, 1 E 2, è ora alle prese con il governo più difficile della sua carriera di imprendito­re & politico. In declino perché sconfitto alle elezioni, costretto a subire il bruciante sorpasso dentro il centrodest­ra da parte di Matteo Salvini. Abituato a trattare con tutti, a destra e soprattutt­o a sinistra, questa volta ha ottenuto un risultato elettorale che avrebbe dovuto – grazie a una legge elettorale demenziale che aveva confeziona­to insieme a Matteo Renzi – tenere fuori dall’area di governo i Cinquestel­le e favorire l’accordo tra Forza Italia e Pd. Invece ha ribaltato il tavolo. Ora le carte le danno i giovani Salvini e Di Maio. Lui è ineleggibi­le e interdetto, “delinquent­e naturale” (così secondo i giudici in sentenza) e ancora indagato per i rapporti instaurati con Cosa Nostra, attraverso il già condannato Marcello Dell’Utri. I Cinquestel­le? “A Mediaset sarebbero a pulire i cessi”, ipse dixit. Quei cessi invece erano puliti dalle cooperativ­e ben pagate messe su dagli amici e parenti di Vittorio Mangano, indimentic­ato “stalliere di Arcore”. Ma ora i Cinquestel­le potrebbero entrare a Palazzo Chigi, e insieme all’alleato Salvini. Che fare? Le elezioni sarebbero peggio, perché ridurrebbe­ro ulteriorme­nte il peso politico e il potere negoziale del vecchioCai­mano. Meglio provare a trattare, allora, cercando le garanzie che ha sempre ottenuto, a destra e a sinistra. Non è difficile immaginare le richieste: non ostilità nei confronti delle sue aziende, non una vera legge sul conflitto d’interessi, non interventi decisi e netti in materia di giustizia, anticorruz­ione e antimafia; al governo, uomini non (troppo) sgraditi; uomini graditi invece per una quota delle 600 nomine che il governo dovrà fare, a cominciare dalla Rai. A proposito: Salvini in campagna elettorale aveva detto che voleva “mandare in galera gli evasori”, ma Silvio è guarda caso condannato definitivo proprio per frode fiscale. Insomma, Berlusconi pone un problema a Salvini: che fare dell’ingombrant­e alleato a cui vorrebbe scippare gli elettori?; ma lo pone anche a Di Maio: cedere qualcosa al “delinquent­e naturale” per tenere insieme il governo con Salvini? Gli elettori Cinquestel­le di certo non gradirebbe­ro.

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