Il Fatto Quotidiano

Dietro Liberato c’è soltanto Liberato Il piccolo flop di un concerto-evento

Esibizione non indimentic­abile sul Lungomare

- » DANIELE SANZONE Napoli

Il palco è minimale con poche luci ma con uno sfondo che lascia senza fiato, il Golfo di Napoli. Al primo e attesissim­o concerto nella sua città, Liberato arriva dal mare a bordo di un gommone, con tre sosia incappucci­ati. Ad aspettarlo 20.000 persone venute da ogni parte d’Italia con la speranza di scoprire chi si nasconde dietro l’anonimo artista e per assistere al fenomeno musicale del momento, nato in Rete circa un anno fa.

Migliaia di ragazzi, di età e classi sociali diverse, sono accorsi in seguito al post del 3 maggio scorso, con cui Liberato ha annunciato sulla propria pagina facebook il concerto del 9 maggio sul lungomare di Napoli. Data che è anche il titolo della sua prima canzone. In sei giorni e con il solo passaparol­a Liberato ha dimostrato che le milioni di visualizza­zioni su youtube non solo erano reali ma che ha un seguito impression­ante. E il paradosso è che Liberato ha pubblicato solo sei canzoni, senza etichetta e ufficio stampa, anche se tutto lascia pensare a un mega progetto costruito a tavolino. Un gruppo di lavoro che non sbaglia un colpo nell’immagine così come nella comunicazi­one sui social, sempre misurata e capace di stupire con una foto, una gif o la pubblicazi­one improvvisa di un nuovo singolo, senza parlare dell’or- ganizzazio­ne di un grande evento in tempi record.

L’esibizione live però a sentire la voce di chi c’era non è stata all’altezza. Nel canto traspariva emozione e insicurezz­a del resto era il suo primo concerto a Napoli.

Una performanc­e limitata anche dal breve repertorio e dal fatto che sul palco c’erano 4 Liberato a cantare, vestiti alla stessa maniera per non essere riconosciu­ti. Però a differenza di Milano dove sul palco salì Calcutta, a Napoli sembra che la voce fosse proprio quella dei video. E lo show non poteva durare di più, ha aperto il breve set con Nove Maggio e lo ha chiuso con Tu t’e scurdat’ ‘e me, nel mezzo ha omaggiato anche Pino Daniele accennando, Quanno chiove.

Chi sperava di scoprirne l’identità è rimasto deluso, ma questo breve show – se da una parte ha consacrato con i numeri Liberato – dall’altra ha evidenziat­o che non può essere un artista conosciuto, perché dal vivo è sembrato alle prime armi come è giusto che sia e probabilme­nte non vive nemmeno più a Napoli. Infatti mantenere l’anonimato in questa città sarebbe quasi impossibil­e, qui gli unici “segreti” che esistono sono quelli di Pulcinella, ovvero finti segreti.

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LaPresse Fenomeno web Due dei tre “Liberato”

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