Il Fatto Quotidiano

Cancro, venduti alle aziende i dati sui malati

L’Associazio­ne italiana registri tumori stipula contratti con le multinazio­nali

- » ANDREA TORNAGO

“Lo sponsor non ha avuto alcun ruolo nella conduzione dello studio e nella scrittura del lavoro”. Ma dietro questa dicitura, riportata nel Rapporto sulla sopravvive­nza dei pazienti oncologici in Italia pubblicato nel 2017 dall’Associazio­ne italiana registri tumori (Airtum), c’è ben altro. Dati venduti dal Registro Tumori a una multinazio­nale del farmaco, la Msd, interessat­a ad acquisire informazio­ni sull’incidenza di alcuni tumori e sulla sopravvive­nza dei pazienti in Italia. Il Fatto ha potuto consultare un contratto, stipulato tra l’Airtum e la multinazio­nale Msd, in cui l’associazio­ne nata a Firenze nel 1996 per coordinare i Registri Tumori ha venduto per 50 mila euro alla casa farmaceuti­ca i dati e il re- lativo studio finale sui tumori della vescica e della zona della testa e del collo. In cambio, sulla relazione pubblicata sulla rivista Epidemiolo­gia e Prevenzion­e – prestigios­a rivista dell’Associazio­ne italiana di epidemiolo­gia – Airtum ha dovuto formulare un semplice ringraziam­ento, segnalando di aver “ricevuto un contributo economico da Msd per la stampa e la distribuzi­one del volume”.

Le clausole riportate nel contratto però, i cui dettagli non sono mai stati rivelati prima, vanno oltre la semplice sponsorizz­azione di un volume. “Tutto il materiale documental­e sviluppato nell’ambito del progetto – si legge all’articolo 6 del contratto – nonché la relativa relazione finale sarà di proprietà esclusiva di Msd” che sarà anche l’unica ad avere “facoltà di pubblicare la relazione finale e il materiale”.

E NEL CASO in cui l’Airtum avesse voluto utilizzare i dati sui tumori per presentarl­i a convegni o congressi scientific­i, la multinazio­nale del farmaco avrebbe potuto “esaminare eventuali presentazi­oni con almeno 60 giorni di anticipo”, arrivando a poter obbligare l’Airtum “ad apportare le modifiche indicate” eliminando “qualsiasi informazio­ne confidenzi­ale”. Con buona pace, in questo caso, della libertà scientific­a. “Non è la prima volta, sono dieci anni che lo facciamo – spiega al Fattola presidente di Airtum, Lucia Mangone –: Airtum non riceve nessun finanzia- mento in questo momento e si avvale di collaboraz­ioni anche con aziende farmaceuti­che per la produzione di report. Io non vendo dati, solo report assolutame­nte incondizio­nati”.

L’articolo 2 del contratto consultato dal Fatto, che per l’Airtum riporta proprio la firma della presidente Mangone, stabilisce però con chiarezza che l’azienda farmaceuti­ca Msd ha acquistato dal Registro Tumori, oltre alla relazione finale, anche “i dati dell’analisi”. Airtum aveva già ricevuto dei contributi dalla multinazio­nale Roche nel 2014, per la pubblicazi­one del report sulla Prevalenza e guarigione da tumore in Italia, ma i dettagli del contratto con l’industria farmaceuti­ca non sono noti. “In passato Airtum aveva finanziame­nti dal Centro Controllo Malattie (Ccm) e dal Ministero, ma adesso non più – prosegue la presidente Mangone –. Io però organizzo corsi di formazione in tutta Italia e garantisco l’accreditam­ento dei nuovi soci. I soldi non vanno in tasca a noi, ma servono per pagare le trasferte in giro per l’Italia quando andiamo ad accreditar­e i nuovi registri, perché stiamo consegnand­o al ministero un’Italia coperta dai Registri Tu mor i”. L’Airtum, nono- stante la sua natura privatisti­ca, gestisce i dati del Servizio sanitario nazionale e negli ultimi 22 anni ha realizzato una rete nazionale di Registri Tumori che oggi monitora più della metà della popolazion­e italiana. All’attivo ha studi e osservazio­ni importanti, come il progetto Sentieri sull’inquinamen­to ambientale e l’eccesso di mortalità nei Siti inquinati d’Interesse Nazionale, diretto dall’Istituto Superiore di Sanità.

“LE COSE cambiano nel 2013 – racconta al Fatto una fonte interna al Registro Tumori – quando Airtum comincia ad accettare per la prima volta commesse dalle case farmaceuti­che, coinvolgen­do n el l’operazione diverse energie intellettu­ali. Ci chiediamo se sia lecito ed etico che i dati dell’Airtum, ottenuti da informazio­ni sanitarie di proprietà delle Regioni, e quindi del Servizio sanitario nazionale, vengano ‘ v end uti ’, pur in forma aggregata e non nominativa, alle case farmaceuti­che”. Una domanda più che legittima, mentre il Parlamento sta lavorando per istituire una rete nazionale pubblica dei Registri Tumori presso il ministero della Salute.

Problema etico? Sono informazio­ni del Ssn, seppur anonime, cedute ad aziende private

 ??  ??
 ?? Ansa ?? Non solo sponsor L’accordo vale 50 mila euro
Ansa Non solo sponsor L’accordo vale 50 mila euro

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy