Il Fatto Quotidiano

Di Maio: “No ministri a Meloni” E lei: “E ora che dice Salvini?”

L’incontro tra capo grillino e leader di FdI finisce male. L’offerta: solo posti di sottogover­no

- » TOMMASO RODANO

L’alleanza giallo- verde restatale: i ministri del prossimo governo saranno solo di Lega e Movimento 5 Stelle. Non c’è spazio per Fratelli d’Italia: la questione è stata oggetto di un vivace scambio di vedute – eufemismo – tra Luigi Di Maio e Giorgia Meloni ieri sera. Nel pomeriggio, al termine della riunione a Montecitor­io tra i due leader di partito, il capo dei Cinque Stelle aveva fatto sapere che si era trattato solo di un “incontro di cortesia”: “Siccome si stava parlando di un loro eventuale ingresso nel governo, volevo spiegarle (a Meloni, ndr) perché il contratto sarà solo tra Lega e M5S. È stato un incontro cordiale”.

MOLTO MENO cordiale invece la ricostruzi­one dell’ex ministra: “Ho ricevuto Luigi di Maio su sua richiesta. Nel corso dell’ incontro durato quasi un’ora e mezza, lui mi ha chiesto il sostegno di Fratelli d’Italia ad una premiershi­p sua o di un altro esponente del M5S in cambio di un via libera a un nostro ingresso nel governo”. Meloni quindi ribalta completame­nte la prospettiv­a della trattativa: “Fratelli d’Italia non ha avanzato alcuna richiesta di ingresso nel nuovo esecutivo. Non potremmo mai far parte di un governo a guida grillina. La risposta che ho ricevuto è che in questo caso lui avrebbe posto un veto sulla nostra presenza perché saremmo una forza troppo di destra”.

Con le categorie del gossip si potrebbe raccontare più o meno così: Di Maio ha provato a tradire Salvini corteggian­do l’alleata Meloni con l’offerta di poltrone da ministro in cambio dell’appoggio a una premiershi­p a 5Stelle. Rifiutato, avrebbe sbattuto la porta del governo in faccia a Fratelli d’Italia. La versione dei 5Stelle è sostanzial­mente speculare: Meloni – si legge tra le righe delle di- chiarazion­i di Di Maio – ci ha provato per un ministero, ma è stata respinta (e si capisce che non l’ha presa bene).

IN VERITÀ la prima ricostruzi­one non ufficiale da parte grillina era stata molto più felpata: Di Maio avrebbe sì negato a Meloni l’ingresso formale nel governo, ma lasciando aperta l’ipotesi di qualche poltrona meno nobile, magari da sottosegre­tario. Anche perché i numeri di Fratelli d’Italia in Parlamento farebbero molto comodo: 18 senatori e 32 deputati che potrebbero rendere decisament­e più solida la tenuta dell’esecutivo grillo- leghista. Soprattutt­o a Palazzo Madama, dove il margine di M5S e Carroccio è di appena 6 unità: la compagine giallo- verde può contare su 167 eletti, la maggioranz­a dell’assemblea è a quota 161.

Per questo l’ipotesi fatta filtrare dai 5Stelle, ancora pochi minuti prima del furibondo comunicato di Giorgia Meloni, era la seguente: qualche poltrona da sottosegre­tario in cambio dell’appoggio esterno. Una tempesta perfetta: l’alleato “troppo di destra” sarebbe rimasto formalment­e fuori dall’esecutivo ma avrebbe contribuit­o alla causa, la consistenz­a parlamenta­re della maggioranz­a sarebbe stata molto meno fragile e il centrodest­ra si sarebbe spaccato in tre tronconi: l’alleato Salvini, la non ostile Meloni e un sempre più marginale Berlusconi.

Poi è arrivata la sfuriata dell’ex ministra. Che fa calare il gelo anche tra Fratelli d’Italia e il leader leghista: sarebbe stato proprio Salvini, sostiene Meloni, a chiedere ai Cinque Stelle di allargare il governo alla sua alleata di coalizione.

A questo punto diventa molto complicato immaginare che i giallo-verdi possano contare in qualche modo sul contributo di Fratelli d’Italia. L’umore degli ex missini lo riassume il questore Edmondo Cirielli: “La Lega ci ha sorpreso e deluso. Si sono fatti il programma da soli, si stanno facendo i ministri da soli, si votino pure da soli”.

Arrabbiata Giorgia Meloni non ha gradito il veto di Luigi Di Maio su Fratelli d’Italia Ansa Di Maio mi ha chiesto di dire sì a un governo a guida M5S Ho rifiutato e lui ha posto il veto su di noi Ora parli la Lega In Senato si ballerà I 5 Stelle volevano l’appoggio esterno ma Fratelli d’Italia non sosterrà l’esecutivo

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