La parte civile gioca a fianco dell’imputato De Luca
Salerno Il governatore dem alla sbarra per abuso d’ufficio, il Comune è parte lesa ma si schiera contro i pubblici ministeri
La
parte civile si oppone all’acquisizione di documenti prodotti dai pm e sottoposti all’attenzione del Tribunale per approfondire la posizione di un imputato. Può succedere. Ma è raro e fuori prassi. Di solito pm e parte civile di un processo giocano nella stessa squadra, e lavorano per formare in dibattimento le prove a carico degli imputati. Ma siamo a Salerno, alla 49sima udienza del processo Crescent, il colosso di cemento a firma dell’archistar Ricardo Bofill che ha modificato radicalmente il lungomare di Santa Teresa, e forse non c’è da meravigliarsi. Perché l’imputato di abuso d’ufficio è il governatore Pd della Campania ed ex sindaco Vincenzo De Luca (alla sbarra con altre 21 persone), la parte civile in questione è il Comune di Salerno a stretta osservanza deluchiana, e i documenti riguardano i collegamenti tra le imprese costruttrici del Crescent, facenti capo al gruppo Rainone, e la Ifil, la società di consulenza risucchiata in un crac per il quale è in corso un altro processo che vede imputato anche il figlio del governatore, il deputato dem Piero De Luca.
SI AVVICINA il giorno della sentenza – prevista poco dopo l’estate –ei pm salernitani Guglielmo Valenti e Rocco Alfano vogliono chiudere il cerchio. Così ieri hanno provato a introdurre nel processo attività integrative di indagine provenienti dalle inchieste sulla bancarotta Ifil e sulla variante di piazza della Libertà. Lo scopo era quello di dimostrare rapporti pregressi tra i Rainone e De Luca. In particolare attraverso una fattura di 20 mila euro dell’ ap ri le 2010 pagata da Rainone Costruzioni Generali a Ifil.
QUEST’ULTIMA è la società di consulenza dove, secondo l’accusa, De Luca junior avrebbe scroccato – non si capisce a che titolo – viaggi gratuiti in Lussemburgo per la sua attività di referendario della Corte di giustizia europea. Dunque Piero De Luca avrebbe contribuito alla bancarotta fraudolenta della Ifil, quasi sempre presente nel ‘sistema appalti’ di Salerno. L’istruttoria dibattimentale del processo Crescent si è conclusa e i pm hanno chiesto l’acquisizione in base all’articolo 507: le ritengono nuove prove indispensabili. Gli avvocati degli imputati si sono opposti e questo era abbastanza ovvio. Meno ovvia l’opposizione dei legali di parte civile del Comune, che hanno ritenuto la documentazione non attinente al processo. Il Tribunale, presidente Vincenzo Siani, dopo tre ore di camera di consiglio, ha respinto l’istanza dei pm. Che non si sono arresi, e hanno chiesto la mera acquisizione senza “ind ispensabilità”. Alla prossima udienza sapremo se porteranno a casa almeno questo piccolo risultato.
Crescent Si sono opposti al deposito di atti che dimostrano i rapporti con una società cara al figlio