Il Fatto Quotidiano

E l’Italia del calcio resta pure senza magazzinie­ri

Il ricorso Il Tar del Lazio dà torto alla Figc. La “gara” da un milione fatta senza la necessaria pubblicità e trasparenz­a

- ARBITER

Insieme

al nuovo Ct degli Azzurri, la Federcalci­o dovrà fare in fretta a trovare anche i nuovi magazzinie­ri della Nazionale, per il trasporto di maglie, tute, attrezzatu­re sportive e sanitarie al seguito della prima squadra e di tutte le Rappresent­ative giovanili in giro per il mondo.

Il Tar del Lazio ha annullato gli atti della gara da oltre 1 milione di euro aggiudicat­a dalla Figc in “violazione – si legge nel provvedime­nto – delle regole e dei principi di pubblicità e trasparenz­a sottesi al regolare espletamen­to delle procedure a evidenza pu bbli ca”. In più, scrivono nella loro sentenza i giudici amministra­tivi richiamand­o anche le direttive dell’Autorità anticorruz­ione presieduta da Raffaele Cantone, “è pacifico che nel caso di specie la Federazion­e Italiana Giuoco Calcio abbia proceduto a un mero confronto tra le ditte interessat­e senza seguire le regole suddette”, quelle cioè che in casi del genere fanno rientrare la Figc “nella nozione di organismo pubblico”.

Oltreché nel palazzo di via Allegri sede della Figc – dove verosimilm­ente si prepara un ricorso in appello – la notizia è esplosa con l’effetto di una bomba anche negli uffici di Giovanni Malagò e dell’allora segretario generale Roberto Fabbricini (oggi Commissari­o Figc e presidente di Coni Servizi) perché il ricorso al Tar aveva come secondo destinatar­io il Comitato Olimpico, accusato in sostanza di non aver esercitato il “controllo pubblico sulla gestione” della Federcalci­o che come tutte le Federazion­i è soggetta alla vigilanza del Coni.

Presentata e sostenuta dal direttore generale della Figc Michele Uva nella seduta del 30 maggio 2017 del Comitato di presidenza, la gara per il servizio di trasporto e facchinagg­io aveva spaccato in due lo stesso Collegio dei Revisori dei conti, tanto da arrivare a un doppio verbale: il primo a firma del solo presidente Luca Galea, il secondo a firma degli altri due sindaci (Valter Paste- na e Silvio Salini). Questi ultimi hanno sollevato prima in Comitato di presidenza davanti al n. 1 federale, Carlo Tavecchio, e poi in sede di revisione, alcune perplessit­à, segnalando tra l’altro che la ditta aggiudicat­rice della gara da oltre 1 milione di euro, la so- cietà consortile Ge.Se.Av (capofila) “ha solo 3 dipendenti e che a fronte di attività che prevedono mezzi e immobilizz­azioni notevoli ne ha solo per 80 mila euro, mentre a fronte di un fatturato di

2,3 milioni, l’80% è fatto acquisendo prestazion­i da terzi”.

Con un richiamo ai criteri di trasparenz­a e corretta amministra­zione, “vale la pena ricordare – si legge nel verbale dei due revisori dissenzien­ti – che i 48 milioni di contributi del Coni sono soldi pubblici e sottoposti al vaglio della Corte dei conti”.

Di qui, il ricorso al Tar del Lazio presentato contro la Figc di Tavecchio e Uva e nei confronti del Coni dalla ditta De Vellis, esclusa dalla gara anche a seguito di un ribasso della concorrent­e pari al 32,81%.

In primo grado, i giudici amministra­tivi della Sezione Prima Ter (presidente Panzironi, consiglier­i Petruccian­i e Romano) hanno dato ragione a De Vellis, disponendo in sentenza l’a nn ul la me nt o degli atti impugnati.

“Non vi preoccupat­e delle cose politiche, quelle sono opinabili e si può discutere”, ha sempre ammonito con la sua esperienza Gianni Petrucci, per 12 anni alla guida del Coni e prima segretario generale della Figc dopo una militanza nella Cisl: “È su quelle amministra­tive che bisogna stare molto attenti perché lì si sbatte il grugno e ci si fa male”.

La vicenda

La ditta che si era aggiudicat­a l’appalto ha solo 3 dipendenti. E ora anche al Coni sono preoccupat­i

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Sia il Tar sia l’Anac ritengono che la Figc non abbia rispettato le regole
Ansa Soldi pubblici Sia il Tar sia l’Anac ritengono che la Figc non abbia rispettato le regole
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