Nucleare sì, anzi no. Abruzzo bicefalo
Regione non vuole l’esperimento nel Gran Sasso, ma è ok per la Majella
L’esperimento nucleare no, la fusione nucleare sì. La ricerca dei neutrini, nel cuore del Parco Nazionale del Gran Sasso no. La ricerca della più potente forma di energia mai prodotta dall’uomo, nel cuore del Parco della Majella sì. Paradossi e contraddizioni d’Abruzzo.
DA UNA PARTE, la Regione si batte alla morte, per impedire che nei Laboratori di Fisica Nucleare del Gran Sasso venga realizzato l’e s p e r imento “Sox”, che avrebbe dovuto utilizzare una sorgente radioattiva di Cerio 144, proveniente da combustibile radioattivo di un reattore nucleare russo, incapsulata nel più grande contenitore di tungsteno mai prodotto, da 19 centimetri di spessore; dall’altra quella stessa Regione si batte per diventare sede dell’esperimento “Dtt”, che prevede la realizzazione di un cilindro ipertecnologico alto 10 metri con raggio 5, che ospiterà 33 metri cubi di plasma alla temperatura di 100 milioni di gradi con un'intensità di corrente di 6 milioni di Ampere, un carico termico sui materiali fino a 50 milioni di Watt per metro quadro e un’intensità di campo magnetico di 60 mila Gauss. Insomma, lo “s ca l d a b ag n o ” nucleare sotto duemila metri di roccia no, il camion cisterna nucleare, parcheggiato in un interporto invece sì. Già, un interporto. E non uno qualsiasi, perché - suggeriscono i maligni - è proprio la sede di quell’interporto a determinare la diversa visione regionale in tema di esperimenti nucleari. Se, infatti, gli avversati Laboratori del Gran Sasso si trovano sotto la montagna più alta dell’Appennino, e per loro natura ospitano scienziati di tutto il mondo, ovvero tutta gente che non vota in Abruzzo, l’Interporto scelto per l’esperimento dell’Enea è invece a Lettomanoppello, ovvero nel cuore stesso del feudo elettorale del presidente D’A lfo ns o, che è della vicina Manoppel- lo. Sempre le solite cattiverie di provincia. Fatto sta, però, che se per il “Sox” la Regione si è opposta in ogni modo, fino ad ottenere l’annullamento di un esperimento che, per ammissione stessa degli scienziati “Avrebbe potuto cambiare la storia della Fisica”, adesso per l’es p e ri m e nt o “Dtt”, addirittura ricorre al Tar contro l’Enea. La Giunta regionale, infatti, ha conferito all'Avvocatura regionale il mandato di proporre ricorso – avanti al Tar del Lazio – contro la "relazione conclusiva della commissione di valutazione e la graduatoria finale" dell'avviso pubblico Enea per l'individuazione di un sito per l'insediamento dell'esperimento Dtt. L'interporto di Manoppello, infatti, si è classificato al terzo posto nella graduatoria finale con 208 punti, a fronte dei 213 ottenuti dal sito vincitore di Frascati. Perché l’Abruzzo ha perso? Perché l e mancano i 10 punti relativi alla presenza della fibra ottica, che a L e t t o m a n o ppello c’è, ma si ferma a 300 metri dall’interporto. Forse, più che ricorrere adesso contro l’Enea, per avere l’esperimento che “potrebbe cambiare la storia dell’umanità”, sarebbe stato meglio chiamare la Telecom.
Lettomanoppello Ricorso al Tar per la gara Enea Il governatore D’Alfonso vuole la ricerca nel suo feudo elettorale