Rosario, “strega” sandinista e gli “studenti vampiri”
Nicaragua La potentissima moglie e vice del presidente Ortega attacca i manifestanti che vogliono cacciare il marito ex-rivoluzionario
In Nicaragua, il 20 aprile in piena rivolta degli studenti e dopo i primi sanguinosi scontri con la polizia, il primo dirigente politico sandinista a dar la cara ,a esporsi pubblicamente, è stata Rosario Murillo, vicepresidente e moglie del capo di Stato Daniel Ortega. Si scagliò senza mezzi termini contro gli studenti definendoli “vampiri che chiedono sangue”. “Li nguaggio che non ha certo contribuito a calmare le acque”, sostiene l’analista Félix Maradiaga. Il quale, come altri commentatori, afferma che buona parte della responsabilità della dura repressione – 47 morti secondo gli studenti - cada appunto sulla prima donna del Nicaragua.
Il protagonismo di Murillo non sorprese. Anzi, da anni, anche prima della sua nomina – gennaio 2017- a vicepresidente, quando era “solo” la moglie di Ortega, per milioni di concittadini la sua figura snella, con una massa di capelli ricci, i vestiti colorati – nonostante i suoi 66 anni - mani e polsi cosparsi di anelli e braccialetti, era una presenza quotidiana. Come pure la sua voce, che entrava nelle case attraverso la radio in lunghi discorsi che affrontavano ogni argomento, dalla politica all’a ttiv ità dei vulcani, sempre con quel tono emotivo e vagamente mistico. Una sorta di cultura New Age mescolata con una quota di esoterismo indio.
Un miscuglio che portava anche nella politica, essendo il portavoce ufficiale del movimento sandinista al potere con Daniel Ortega – rieletto nel 2017 per la quarta volta. “Murillo è l’ideologa del nuovo misticismo statale del governo”, afferma Madriaga. È lei che ha spinto Ortega - ex dirigente del Fronte di liberazione sandinista che nel 1978 sconfisse la dittatura di Somoza e leader marxista - a avvicinarsi alle Chiese, cattolica e pentecostali, e ottenerne l’appoggio politico.
ANCHE CON UNA POLITICA più conservatrice su anticoncezionali e pianificazione familiare: nel 2008 il Nicaragua si è convertito in uno dei pochi paesi che proibiscono l’aborto, quasi senza eccezioni.
“Il suo discorso cristiano è una dimostrazione del vuoto i- deologico del Fonte sandinisita. È una sorta di misticismo voluto dalla Murillo con l’unico scopo di presentare i componenti della sua famiglia come i predestinati a governare il Nicaragua”, afferma l’ex guerrigliera Dora María Téllez. L’ultima dimostrazione sono gli “alberi della Vita”: grandi costruzioni con luci e colori vivi a forma di albero che sono state poste nelle piazze del paese per favorire “buone sensazioni”. E che sono costati 25.000 dollari l’uno, hanno risposto gli studenti, che ne hanno abbattuti alcuni come simbolo dell’auspicata caduta del regime di Ortega.
Per la gente comune, specie nei quartieri popolari e con presenza india, il discorso politico conta meno: la prima dama è una “Chamuca”, un misto tra strega e curandera. Per gli oppositori, come la femminista Azahalea Solís: “Murillo è una donna colta e impegnata. Si è unita alla guerriglia sandinista nel 1969, e come intellettuale e poetessa è stata una delle promotrici del rinnovamento culturale del Nicaragua. Gode di prestigio nel movimento bolivariano e rivoluzionario latinoamericano. È riuscita ad avere il controllo della ‘macchina’del partito e ha imposto un potere quasi dittatoriale di una famiglia (gli Ortega) con enormi ambizioni di potere e ricchezza”. Più che una strega – sostiene Solís - “possiamo paragonarla a una Evita Perón in tono minore”. O a Elena Ceausescu, moglie del dittatore comunista rumeno abbattuto nel 1989.