Il Fatto Quotidiano

La Cei come il Colle: su migranti e Ue “basta coi proclami”

Galantino preoccupat­o da “politiche ostili contro gli immigrati”. L’Europa? “Nessun popolo può gestirsi in proprio”

- MA. FR.

Non avranno il peso dei “paletti” di Sergio Mattarella, ma anche i vescovi italiani nel loro linguaggio felpato mandano avvertimen­ti al possibile governo 5 Stelle-Lega: su politiche migratorie e Ue devono cambiare registro. A parlare, a margine della presentazi­one di un libro della Fondazione Migrantes, è monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, timoroso di “quelle politiche che fanno dell’avversione al migrante la loro bandiera”. Facile, visto il contesto del discorso, cogliere un riferiment­o a Matteo Salvini. I toni comunque non sono ancora ostili: “Non ho letto ancora il programma, non ho capito quali sono i punti di non ritorno del governo rispetto a questi temi, compreso quello della mobilità umana”. Sul quale, però, “la posizione della Chiesa è nota ed è legata non a scelte politiche ma al mandato evangelico. Gesù ha detto ‘ero straniero e mi avete accolto ’, non è compito della

Chiesa decidere chi deve entrare, chi restare o chi deve essere mandato via. Questo è compito della politica”, ma “la povertà, il bisogno, la fatica di vivere, non hanno colore di pelle né condizione sociale. Esiste soltanto ed esige una risposta. Noi non possiamo rimanere inerti”.

Anche sull’Unione europea monsignor Galantino pare in sintonia col capo dello Stato: parlando delle posizioni antieurope­iste di leghisti e grillini, il segretario della Cei mette a verbale che “la Chiesa guarda con grande attenzione e speranza alle nazioni e ai popoli uniti. Non penso che le condizioni politiche, economiche e sociali permettano oggi di fare i navigatori solitari. Non mi riferisco soltanto alle singole persone ma anche ai singoli popoli. Non esistono realtà che possono essere gestite in proprio”.

Insomma, se fanno un governo 5 Stelle e Lega dovrebbero cambiare i loro programmi per essere potabili per i vescovi: “Mi auguro che questo esecutivo abbia come punto di partenza la voglia di mettere orecchio alle condizioni concrete e alle attese reali delle persone. Perché le ideologie, le prese di posizione, i proclami pre-elettorali devono essere ridimensio­nati e tarati sulla realtà e sui bisogni reali”.

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N. Galantino

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