Il Fatto Quotidiano

Il sistema Raiola sotto accusa: la Federcalci­o apre l’indagine

Si muove anche la giustizia sportiva. Il nodo dei contratti

- » CARLO TECCE

■ Dopo gli insulti alla Figc (“fa schifo”) e gli accertamen­ti sui cartellini dei suoi assistiti, “Re Mino” rischia la partita con il Fisco

Mino Raiola è lusso, successi, eccessi. Il più influente agente dei calciatori ha poche regole e un credo, anzi un vanto: se stesso. Ora scopre che esiste un limite. Perché la Procura federale – la struttura inquirente Figc – gli ha appena notificato a tre indirizzi europei l’apertura di un’i nd ag in e per la violazione del codice di giustizia sportiva: dichiarazi­oni lesive contro l’i stituz ione ( per l’esattezza, articolo cinque). Raiola soppesa le percentual­i, non gli insulti pubblici. Un giorno definì “ca ne ” P ep Guardiola.

IL PROCURATOR­E Giuseppe P eco raro gli contestala furiosa reazione – datata 20 marzo – per la mancata convocazio­ne in Nazionale di Mario Balotelli, assistito raiolano, il fuoriclass­e che a volte non s’applica abbastanza: “Abbiamo una Federazion­e che fa schifo, è molto scarsa, molto debole, non ha idee di cosa fare. Dovremmo cercare prima un direttore sportivo, poi fare un piano tecnico, non cercare un tecnico e farci fare un piano”.

Il pericolo è una sanzione di qualche decina di migliaia di euro, e Raiola l’assegno lo stacca bendato. Il messaggio è più raffinato, e per Raiola non è ammessa indifferen­za, o peggio strafotten­za. Qui si tratta di un principio (parolone): pure gli agenti dei giocatori, che scarnifica­no o rimpinguan­o le formazioni, che incidono sul campionato, subiscono un procedimen­to disciplina­re. Non sono immuni. Non sono estranei. Anche se incassano in Italia e fatturano in Irlanda. I campioni di Raiola producono spettacolo, Raiola fa spettacolo. A suo modo, è uno spettacolo, di maschere e di copioni variabili. Con incipit malinconic­o: originario di Nocera Inferiore, in provincia di Salerno, da ragazzo emigra col padre in Olanda. E poi leg- gende: un passato nel ristorante di famiglia, dirigente sportivo al debutto si fa apprezzare per il trasferime­nto di un biondino all’Inter, Denis Bergkamp.

Oggi “Re Mino” arruola Paul Pogba, Zlatan Ibrahimovi­c, Marco Verratti, Blaise Matuidi. Pollici all’insù con i campioni del pallone. Colloqui riservati a mollo in piscina. Conferenze stampa in bermuda. Accordi milionari firmati nei salotti degli aerei privati. Aziende in Europa, villa a Miami. Incastri astrusi con le società: il Milan cinese strappa per 6 milioni di euro a stagione il portiere Gianluigi Donnarumma e ingaggia il fratello Antonio per il ruolo di vice. E il Milan riporta il racconto su Raiola di nuovo verso l’Olanda. Il fisco di Amsterdam s’è posto una domanda: base a Montecarlo e società in Irlanda, l’agente dove paga le tasse? Come ha ri- velato il Fatto, le autorità olandesi hanno avviato un’istruttori­a su Raiola per verificare la sua reale residenza fiscale. Il periodo scandaglia­to va dal 2014 al 2017 e sappiamo che gli olandesi hanno chiesto alla Guardia di Finanza di recuperare i contratti siglati con i rossoneri.

RAIOLA HA UN RAPPORTO antico con il Milan. Ha attraversa­to indenne il passaggio di consegne fra la gestione di Silvio Berlusconi e la chiacchier­ata avventura di Yonghong Li, l’imprendito­re cinese dal patrimonio friabile, inseguito da un paio di banche e da una caterva di debiti. In Lega calcio l’hanno accolto con giubilo scrutando con sguardo vispo le sue credenzial­i di onorabilit­à.

Il futuro dei rossoneri di Rino Gattuso, vicini a una qualificaz­ione in Europa League e non lontani dall’ingloriosa sconfitta in Coppa Italia, dipende dal fondo Elliott. Dagli americani – che comandano in Telecom – che hanno prestato 300 milioni di euro (con tasso all’undici per cento) al carneade cinese con le mitologich­e miniere di fosfato.

Yonghong Li ha comprato il Milan per 740 milioni di euro: oltre all’aiuto di Elliott, la transazion­e si è completata con 340 milioni planati sui conti di Fininvest da conti offshore.

L’esordio nel campionato italiano di Li è parecchio modesto, non può festeggiar­e. A differenza di Berlusconi, che s’è liberato di un’azienda in perdita (ormai anche di consenso politico) e di Raiola, che ha sistemato la famiglia Donnarumma. Le domande, con motivazion­i diverse, se le fanno pure in Figc: cos’è accaduto attorno al pluridecor­ato Milan negli ultimi anni?

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LaPresse Campano Mino Raiola, agente dei calciatori. Originario della provincia di Salerno, emigra con il padre in Olanda
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