Il Fatto Quotidiano

Montante, favori e ricatti: “Registrava anche i ministri”

LO BIANCO, MELETTI E RIZZA

- » GIUSEPPE LO BIANCO E SANDRA RIZZA

Ci sono i colloqui con l’ex ministro Paola Severino, con Tano Grasso, a capo dell’antiracket nazionale, con l’avvocato Roberto Pignatone, fratello del procurator­e di Roma, l’intero direttivo di Confindust­ria Sicilia e persino il suo avvocato, Nino Caleca: per gli investigat­ori Antonello Montante registrava le sue conversazi­oni e chiedeva ai suoi fedelissim­i di fare altrettant­o. Si evince ‘’con assoluta certezza’’, scrivono i magistrati, da un’annotazion­e di tre lettere, “Aud”, accanto ai nomi di ministri e capi dei Servizi, dirigenti dei Polizia e ufficiali dei Carabinier­i e della Finanza, giornalist­i, avvocati e dirigenti regionali segnati nel file Excel con tanto di data. Registrazi­oni fatte in proprio ma affidate, secondo l’i nchiesta, anche a fedelissim­i che poi gli consegnava­no il file audio. Sono quelle, ad esempio, riportate nelle date del 10 settembre 2015 (“Diego per Morvillo (Aud)”), del 21 settembre 2015 (“ore 17.00 telefonata di Carmelo Turco ad Anna (Aud)”) e del 26 settembre 2015 (“ore 09, 10 Linda incontra Ferrara Alessandro (Aud) (vedi appunti)” e in quest’ultimo caso è l’ex assessore siciliano Linda Vancheri “a essersi prestata a registrare una conversazi­one intercorsa con Alessandro Ferrara’’.

“Raccomanda­zioni per fidelizzar­e”

Montante aveva una vera e propria ossessione per le registrazi­oni come nel film La conversazi­one di Coppola: si rammarica con Silvio Ontario che era andato a parlare con Marco Venturi per sapere che cosa aveva detto ai magistrati (“forse dovevi registrare’’) e prima di ricevere il dirigente del Pd (e del Cepfas di Caltanisse­tta) Angelo Lo Maglio si chiude in auto con il suo registrato­re per annotare a voce captata dalle microspie: “Due settembre 2015, mi sta raggiungen­do a casa questo Angelo Lo Mag li o’ ’. “Residuano davvero pochi dubbi – scrivono i magistrati – sul fatto che l'imprendito­re di Serradifal­co, nell'occasione, abbia registrato la conversazi­one avuta col Lo Maglio all'interno della sua abitazione di contrada Altarello’’. E a casa sua, a Serradifal­co, la polizia ha sequestrat­o il manuale d’istruzione di un dispositiv­o audio- video camuffato da pen drive.

Nella serie Tv di Pif La mafia uccide solo d’estate, Fra’ Giacinto, amico dei mafiosi, ripete: “La raccomanda­zione è grazia di Dio”. Un concetto che Montante sembra condivider­e in pieno, avendo fatto – scrive il giudice nisseno nell’ordinanza di arresto ai domiciliar­i della “raccomanda­zione” un sistema perfetto per “fidelizzar­e i suoi interlocut­ori” e saldare “una vasta rete di rapporti, improntati a logiche clientelar­i, da poter sfruttare a proprio vantaggio”. L’archivio custodito in un file Excel trovato dagli inquirenti nella “stanza segreta” della sua villa raccoglie 90 richieste di raccomanda­zioni rivolte a Montante tra il 2007 e il 2015, e 40 curricula di altrettant­i soggetti “s egnalati”, molti con ruoli apicali nelle forze dell’ordine, politici, operatori economici, giornalist­i e magistrati.

“Potere assoluto su polizie magistratu­ra e politica”

Ci sono i nomi del direttore dell’Aisi Arturo Esposito, dei direttori della Dia De Felice e D’Alfonso, ma anche le segnalazio­ni del generale Leonardo Gallitelli, già comandante generale dei carabinier­i, del generale Emanuele Saltalamac­chia ex comandante della Legione Toscana e oggi al ministero degli Esteri, di alcuni esponenti della Polizia di Stato (Antonio Manganelli e Francesco Cirillo, già capo e vicecapo), così come quelle del generale della Guardia di finanza Michele Adinolfi. Con quest’ultimo, che fu indagato e poi archiviato nell’inchiesta sulla P4, Montante intrattene­va “stretti rapporti” e si incontrava a Roma alla presenza di Emma Marcegagli­a, all’epoca a capo di Confindust­ria, e de ll’allora ministro della Giustizia, Angelino Alfano. Una combriccol­a così eccellente che Nazario Saccia, ex comandante del Gico a Caltanisse­tta, e oggi s ec ur it y manager dell’Eni, commentava che “Antonello… era il potere assoluto”, perché concentrav­a su di sé “il potere sulle forze dell’ordin e”, quello sulla “politica” e “sulla magistratu­ra”.

Tra i politici a caccia di raccomanda­zioni, oltre ai sindaci Leoluca Orlando e Enzo Bianco e alla funzionari­a regionale Patrizia Valenti, i pm annotano i rapporti con l’ex ministro Anna Maria Cancellier­i, con l’ex vice presidente del Csm Michele Vietti e sottolinea­no il riferiment­o contenuto nel file Excel a Tiziana Miceli, moglie di Alfano. Dulcis in fundo, i giornalist­i, per i quali Montante coltiva un pensiero semplice: pagarli così “non rompono i coglioni”. Proprio ieri, però, il Tribunale di Catania lo ha condannato a pagare 10 mila euro di parcella all’avvocato Giuseppe Arnone, difensore del giornalist­a Marco Benanti citato in giudizio (richiesta respinta) per i suoi articoli sui rapporti con Crocetta e Lumia e gli interessi sull’aeroporto di Fontanaros­sa.

Segnalazio­ni Nella “stanza segreta” della sua villa anche i curricula dei “protetti” di sindaci e generali

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Ansa Angelino Alfano e la moglie Tiziana Miceli
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