VELTRONI PARLA, IL PD FUGGE NEL PASSATO
IL RISCHIO DI DERIVA autoritaria? C’è, ma non si dice proprio così. Le riforme costituzionali? Sarebbero state necessarie, se qualcuno non avesse sbagliato quasi tutto (il “qualcuno”, ovviamente, è Matteo Renzi). IeriWalter Veltroni, ma anche Pierluigi Castagnetti, hanno utilizzato il convegno su Roberto Ruffilli, professore ucciso dalle Br nel 1988 che teorizzò la democrazia dell’alternanza e il siste- ma maggioritario, per mandare una serie di messaggi sulla situazione attuale. Di fronte a quasi tutto il Pd. Impietrito. E alla ricerca di guide e posizionamenti. “Quasi” perché mancava tutto il Giglio Magico: non c’erano né Renzi, né Lotti, né Boschi. “Noi abbiamo cambiato 32 volte la legge elettorale, quindi saremmo alla Repubblica numero 19. Sono cambiati i partiti e tutto questo è andato sotto la specie ‘Seconda Repubblica’, ma siamo immersi nella crisi della Prima Repubblica, senza aver trovato l’approdo che una democrazia malata deve trovare: la capacità della classe politica di scrivere nuove regole del gioco", ha dettoVeltroni, di fronte a un Ettore Rosato in prima fila. Per inciso, quello che ha dato il nome al Rosatellum. E poi ha provato a dire: giù le mani dal Pd. Ovvero, non provate a dividerlo. Con una nota di disillusione: “Serve una coscienza della missione”. Che evidentemente non c’è.