Nell’agenda di Falcone qualcosa non torna
L’indagine di Edoardo Montolli sul 23 maggio 1992, l’ultimo giorno del giudice ucciso a Capaci
II
22 maggio cade di venerdì. È il giorno in cui Falcone dovrebbe partire per Palermo. (...) La sua segretaria, Francesca Carraturo, ricorda che, quando usava dei voli di linea, “di solito non facevamo mai la prenotazione con il suo cognome. (...)
Falcone utilizza anche voli coperti della Cai, per i quali è referente il Sisde. Ed e quello che viene prenotato per le ore 19 di venerdi 22 (...). Il sabato, tornata in ufficio, Francesca Carraturo troverà però ancora lì il giudice: “Non era partito il venerdi perché voleva partire insieme alla moglie” (...). Per Francesca Morvillo, infatti, fin da mercoledì o da giovedì, la prenotazione è stata fatta per il sabato, con un biglietto per un volo di linea delle 18.50 o delle 20.20 (...). Al Sisde, il dottor Lorenzini, vicedirettore della divisione Si- curezza, conferma che il 19 maggio ha ricevuto la prenotazione del giudice per il 22. Solo la mattina del venerdi Falcone gli ha telefonato per spostare il volo alle 17 del 23. Motivo del cambiamento di programma, per i giudici, sta nel fatto che Falcone vuole andare insieme alla compagna ad assistere alla mattanza a Favignana.
(...) Il nuovo spostamento era stato comunicato alla Questura di Roma soltanto alle 16.30 del 23 maggio (...). Ci sono, nella ricostruzione fatta in sentenza, due dettagli che tuttavia stonano: se da una settimana Falcone era intenzionato ad andare a Favignana sabato mattina 23 maggio con Francesca Morvillo, perché la moglie aveva prenotato un aereo per sabato 23 alle ore 18.50 o alle ore 20.20?
E perché il giudice attese a comunicare il rinvio della gita solo due ore prima della prevista partenza? La risposta più semplice che si può ipotizzare e che Falcone volesse fare una sorpresa alla moglie (...) E questa spiegazione può andar bene per il rapporto con la moglie. Ma non per il resto degli interlocutori. Perché, sulla Sharp, il rientro Roma-Palermo e regolarmente segnato al 23 maggio, non al 22. Se decise solo il 22 pome- riggio di cambiare progetti, che bisogno avrebbe avuto di segnarsi come promemoria la partenza per il sabato? (...) Decido di chiedere delucidazioni al suo amico e avvocato Francesco Crescimanno: “Almeno 48 ore prima Falcone sapeva che sarebbe rientrato a Palermo sabato 23 maggio. Prima di tornare a Palermo mi chiamava e mi diceva: “Torno il tal giorno e ci vediamo”.
Ma se il giudice sapeva da almeno 48 ore che sarebbe partito il sabato, perché attendere tutto quel tempo per prenotare il nuovo volo (...)? Qualcosa di sicuro lo preoccupava molto, perché del viaggio del 23 maggio da Punta Raisi a Capaci, Giuseppe Costanza, l’autista che si salverà, ne rammenta nitidamente un comportamento assurdo: “Io l’ultima cosa che ricordo del dottor Falcone è, appunto, nel chiedergli quando dovevo venire a riprender- lo; mi ha detto: ‘Lunedi mattina’ Io gli dissi: ‘Allora, arrivato a casa cortesemente mi dà le mie chiavi in modo che io lunedì mattina posso prendere la macchina’ ma probabilmente era sovrappensiero perché una cosa del genere non riesco a giustificarla soprattutto da lui. Sfilò le chiavi che erano inserite al quadro dandomele dietro e io a quel punto lo richiamai dicendogli: ‘Cosa fa? Così ci andiamo ad ammazzare’ Questo e l’ultimo ricordo che lui girandosi verso la moglie e incrociandosi lo sguardo e girandosi ancora verso di me fa: ‘Scusi, scusi’. Ecco, queste sono le ultime parole che io ricordo perché poi non c’e più nulla”. Ma cosa lo avrebbe portato soprappensiero a tal punto da spingere un’auto in corsa, resta un mistero. Si può solo narrare cosa accadde nelle v en ti q ua tt r ’ ore precedenti. (...)