Quella strana cartella sui rapporti con Carrai e il generale renziano
Relazioni L’ex paladino antimafia e i colloqui con gli amici dell’ex premier
Antonello Montante conservava annotazioni dei suoi rapporti (in parte già svelati dal Fatto) con gli amici di Matteo Renzi: il generale della Finanza Michele Adinolfi e Marco Carrai. Il Fattoha pubblicato nel 2015 le intercettazioni delle conversazioni dell’ex presidente di Confindustria Sicilia con Adinolfi (indagato ingiustamente e poi archiviato) sull’inchiesta Cpl Concordia di Napoli. Oltre alla celebre telefonata tra Matteo Renzi e il generale Michele Adinolfi in cui Renzi sparlava di Enrico Letta, c’erano anche i colloqui Adinolfi- Montante sull’allora comandante della Gdf, Saverio Capolupo. Secondo Montante era stato prorogato al suo posto (e Adinolfi era rimasto al palo) perché “ha tutto in mano del figlio di Napolitano. Tutto. Me lo ha detto Michele”, cioè Adinolfi.
L’ex vicepresidente nazionale di Confindustria, ora finito agli arresti domiciliari, era allora un insospettabile legalitario. Quindi non c’è nulla di male in questi incontri con il generale Adinolfi e con tanti suoi colleghi, con i politici come Alfano, o con gli impren- ditori come Emma Marcegaglia, allora leader di Confindustria. Resta inspiegabile la ragione per cui Montante annotasse gli incontri e i commensali in apposite cartelle, insieme alle date dei pezzi del Fatto sul tema.
LE ANNOTAZIONI dei pranzi con Adinolfi partono dal 2008. Il 18 novembre 2009 spunta con il generale un tal ‘Alfano’ che sembra l’allora ministro Ncd. Il primo dicembre 2009 c’è “compleanno Adinolfi con Emma all’hotel San Giorgio”. Dove Emma sta per l’allora presidente di Confindustria Marcegaglia. Anche l’an no successivo c’è “compleanno con Michele ed Emma” stavolta con tanti invitati. Dopo altri pranzi con Adinolfi (uno con Emma e Alfano il 28 aprile 2011) si arriva finalmente al 28 gennaio 2014 “cena Adinolfi” a casa del Generale. Poi Montante annota “29 gennaio 2014. Il Fatto Quotidiano io chiamerei Adinolfi e gli passerei Alfano”. Sono i contenuti delle intercettazioni pubblicate dal Fatto nel 2015. Montante sintetizza i nostri pezzi: “Avrei telefonato o ricevuto Carrai che è stato prorogato, quel figlio di puttana ha in mano tutto del figlio di Napolitano. Io avrei sollecitato un incontro a Firenze. Poi Adinolfi chiederebbe se Alfano mi avrebbe riferito qualcosa (...) dal 21 al 23 febbraio avrei detto ad Adinolfi di incarichi di governo”. Poi però seguono particolari che nei pezzi del Fatto non ci sono. Come le note: “28 febbraio 2014 ore 13/14 pranzo Adinolfi e Carrai (Lungarno Soderini ...”. Oppure 12 marzo 2014 “ore 13/14 appun- tamento Carrai e Panucci (Marcella, direttore generale di Confindustria, ndr) a casa Adinolfi”. Infine 10 luglio 2015 articolo Fatto Quotidiano”.
Chissà perché Montante annotava tutto. I magistrati nisseni riportano nell’o rdinanza di arresto una conversazione tra Ettore Orfanello, Comandante del Nucleo P.T. della Guardia di finanza di Caltanissetta, e Nazario Saccia, attualmente alle dipendenze dell’Eni ed ex capo del Gico di Caltanissetta della Guardia di finanza. I due erano impressionati dal potere che Montante aveva avuto sui loro comandanti. Per Saccia “il Montante dei bei tempi” era in grado di “dettare legge” all’interno delle Fiamme Gialle. Per Saccia “a Caltanissetta era il potere assoluto”.