L’alibi Colao per i manager italiani
▶PERANNI
i top manager italiani che lasciavano le loro aziende avevano un argomento per strappare indecorose buonuscite o per negoziare incredibili stipendi prima dell’assunzione: c’è il mercato internazionale competitivo, se vuoi la qualità devi pagarla. E l’esempio per dimostrare che all’estero tutti si contendessero il talento degli italiani era sempre lo stesso: Vittorio Colao, amministratore delegato di Vodafone, il colosso globale della telefonia. Mentre qui da noi i vari Paolo Scaroni, Mauro Moretti, Alessandro Profumo dopo aver incassato milioni e milioni da aziende che non li hanno mai rimpianti rimanevano semi-disoccupati – qualche consulenza, qualche boutique finanziaria – o inseguivano altri posti del capitalismo pubblico con nomine politiche, Colao continuava la sua ascesa. Ieri, dopo 10 anni, ha annunciato l’addio a Vodafone: dal 2009 il titolo è cresciuto del 43,93 per cento, più del mercato (l’indice Ftse 100 ha segnato +42,54). Il gruppo ha appena completato la più grande acquisizione della sua storia, 18 miliardi di euro per Liberty Global, società delle telecomunicazioni via cavo leader in Germania e nell’Est europeo. Al suo posto andrà Nick Read, attuale capo della finanza.
Non sappiamo quanto avrà Colao di buonuscita né quale sia la somma dei suoi stipendi e stock option di questo decennio. Ma a occhio sembrano meritati. Non sappiamo neppure se Colao tornerà in Italia (ma quale aziendina può permetterselo?) o rimarrà a livello globale. Di sicuro da oggi è ancora più evidente che soltanto lui, tra i top manager italiani, ha un vero mercato internazionale, con le eccezioni di Giuseppe Giordo cacciato da Finmeccanica e ora ad del colosso Aero Vodochody, e di Mario Greco, fuggito da Generali per Zurich.
Gli altri boiardi del capitalismo italiano si godono le loro rendite, qualcuno addirittura si permette un ultimo giro (il 70enne Fulvio Conti neo-presidente di Tim). Sanno che nessuna offerta internazionale arriverà mai a turbare la loro placida attesa di ricche pensioni.