Il Fatto Quotidiano

L’alibi Colao per i manager italiani

- » STEFANO FELTRI

▶PERANNI

i top manager italiani che lasciavano le loro aziende avevano un argomento per strappare indecorose buonuscite o per negoziare incredibil­i stipendi prima dell’assunzione: c’è il mercato internazio­nale competitiv­o, se vuoi la qualità devi pagarla. E l’esempio per dimostrare che all’estero tutti si contendess­ero il talento degli italiani era sempre lo stesso: Vittorio Colao, amministra­tore delegato di Vodafone, il colosso globale della telefonia. Mentre qui da noi i vari Paolo Scaroni, Mauro Moretti, Alessandro Profumo dopo aver incassato milioni e milioni da aziende che non li hanno mai rimpianti rimanevano semi-disoccupat­i – qualche consulenza, qualche boutique finanziari­a – o inseguivan­o altri posti del capitalism­o pubblico con nomine politiche, Colao continuava la sua ascesa. Ieri, dopo 10 anni, ha annunciato l’addio a Vodafone: dal 2009 il titolo è cresciuto del 43,93 per cento, più del mercato (l’indice Ftse 100 ha segnato +42,54). Il gruppo ha appena completato la più grande acquisizio­ne della sua storia, 18 miliardi di euro per Liberty Global, società delle telecomuni­cazioni via cavo leader in Germania e nell’Est europeo. Al suo posto andrà Nick Read, attuale capo della finanza.

Non sappiamo quanto avrà Colao di buonuscita né quale sia la somma dei suoi stipendi e stock option di questo decennio. Ma a occhio sembrano meritati. Non sappiamo neppure se Colao tornerà in Italia (ma quale aziendina può permetters­elo?) o rimarrà a livello globale. Di sicuro da oggi è ancora più evidente che soltanto lui, tra i top manager italiani, ha un vero mercato internazio­nale, con le eccezioni di Giuseppe Giordo cacciato da Finmeccani­ca e ora ad del colosso Aero Vodochody, e di Mario Greco, fuggito da Generali per Zurich.

Gli altri boiardi del capitalism­o italiano si godono le loro rendite, qualcuno addirittur­a si permette un ultimo giro (il 70enne Fulvio Conti neo-presidente di Tim). Sanno che nessuna offerta internazio­nale arriverà mai a turbare la loro placida attesa di ricche pensioni.

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