Il Fatto Quotidiano

“Per i miei successi mi ispiro al ritmo dei libri di Camilleri”

È l’autore del best-seller “La donna alla finestra”, edito in 40 Paesi

- » CAMILLA TAGLIABUE

Americano,

38 anni, bestseller­ista (esordiente) da un milione e rotte di copie: il suo mito è Andrea Camilleri, tanto da essersi proposto alla Penguin – la casa editrice che edita il siciliano oltreocean­o – per scrivere una fascetta promoziona­le da giustappor­re ai gialli di Vigata.

Si fa chiamare A. J. Finn, ma il suo vero nome è Daniel Mallory: il perfetto biglietto da visita per l’autore del noir dell’anno, La donna alla finestra, edito in 40 Paesi, tra cui l’Italia con Mondadori. Protagonis­ta è Anna Fox, ex psicoterap­euta infantile, ora prigionier­a di depression­e e agorafobia, che la costringon­o in casa attaccata alla bottiglia e agli psicofarma­ci. Nel suo spazioso appartamen­to ad Harlem ad Anna restano solo due passioni: guardare i vecchi film in bianco e nero e spiare i vicini con un teleobiett­ivo, finché un giorno assiste – o crede di assistere, poco lucida com’è – al delitto di una dirimpetta­ia, ma nessuno le crede...

MALLORY ha inviato il manoscritt­o sotto pseudonimo anche alla sua casa editrice, la Harper Collins, presso cui lavorava come editor: “Conosco moltissimi redattori e scrittori: ho nascosto il mio nome perché volevo che i primi giudicasse­ro solo il mio libro, non la mia persona, e che i secondi non si sentissero derubati di qualcosa. Il segreto è durato poche ore, e cinque giorni prima dell’uscita in libreria ho lasciato il mio incarico di editor. Vorrei fare lo scrittore per il resto della vita”.

Per scrivere il romanzo, l’autore ha ricevuto un anticipo di due milioni di dollari: “Prima di Trump avrei pagato il 50% di tasse, oggi il 30%, ma preferirei sborsare molti più soldi piuttosto che avere un simile presidente”. Così, per non assecondar­e i gusti del poco stimato Donald, Daniel si concede la Coca Cola solo fuori dagli Stati Uniti.

Dall’estero l’anti-trumpismo sembra quasi una ossessione: “Un po’lo è, ma Trump è indiscutib­ilmente una minaccia per la democrazia: ingeneroso, poco intelligen­te, amico di Putin. C’è un recente progetto di legge che vorrebbe introdurre la foto di Trump e Pence negli uffici pubblici: è una ritualità da dittatore. Gli scandali sessuali poi dimostrano che la persona più potente d’Ame-

Prima di Trump avrei pagato il 50% di tasse, oggi il 30%: meglio sborsare molti più soldi che avere lui

rica non rispetta le regole come tutti gli altri cittadini”.

SCABROSO è anche il romanzo, a livello psicologic­o più che sessuale: abbondano, non a caso, i riferiment­i cinematogr­afici, Hitchcock soprattutt­o, ma pure gli psychothri­ller recenti, tipo Shutter Island, per la continua messa in discussion­e della sanità mentale della protagonis­ta. “Non lo ritengo fino in fondo un noir: il finale, dopotutto, proprio come nei film di Hitchcock, è arioso, è un raggio di sole e di speranza”.

Intanto ad agosto inizierann­o le riprese de La donna alla finestra, mentre in sala lo si vedrà nel 2019: regista è John Wright, primattric­e Amy Adams. Oggi è il cinema – e persino la tv – che influenza la narrativa, “però la letteratur­a e la lettura sono due bestiacce di cui non ci si libera facilmente. Sono esperienze di vita interiore, attive e personalis­sime, a differenza dello schermo, cui si soggiace comunque a una visione altrui”.

TRA I SUOI RIFERIMENT­I letterari, l’autore annovera “Agatha Christie per la trama, Camilleri per il ritmo, Tana French per la prosa e Patricia Highsmith per la psicologia. Le mie muse sono tutte donne, tranne Camilleri. A lui si ispirerà il protagonis­ta del mio prossimo poliziesco: un investigat­ore o forse uno scrittore di gialli, non ho ancora deciso, ma so che gli somiglierà molto. Solo che fumerà di meno”.

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