Il Fatto Quotidiano

Ma mi faccia il piacere

- » MARCO TRAVAGLIO

Loro-3. “Al termine di un comizio ad Aosta, il leader di Forza Italia commette una gaffe clamorosa. É il momento degli omaggi: un quadro di un'artista valdostana e a un cavallino in ceramica. Ma l'ex premier esclama: 'Preferisco lei', rivolgendo­si alla ragazza che gli sta porgendo i regali e che, imbarazzat­a, sgrana gli occhi. 'É mia figlia', risponde il coordinato­re regionale di FI, Massimo Lattanzi, scivolando a sua volta su una battuta peggiore: 'Sei un buongu-staio'. .. ” ( H uf fin gt on Post, 20.5). Vuoi favorire?

Allegria. “Farò altre cose significat­ive, nei prossimi mesi. E la prima sarà andare sulla tomba di Bob Kennedy per la commemoraz­ione della sua morte il 6 giugno di 50 anni fa” (Matteo Renzi, ex segretario Pd, La Stampa, 20.5). Tra salme, ci si intende.

Se ve rg nex it . “Uscire dall'euro? Avete visto cos'è successo ad altri!” (Beppe Severgnini, direttore di Sette, Otto e mezzo, La7, 16.5). No, non abbiamo visto, forse perchè nessuno è mai uscito dall'euro.

Memento Marcello.“Berlu-sconi a Mattarella: 'Si ricordi di Dell'Utri...'” ( Il Dubbio, 9.5). E' l'amico di Stefano Bontate, quello che fece ammazzare suo fratello Piersanti, se lo ricorda?

Fessina. “M5S e Lega, caccia al premier. Divisi su migranti e sicurezza” ( la Repubblica, pag.1, 14.5). “Luigi Di Maio, l'uomo che girava con un contratto di governo prestampat­o da far firmare al miglior offerente...” (Sebastiano Messina, la Repubblica, pag.1, 14.5). Il contratto è prestampat­o in mano a Di Maio, eppure M5S e Lega sono divisi su migranti e sicurezza. Una delle due è una fake news, o forse lo sono tutt'e due.

Braccia rubate alla Lega. “I Rom dove li mettiamo? Ma sono persone così garbate, con un tale senso della vita, gli piace vivere sotto il cielo stellato. Se ne vanno dove vogliono, tranne che qui” (Vincenzo De Luca, presidente Pd della Campania, 17.5). Ministro dell'Interno subito.

Il moderato. “Dovete sequestrar­lo, legarlo e sputargli addosso: è una chiavica”(Vincenzo De Luca a proposito del sindaco Luigi De Magistris, Il Mattino, 18.5). Stava commemoran­do Aldo Moro.

Oracoli. “Quando mio fratello Giulio aveva 8 anni, si fece leggere la mano da una maga, Silvia, che gli disse: tu diventerai presidente della Repubblica” (Angiola Tremonti, Un Giorno da Pecora, Radio1, citata da nonleggerl­o.it, 11.5). La famosa Rea Silvia.

Premesso che dopo Ventura sulla panchina della nazionale farebbe la sua figura anche Jimmy il Fenomeno, fossimo nei 60 milioni di tifosi azzurri, il freno a mano degli entusiasmi lo terremmo tirato. Anche se nessuno lo dice, la verità è che in campo internazio­nale il nuovo ct Roberto Mancini è stato finora, nelle vesti di allenatore, una tragedia. Una sciagura vera. Eppure non parte male il giovane Roby, che a 38 anni – corre la stagione 2002-03 – si ritrova a guidare la Lazio in Coppa Uefa; dove in semifinale incoccia però nel Porto di Mourinho che la spazza via con un brutale 4-1 all’andata (e 0-0 al ritorno). Passa un anno e la Lazio è in Champions: da dove toglie subito il disturbo, ultima nel girone alle spalle di Chelsea, Besiktas e Sparta Praga ( sic). Mancini è entrato, però, nelle grazie di Massimo Moratti che lo porta all’Inter per quattro stagioni di Champions. Nella prima (2004-05) l’Inter esce ai quarti umiliata nella doppia sfida col Milan: che vince 2-0 all’andata e 3-0 (a tavolino) al ritorno nel famoso match del petardo in testa a Dida dopo il gol spezza-speranze di Shevchenko. Passa un anno e Mancini cola a picco nei quarti col Villareal: che perde 1-2 a San Siro ma in Spagna segna un golletto e vola in semifinale. Altro giro, altro regalo: è il 2006-2007 e l’Inter si squaglia agli ottavi di fronte al Valencia che dopo il 2-2 di San Siro narcotizza la Mancio-band al Mestalla: 0-0 e nerazzurri che si risveglian­o solo al fischio finale scatenando la leggendari­a rissa che costa 6 giornate a Burdisso e Maicon, 3 a Cordoba e 2 a Cruz. E agli ottavi si chiude anche l’avventura 2007-08: ancora con isterismi assortiti, questa volta contro il Liverpool di Benitez che vince 2-0 all’andata (Materazzi espulso dopo mezzora) e 1-0 al ritorno, con rosso a Burdisso sullo 0-0.

DI FIGURACCE così Moratti ne ha abbastanza: e assume Mourinho. Dopo un anno sabbatico, Mancini se ne va in Inghilterr­a al Manchester City dove apre un nuovo quadrienni­o. Dopo una prima stagione fuori dal giro, il City torna nel 2010-11 in Europa League, ma senza gloria, elimi- nato agli ottavi dalla Dinamo Kiev. Seguono due stagioni in Champions una più disastrosa dell’altra. Nel 2011-12 il City non supera il girone eliminator­io (3° alle spalle di Bayern e Napoli) e retrocede in Europa League dove si fa strapazzar­e dallo Sporting Lisbona. Nel 2012-13 Mancini finisce ultimo alle spalle di Dortmund, Real Madrid e Ajax, con zero vittorie; e anche il City decide così di spesarlo. Roby ripara in Turchia, al Galatasara­y, dove non fa in tempo a qualificar­si a spese della Juve di Conte (battuta 1-0 nel famoso match sotto la neve) ed eccolo già a casa, agli ottavi, fatto fuori dal Chelsea. Mancio decide che è ora di tornare all’ovile: e riparte dall’Inter. È il 2014-15 e con Roby in panca l’Inter in Europa League esce agli ottavi stavolta per mano del Wolfsburg (doppio ko, 1-3 e 1-2). L’anno seguente, con l’Inter fuori da tutto, Mancini consuma il divorzio e dopo un altro anno sabbatico firma per lo Zenit San Pietroburg­o: che in Europa League, è cronaca di ieri, sparisce ai sedicesimi fatto fuori dal Lipsia.

Domanda: alla Figc hanno studiato bene il curriculum internazio­nale di Mancini? Perché delle due l’una: o erano di fretta, oppure il subcommiss­ario Costacura (quello di “Matuidi e Pjanic miglior centrocamp­o del mondo”) aveva bevuto un po’, quella sera.

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Ansa Roberto Mancini Nuovo ct
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