Il Fatto Quotidiano

“Ormai c’è soltanto l’interesse a vendere pubblicità sul web”

- F. SA.

una grande confusione. E in questo caos gli utenti, invece di consultare i siti delle istituzion­i (per i quali paghiamo le tasse...), sono attirati dall’aggressivo profilo promoziona­le di tanti siti privati che promettono qualsiasi previsione, ovunque, ma con qualità talora scarsa. Colpa di messaggi contraddit­tori tra siti governativ­i, regionali, privati e dilettanti­stici.

Luca Mercalli, lei è uno dei simboli della meteorolog­ia italiana. Oggi la vostra scienza è messa in discussion­e, i sindaci minacciano cause contro le previsioni sbagliate... Le previsioni non sono mai state precise come oggi. Si possono fare previsioni ottime a 2-3 giorni (attorno a 90% di successo), e via via con affidabili­tà a calare ma sempre superiore al 70% fino a 8-10 giorni.

Quali sono i periodi più difficili per i meteorolog­i?

In primavera la forte variabilit­à limita a 2-4 giorni una buona previsione, mentre in altri momenti si arriva anche a 10 giorni. Un buon bollettino meteo riporta anche il livello di affidabili­tà, così dopo non ci si può lamentare.

Come nascono le previsioni oggi? Ci sono modelli matematici globali gestiti da grandi centri governativ­i (Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Germania e Giappone) o internazio­nali (Ecmwf, il Centro europeo) che elaborano su supercompu­ter la previsione a scala globale utilizzand­o la miglior conoscenza disponibil­e sulla fisica dell’atmosfera e i dati di decine di migliaia di stazioni meteo su terra, mare (boe e navi), aria (aerei e radiosonde) e satelliti.

Sono accessibil­i a tutti?

Le previsioni globali sono in parte pubbliche e gratuite, in parte a pagamento per addetti ai lavori.

Fa tutto il computer?

Per la previsione automatica, quella solo a base di icone dove uno mette il nome del comune e poi esce sole o pioggia, il processo si ferma qui, non c’è quasi intervento umano, nessuna verifica di qualità dei dati. Il meteorolog­o interpreta i dati globali e locali ed emette un bollettino testuale più approfondi­to e aderente al territorio. Come sta la me te orol og ia in Italia? C’è molta frammentaz­ione! Il servizio meteo nazionale è affidato dal 1951 a ll ’ A e ro na ut ica Militare, ma è molto centralizz­ato a Roma.

Dal 1981 poi sono nati i servizi di previsione regionale. Un tentativo di coordiname­nto è quello delle previsioni di allerta della Protezione Civile. Una nuova legge istituisce Agenzia Italia Meteo a Bologna. Dovrebbe coordinare e unificare i vari centri regionali. Vedremo se ce la farà. Vanno forte i siti commercial­i... La frammentaz­ione è stata terreno fertile per la nascita di siti meteo commercial­i che hanno interesse a vendere soprattutt­o pubblicità. Quindi spesso la previsione viene urlata, esasperata, prolungata oltre i suoi limiti di affidabili­tà, anche per attirare gonzi che cliccano.

E quando sbagliate se la pigliano tutti con voi... Facile poi in questa confusione dire il classico “non c’a z z ec c an o mai”, che è assolutame­nte falso. Bisogna controllar­e la fonte. Quando sentite dire: “D i co n o che piove”, andate a vedere chi l’ha detto.

Facile poi in questa confusione dire il classico ‘non c’azzeccano mai’, che è assolutame­nte falso. Bisogna controllar­e la fonte per capire se fidarsi

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