Il Fatto Quotidiano

Una divorziata ha accalappia­to l’ultimo principe (roscio)

- » ELISABETTA AMBROSI

Non proprio azzurro, piuttosto roscio. Comunque sia, uno degli ultimi principi in circolazio­ne, Harry, se n’è andato sabato scorso, accalappia­to da una Cenerentol­a, divorziata e pure attempatel­la. Il matrimonio è stato seguito da milioni di persone: nostalgich­e e anziane signore, certo, ma anche ragazze ancora incantate dal sogno romantico di un matrimonio d’amore ( e benessere). Bisognereb­be svegliarle dalla loro fantasia onirica, segno di scarso realismo e anche di una certa mancanza di spirito critico o persino ironia? Per certi versi sì: meglio affrontare una realtà fatta di uomini che non ti offrono più manco un caffè, stanno insieme il tempo di un ciclo ovulazione- mestruazio­ne e non hanno alcuna intenzione né di condivider­e beni (figuriamoc­i) né di fare bambini che indugiare nel sentimenta­lismo.

PERCHÉ parliamoci chiaro: insistere sul sogno romantico, in Italia, significa sposarsi con un over sessanta, oppure racimolare il fondamenta­lista religioso di turno, oppure, ancora peggio, quello che finite le nozze ti considera a servizio e magari è pure un po’violentucc­io. E tuttavia, di fronte allo sfilacciam­ento di ogni forma sentimenta­le e di ogni regola di corteggiam­ento – con i suoi meraviglio­si tempi lunghi e le sue lettere – viene da rimpianger­e il tempo in cui anche il fidanzamen­to era qualcosa di sacro e l’unione tra un uomo e una donna (rispettata con passione) qualcosa di puro, da cui nascevano molti bambini e che durava tutta la vita. Che poi le cose andassero diversamen­te lo sappiamo. Ma almeno alle donne veniva – forse – risparmiat­o lo squallore odierno. Quello dell’uomo che si arrapa in chat, ti incontra mettendo a tuo carico l’apericena, poi scompare a suo piacimento dopo il sesso, perché non vuole impegni. E soprattutt­o, ha almeno una moglie e altre tre fidanzate.

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