CHE IL BUON SENSO LI PERDONI
Come se non bastassero le buche a terra, Roma di questi tempi è martoriata anche sui muri. Dopo via Gregorio VII, questa volta è toccato a via Salaria: “L'aborto è la prima causa di femminicidio nel mondo. #Stopaborto”: questa la scritta che campeggia sul manifesto antiaborti- sta della nuova campagna di CitizenGo, la fondazione legata agli estremisti Prolife, ideata proprio in occasione del quarantennale della legge 194.
La campagna nascerebbe dal desiderio di sensibilizzare le persone sugli effetti collaterali della legge, e per giustificare l'evidente assenza di attinenza tra il femminicidio e l'aborto la CitizenGo si rifugia in parte dietro l'alibi dell'aborto selettivo, praticato spes- so in India e in Cina e non al quartiere Salario di Roma. Il tentativo di creare un'ambiguità tra le madri a rischio di eventuali complicanze medico-sanitarie che possono essere loro fatali e i feti soppressi perchè femminili, è probabilmente la strategia fondante della campagna stessa. Ad alzare la cortina dell'ipocrisia, come è solito fare con tutto ciò che concerne i diritti civili, c'ha pensato Marco Cappato: “La legalizzazione dell'aborto continua a far calare il numero di aborti. Coloro che vogliono criminalizzare l'aborto sono i veri abortisti e i loro "manifesti choc" choccano solo il buonsenso”.
Voto: 8