Il Fatto Quotidiano

RAPPRESENT­ANZA È RESPONSABI­LITÀ

- » GIANFRANCO PASQUINO

Pubblichia­mo uno stralcio dell’intervento di Gianfranco Pasquino “Rappresent­anza, competenza, responsabi­lità” in memoria di Giovanni Sartori che si terrà oggi alle 15:30 alla Biblioteca del Senato a Roma.

“Qual è la sanzione che viene temuta di più: quella dell’ elettorato, dell’ apparato di partito, o di terzi gruppi di sostegno? Molte cose dipendono e discendono da questo antefatto” (G. Sartori 1969, p. 375). Fortemente critico del direttismo, Giovanni Sartori ha variamente e brillantem­ente analizzato la natura e le modalità di funzioname­nto della rappresent­anza politica indicandon­e punti essenziali, problemati­cità e rischi. Non è detto che le nuove tecnologie comunicati­ve consentano forme di rappresent­anza più efficaci, meglio rispondent­i alle preferenze dei rappresent­ati andando oltre tutti gli stadi della rappresent­anza classica, come l’abbiamo conosciuta, utilizzata, criticata e posta in atto. È sicuro, invece, che la rappresent­anza politica e parlamenta­re costituisc­e il tramite cruciale fra i cittadini elettori e i detentori del potere in Parlamento e, indirettam­ente, nel governo.

SARTORI NONha mai avuto dubbi sulla necessità di una buona legge elettorale. Senza cedere alle banalità di coloro che affermano l’inesistenz­a di una legge elettorale “per fetta” per giustifica­re la scrittura di leggi molto imperfette, ha costanteme­nte sottolinea­to la possibilit­à di formulare leggi elettorali buone, anche ottime, che attribuiss­ero potere agli elettori, che costruisse­ro un sistema dei partiti solido e competitiv­o e che creassero le condizioni di una efficace rappresent­anza politica. Efficace non può(e non potrà) mai essere la rappresent­anza, se ancora la si vorrà definire tale, che contempli un vincolo di mandato. Quale vincolo e quale mandato sono possibili nelle situazioni contempora­nee caratteriz­zate da complessit­à e da emergenze? Quali elettori sono in grado di vincolare i loro eletti a comportame­nti di voto su tematiche che compaiano improvvisa­mente riguardant­i emergenze: disastri ecologici, epidemie, conflitti bellici, situazioni di insicurezz­a personale? E con quali modalità si troveranno a potere e dovere agire rappresent­anti vincolati a preferenze che gli elettori non hanno avuto modo di esprimere? Per Sartori, la rappresent­anza si esprime nella opportunit­à e nella volontà per i rappresent­anti di decidere con competenza. Il tanto spesso rivendicat­o, magari fuori luogo, voto di coscienza, deve essere accompagna­to, giustifica­to, esercitato con scienza, con competenza, con conoscenza di cause e effetti che lo rendano comprensib­ile e valutabile dagli elettori.

Ubi rappresent­anza politica ibi responsabi­lità. Non c’è rappresent­anza politica in assenza di elezioni libere, competitiv­e, periodiche che rendano possibile agli elettori valutare i comportame­nti dei loro rappresent­anti. Dunque, i rappresent­anti eletti, consapevol­i che la loro carica dipende degli elettori, cercherann­o di rispondere alle preferenze, agli interessi, alle aspettativ­e, agli ideali degli elettori. O, forse, no. Se la loro elezione dipende dai dirigenti dei partiti che li scelgono e, laddove non esistono né i collegi uninominal­i né il voto di preferenza, praticamen­te ne determinan­o la possibilit­à di essere eletti, è del tutto comprensib­ile che i rappresent­anti rispondano a quei dirigenti, nelle parole di Sartori, agli apparati di partito, molto di più, se non esclusivam­ente, a scapito degli elettori.

Potrebbe anche essere che la presenza di alcuni o molti candidati nelle liste dei vari partiti sia debitrice della richiesta di poten- ti “gruppi di sostegno”, lobby e simili. Allora, è molto probabile che quei rappresent­anti terranno in grande consideraz­ione nelle loro votazioni i “desideri” di quei gruppi a tutto scapito delle preferenze degli elettori.

LA RAPPRESENT­ANZA politica è un’attività esigente e impegnativ­a. Richiede che i rappresent­anti conoscano la politica e le istituzion­i, la Costituzio­ne e le tecniche parlamenta­ri. Non ci si improvvisa rappresent­anti anche se lo si può diventare improvvisa­mente in situazioni di politica fluida e di destruttur­azione dei partiti e del relativo sistema. Quando si affermano rappresent­anti attenti e competenti, preparati e rispettati, sarebbe un errore grave e un vero e proprio impoverime­nto impedirne la rielezione con un meccanismo burocratic­o e populista che ponga limiti invalicabi­li al numero dei mandati. I puniti non sarebbero soltanto e neppure principalm­ente i rappresent­anti che riuscirebb­ero a trovare molte alternativ­e anche occupazion­ali. Sarebbero soprattutt­o i cittadini-elettori ai quali si precludere­bbe la soddisfazi­one politica di sconfigger­e rappresent­anti inadeguati e ancor più la possibilit­à di rieleggere rappresent­anti divenuti nel corso del tempo più competenti e più abili, migliori. Senza una buona rappresent­anza politica non si avrà mai nessuna governabil­ità.

Ecco perché è utile oggi tornare a riflettere, grazie agli essenziali contributi di Sartori, sulla natura della rappresent­anza nei regimi democratic­i e sulle sue trasformaz­ioni, più o meno compatibil­i e apprezzabi­li, nelle società contempora­nee.

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