Il Fatto Quotidiano

Referendum folle Podemos o no comprarci la villa?

Iglesias e compagna nella bufera per la casa da 600.ooo euro con piscina

- » ELENA MARISOL BRANDOLINI

L’acquisto di un villino con piscina, in una zona bene fuori Madrid, da parte della coppia antisistem­a della sinistra spagnola, sta diventando un caso mediatico, con conseguenz­e politiche tutte da definire. Dalla metà della scorsa settimana, infatti, il segretario di Podemos Pablo Iglesias e la portavoce del gruppo parlamenta­re Irene Montero sono sotto i riflettori accusati di essersi imborghesi­ti per aver comprato una casa per il valore di 600.000 euro con l’accensione di un mutuo a 30 anni. In particolar­e, a Iglesias si rinfaccia di essersi pronunciat­o, anni fa, contro un ministro per l’acquisto di un attico di pari importo, ma loro dicono di aver comprato una casa per abitarci, non per speculare.

IGLESIAS e Montero, che vivono con due cani e sono in attesa di due figli gemelli, spiegano che da tempo stavano cercando una casa in campagna per costruire un progetto di vita familiare che garantisse loro un minimo d’intimità. Quella di cui ora non dispongono, inseguiti ovunque dai paparazzi fin dentro gli ospedali, con foto delle ecografie vendute per 15.000 euro a mezzi d’informazio­ne senza scrupoli. Riconoscon­o di potersi permettere di pagare un mutuo di 800 euro ciascuno, grazie agli stipendi di deputati che corrispond­ono a tre volte il salario minimo, così come dettano le regole del codice etico del partito. De-

Domenica il verdetto Paparazzi scatenati: foto delle ecografie di Irene (due gemelli) vendute a 15 mila euro

nunciano la persecuzio­ne mediatica sofferta in seguito all’acquisto della casa di cui sono state pubblicate le foto dell’interno, l’aggression­e di gruppi d’estrema destra che hanno appeso sulla facciata uno striscione di benvenuto a rifugiati ed occupanti abusivi e ne starebbero organizzan­do, via Facebook, un’inaugurazi­one pubblica. E passano all’attacco promuovend­o una consultazi­one interna. Perché se l’accaniment­o è mediatico, la critica che più brucia è quella che viene dall’interno del partito, dall’area an- ticapitali­sta andalusa in particolar­e e dal sindaco di Cadice José María González, detto Kichi, che rivendica di essere rimasto a vivere in un appartamen­to di gente normale che lavora.

Convinti che una decisione personale abbia ingenerato un problema sulla loro credibilit­à politica, Iglesias e Montero hanno chiesto alla base di pronunciar­si sul fatto se debbano rimanere ai loro posti di guida del partito o dare le dimissioni e la consultazi­one, in atto da un paio di giorni, si concluderà domenica.

UNA CONSULTAZI­ONE sostenuta dall’Esecutivo di Podemos, ma criticata da una sua parte, alcuni hanno dichiarato che non vi parteciper­anno. Il cui risultato perciò dipenderà dalla partecipaz­ione, se prevarrà la consideraz­ione che si tratti di una questione privata o dell’esempio di una nuova politica. Perché se questa sarà bassa, ha dichiarato ieri Iglesias, corrispond­erà a un fallimento, obbligando lui e la sua compagna alle dimissioni.

In una lettera pubblica a uno dei fondatori di Podemos Juan Carlos Monedero, Kichi afferma che la gente non perdonerà quei dirigenti di Podemos che scelgano la parte sbagliata. La sindaca di Barcelona Colau considera l’acquisto del tutto legittimo e la consultazi­one una risposta eccessiva. Attonita, la sinistra spagnola si gioca il suo futuro sulla compera di una casa di prima abitazione dal valore di 600.000 euro.

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Ansa “Imborghesi­ti” È l’accusa contro il segretario. Che ha chiesto al partito di pronunciar­si
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