Tasse dimenticate e ipoteca: la storia della casa di Conte
Iva, Irpef & C. Equitalia – nel 2011 per pochi mesi – bloccò l’appartamento a Roma per un credito di 49 mila euro
Negli archivi della Conservatoria è riassunta l’in t er a vicenda della casa del presidente del Consiglio incaricato Giuseppe Conte in via Giulia a Roma – una delle strade più prestigiose – ipotecata nel marzo 2011 da Equitalia per un “imp orto capitale di 24.600 euro a garanzia del proprio credito di 49.200”. Conte ha rimosso l’iscrizione pagando nel novembre 2011.
A LL’AVVOCATO ci vi l is ta , guida designata del governo gialloverde di Lega e Cinque Stelle, Equitalia ha recapitato una doppia cartella esattoriale con insolvenze di origine diversa: una da 26.000 euro del 2009 e una da 24.600 del 2011. Nel complesso, il debito fiscale più cospicuo riguardava versamenti Iva per 17.000 euro (riferiti al 2006) e 18.000 euro di Irpef (per il triennio 2001-2003). Poi ci sono 12.700 euro di contributi per la pensione richiesti dalla Cassa di previdenza e assistenza forense dal 2002 al 2008.
Per il commercialista e i collaboratori di Conte, sentiti dall’Espresso che martedì ha sollevato la questione, il professore ha subìto l’ipoteca perché non ha ricevuto mai i documenti spediti per posta. Il palazzo in cui abita è sprovvisto di portiere, precisano. Ma i documenti – che coprono un arco di tempo di almeno sette anni – sono parecchi.
Dalle carte ufficiali che il Fatto Quotidiano ha consultato si può soltanto desume- re che la Cassa degli avvocati e l’Agenzia delle Entrate hanno inviato le comunicazioni a Conte sempre all’indirizzo romano.
IL FUTURO PREMIER ha acquistato la casa tra il Vaticano e corso Vittorio Emanuele II nel lontano 1999, all’epoca c’era ancora la lira e Conte era un avvocato di 34 anni con un curriculum già abbastanza folto. Il professore ha firmato il rogito di un immobile – allora classificato come “popolare” e poi riqualificato – di proprietà della società Michele Amari srl. In prospettiva, un affare. All’atto notarile, un investimento.
Michele Amari srl, proprio in quel periodo, passò d al l ’ imprenditore romano Alfio Marchini – candidato al Campidoglio per due volte – al casertano Giuseppe Statuto. Quest’ultimo sarà ricordato, anni dopo, per le spericolate avventure dei “furbetti del quartierino”, anche se con una traiettoria differente rispetto a Stefano Ricucci e Danilo Coppola. Conte si fa carico dei lavori di ristrutturazione e Statuto gli installa un ascensore prima di salutare.
IL PREZZOè di 450 milioni di lire per un appartamento al primo piano di 130 metri quadri: 140 milioni sono la caparra, gli altri 310 vengono saldati all’estinzione del mutuo di Statuto con la banca Mps. Davanti al notaio, non è specificata la modalità di pagamento: non si segnalano assegni, prestiti o mutui. Il palazzo di via Giulia è di interesse storico e artistico, perciò è vincolato, come viene specificato durante la c o m pr a v e n di t a : “In relazione a tale situazione l’atto in trascrizione verrà notificato al ministero dei Beni culturali e ambientali e, pertanto, esso è sospensivamente condizionato al mancato esercizio del diritto di prelazione da parte del ministero stesso”. Il ministero approva l’operazione, il professore Conte liquida Statuto e, quasi vent’anni dopo, la casa può valere un milione di euro. Il Fattoha chiesto una replica a Conte tramite l’ufficio stampa dei Cinque Stelle. Nessuna risposta.
450 milioni di lire
Il giurista ha comprato l’immobile nel 1999 senza mutuo o assegni da Giuseppe Statuto