Il Fatto Quotidiano

“Dovevo occupare la Rai a Genova”

Ricordi del giovane sottotenen­te: il “Piano OP” contro i “ribelli” del 1963

- » LUCIANO CERASA

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Italia si deve sempre avere un piano B: in economia certo, ma anche per difendere lo Stato contro “i ribelli”, a costo di impugnare le armi o praticando “atti illeciti per fini leciti”. Una modalità in cui rientrereb­be anche la Gladio e il Piano OP, di difesa dell’or dine pubblico, a cui ha partecipat­o di persona, da giovane sottotenen­te nel lontano 1963, Paolo Savona.

SIAMO nell’ottobre 2015 e l’economista è il principale relatore a un convegno organizzat­o da Scenari Economici. “L’economia italiana non è uscita dal pantano in cui si è collocata aderendo prematuram­ente e senza preparazio­ne all’euro e disfacendo­si dei classici strumenti di aggiustame­nto (svalutazio­ni, credito per lo sviluppo e spesa pubblica), sommando alle sue ‘eresie’ di politica economica e ai suoi ‘esorcismi’ per correggern­e gli effetti, quelli dell’Unione europea” tuona Savona, rivendican­do di aver invitato le autorità italiane a preparare un piano B fin dal luglio 2011. “Che un paese debba avere più ‘Piani B’ in casi di crisi è noto in letteratur­a e nella pratica e anche su questa moltitudin­e di esigenze ho avuto una qualche esperienza” narra il (ex?) candidato a ministro dell’Economia che, va ricordato, è stato anche, tra i suoi innumerevo­li incarichi, membro delle Commission­i Ortona e Jucci per la riforma dei Servizi di sicurezza. “Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire” osserva amaro Savona, che poi rivela con orgoglio un paio di aneddoti di gioventù.

“Nel 1963 – racconta Savona – in qualità di sottotenen­te di complement­o nel Reggimento Leoni di Liguria a Sturla, Genova, zona politica calda, ho svolto esercitazi­oni nell’ambito del Piano OP (Ordine Pubblico), nell’ipotesi in cui lo Stato fosse stato attaccato da forze eversive”. Il compito assegnato al sottotenen­te Savona era quello di occupare, o di liberare nel caso in cui fosse stata occupata dai “ribel- li”, la sede Rai di Genova. Sono trascorsi meno di tre anni dai moti di piazza antifascis­ti contro l’ingresso del Msi nella maggioranz­a che portarono alle dimissioni del governo Tambroni e che videro proprio a Genova l’aperta rivolta di camalli e operai. Solo pochi mesi dopo, nel 1964, verrà sventato il Piano Solo, un tentativo di colpo di Stato elaborato dal comandante dell’Ar- ma dei Carabinier­i, Giovanni De Lorenzo, che prevedeva l’occupazion­e dei centri di potere dello Stato e di imprigiona­re gli oppositori politici considerat­i “sovversivi” secondo le valutazion­i del Sifar, il disciolto servizio di intelligen­ce delle forze armate.

“Nel 1992 – prosegue Savona – appresi direttamen­te da Francesco Cossiga i motivi dell’esistenza dell’organizzaz­ione Gladio, i cui compiti si spingevano anche oltre il Piano OP, ma che aveva lo stesso scopo del mio Piano B: prepararsi al peggio per tutelare la sicurezza della Stato, dovere minimo di ogni appartenen­te ai gruppi dirigenti di un Paese per difenderne i principi costituzio­nali”. Tra questi compiti “vi sono anche quelli dei servizi informativ­i e dei compiti operativi dell’intelligen­ceche comprendon­o la materia delicata degli ‘atti illeciti per fini leciti’ da me analizzati e discussi con fior di giuristi nelle due commission­i di indagine sui Servizi ai quali ho partecipat­o”.

Nel 1992 appresi direttamen­te da Cossiga i motivi dell’esistenza di Gladio, i cui compiti si spinge vano anche oltre il Piano OP a cui mi avevano addestrato

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Ansa Economista Paolo Savona
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