Il Fatto Quotidiano

Anche il garante italiano bacchetta il decreto privacy

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▶È ARRIVATO ieri allq commission­e speciale del Senato il parere del Garante Privacy italiano, Antonello Soro, allo schema di decreto legislativ­o per l’adeguament­o della normativa nazionale nuovo Regolament­o europeo sulla privacy. Con diverse osservazio­ni su temi già sollevati dal Fatto e che, si spera, vengano recepite. La prima: il parere suggerisce modifiche alla data retention, la conserva- zione dei metadatai telefonici per sei anni per ristabilir­e “la proporzion­alità tra esigenze investigat­ive e limitazion­i del diritto della protezione dei dati dei cittadini”. Viene anche osservata la neccessità di reintrodur­re le sanzioni penali in caso di trattament­o illecito dei dati personali anche ‘per danno’e non solo ‘per profitto’. Per applicarle, in pratica, si dovrebbe valutare anche il danno d’immagine e reputazio- nale della vittima (si pensi al cyberbulli­smo o al revenge porn) e non solo il profitto economico. Inoltre, il Garante Privacy fissa a 14 anni (e non a 16) l’età minima per iscriversi ad un social network mentre solleva alcuni dubbi sul la definizion­e di “riutilizzo” dei dati per la ricerca e i fini statistici e suggerisce, per essere più chiari, di sostituire il termine “riutilizzo” con quello di “trattament­o ulteriore da parte di terzi”.

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