La solitudine di Confindustria tra caso Montante e Salvimaio
L’ASSEMBLEA Nessuna critica all’imprenditore arrestato
Su Antonello Montante, l’ex simbolo della Confindustria antimafia ora arrestato per associazione a delinquere, il giudizio è sospeso: “Stiamo seguendo la vicenda in Sicilia. Per noi la legalità è un punto irrinunciabile. Non siamo giustizialisti né giustifichiamo nessuno”, una frase pronunciata a braccio, assente dal testo della relazione del presidente degli industriali Vincenzo Boccia. Al nascente governo Lega-M5S il messaggio è un monito: “L’Europa è imprescindibile, no a passi indietro su Tav e Ilva”. Boccia, a nome degli industriali, vuole usare tutta “la determinazione e la volontà che mettiamo nel guidare le nostre imprese”, per diventare l’argine ai populismi. Cioè “per cambiare senza distruggere”.
PER CAPIRE QUANTO sia spiazzato l’establishment italiano l’assemblea di Confindustria è sempre un buon termometro. Le 26 pagine della relazione di Boccia sono un disperato tentativo di fermare il tempo, di costruire una diga almeno verbale di fronte a cambiamenti che stanno distruggendo la Confindustria dall’interno – l’ultimo è l’addio di Luxottica, oltre all’arresto di Montante – e dall’esterno: il contesto a cui era abituata non esiste più. La relazione si apre con un ringraziamento quasi commosso a Paolo Gen- tiloni, per la sua “capacità di dialogo sui temi dell’industria italiana” e si chiude con una lunga citazione di Margaret Thatcher. E appellarsi al leader più liberista e – oggi – più anacronistico del mondo occidentale si spiega soltanto con il fatto che in Viale dell’Astronomia devono essersi innamorati di una frase che sintetizza le speranze dell’associazione: “Quello che pensiamo diventiamo”.
BOCCIA PARLA come se bastasse la sua convinzione a riportare il calendario ai tempi in cui giornali e tg aspettavano trepidanti le pagelle degli industriali al governo. Ma la Confindustria parla a una platea dove l’unica traccia del terremoto politico del 4 marzo è il solito Claudio Borghi, respon- sabile economico della Lega che pare divertirsi a seminare terrore a ogni evento ufficiale con le sue dichiarazioni sul debito pubblico irrilevante e il Monte Paschi da nazionalizzare. In platea tanti ministri del Pd.
Dal palco interviene anche Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo che più di ogni altro ha dovuto confrontarsi con gli industriali. E che, da ex dirigente di Confindustria, ne conosce la mentalità: “Il futuro, una volta luogo della speranza, è diventato al contrario per molti il luogo delle paure”, dice. Paure che però vanno comprese. Contesta il “sovranismo anarcoide” ma poi declina a modo suo le stesse parole d’ordine usate dai sovranisti: interesse nazionale, protezione, tutela dell’industria, gestione critica della globalizzazione. Chissà quanto del suo pensiero – traducibile con “noi, l’élite, abbiamo sbagliato e ora ne paghiamo le conseguenze” – è fatto proprio dai partecipanti all’assemblea. Di sicuro il caso Montante è il grande assente. Non è una storia di provincia per la Confindustria, e non è neppure soltanto la perdita irreparabile di uno dei simboli di quello che doveva essere il lato migliore dell’associazione.
L’INCHIESTA della Procura di Caltanissetta è arrivata al cuore del potere confindustriale. Montante, infatti, era riuscito a far assumere all’amica Emma Marcegaglia, presidente fino al 2008, il poliziotto palermitano Diego Di Simone come capo della sicurezza di Confindustria. A marzo 2016, quando Boccia viene scelto come presidente, Di Simone telefona all’amico Salvatore Calì, fornitore della Confindustria (indagato): “Boccia è bellissimo”. Calì: “Quindi rimaniamo tutti, giusto?”. Di Simone: “Infatti”. Calì: “Ok ufficio tecnico, facciamo ufficio tecnico”. Di Simone è poi stato arrestato nell’inchiesta sulla rete di Montante per controllare le inchieste dei magistrati su di lui.
Ma di tutto questo non si parla. Confindustria va avanti come se niente fosse. Sempre più isolata.
Il discorso di Boccia Giudizio sospeso sull’inchiesta siciliana, attacchi a Lega e M5S su Tav, Ilva ed Europa