Russia e Ucraina Al conflitto reale si aggiunge anche quello mediatico
La formazione di questo governo si è basata, come sappiamo, su consultazioni e rinvii. Ora mi chiedo, dopo tutte le consultazioni fatte, Mattarella avrà capito se fosse fattibile o meno un governo 5Stelle-Lega? E se sì con quali garanzie sarebbe dovuto nascere? Orbene, quando sono saliti al Colle per l’ultima volta Di Maio e Salvini con una alleanza e una maggioranza, addirittura sottoscritte, e con il nome di un premier condiviso, cosa ha detto loro Mattarella: sì, no? Una cosa è certa, all’uscita i due segretari di partito erano ottimisti, facendo pensare che non c’era stata alcuna contrarietà da parte del Presidente. La domanda è: cosa è successo dopo per impedire a Mattarella di concludere la procedura protocollare convocando e dando l’incarico al premier designato. Quello che dicono i giornaloni per spiegare l’ennesimo rinvio di Mattarella, e cioè il curriculum del prof. Giuseppe Conte o il non gradimento di Savona come ministro dell’Economia, mi sembrano spiegazioni insufficienti. E perché, allora, Mattarella non aveva fatto presente direttamente a Di Maio e Salvini le sue perplessità?
Una vittoria elettorale che gioca a sfavore dei 5 Stelle
Confesso di essere preoccupato per il futuro del M5S. Dopo l’ubriacatura del successo del 4 marzo, mi pare che il leader Di Maio abbia perso ogni capacità di “leggere” la situazione politica italiana, ondeggiando paurosamente tra destra e sinistra, tra rivoluzione e restaurazione, trattando con tutti pur di arrivare al governo. Ma non doveva rifiutare orgogliosamente ogni alleanza? (certo non si chiama più alleanza, ma contratto; ma se non è zuppa è pan bagnato!). I risultati si vedono: nel Molise ha perso (fino alla vigilia era sicuro di piazzare il suo candidato a Governatore), in Friuli il M5S è diventato irrilevante, in Val d’Aosta è stato LA CANCELLIERA TEDESCA ANGELA MERKEL si sta adoperando con le autorità ucraine e il presidente Poroshenko per l’arresto del giornalista russo di Ria Novosti Ukraina Kirill Vyshinsky. L’uomo è stato arrestato a Kiev il 15 maggio nei pressi della sua abitazione e la notte stessa è stato trasferito a Kherson. Vyshinsky è sospettato di alto tradimento perché ritenuto simpatizzante delle Repubbliche separatiste del Donbass. Sono stati perquisiti gli uffici di diversi giornalisti e le abitazioni dei dipendenti dell’agenzia stampa.
Le incriminazioni prevedono la possibilità di 15 anni di reclusione. Sono state convocate dagli inquirenti per essere interrogate 47 persone. Il Cremlino ha stigmatizzato queste misure repressive e inviato una nota di protesta. Molte le lamentele a livello internazionale per la pesante situazione nel Paese e il clima in cui gli operatori dell’informazione sono costretti a lavorare. CARO PIER LUIGI, tra Ucraina e Russia c’è un conflitto che dura da quattro anni e che formalmente si chiama, dalla parte ucraina, “azione antiterroristica”, mentre da quella filorussa viene silenziata, perché per Mosca non ci sono russi che combattono a favore degli indipendentisti russi del Donbass. Una bugia, come dimostra la presenza del celebre scrittore russo Pelevin che è a capo di un gruppo di combattenti. O come testimoniano le foto dei cimiteri militari russi pubblicate sui social network: le tombe di ragazzi sui 18-20 anni con la data recente della morte e spesso il luogo coincide con il territorio delle Repubbliche separatiste. Ci sono anche italiani, circa 160, che si sono offerti volontari al governo di Donetsk. È in questo contesto molto teso che si combatte un’altra guerra, quella dell’informazione. Washington, poco tempo fa, ha varato una serie di iniziative a favore di Kiev: sostegno militare, drasticamente dimezzato nei consensi rispetto al 4 marzo. Quante altre sconfitte accumulerà prima di capire che non è all’altezza?
Governo: non è scetticismo, l’Europa ha paura
Molti politici europei non si fidano del nuovo governo italiano ancora prima che di essere eletto, anche se il tutto è avvenuto democratica- finanziario, diplomatico, prorogando le sanzioni contro Mosca. Il Cremlino ha accentuato la propaganda mediatica. Costringendo gli ucraini a rispondere in modo speculare al pressing russo. Non a caso, su “Sputnik”, altro media putiniano, circola una notizia significativa: scambiare il regista ucraino Oleg Sentsov, condannato in Russia a 20 anni con l’accusa di aver organizzato un attentato in Crimea, con il giornalista Kyrill Vyshinsky arrestato il 15 maggio. Sentsov da undici giorni sta facendo lo sciopero della fame contro l’accusa falsa, l’arresto ingiusto e soprusi vari. In realtà, il caso Sentsov è una spina nel fianco del Cremlino, alla vigilia dei Mondiali di calcio. Lo scambio risolverebbe il problema. E salverebbe la faccia a Putin e Poroshenko. mente ci avvertono con severità che il nostro debito pubblico è fuori misura, lo dicono dopo il 4 marzo. Come mai non sono intervenuti prima, quando il debito lievitava enormemente e i loro colleghi italiani c’indebitavano incostituzionalmente dilapidando il denaro dei loro elettori ma anche cittadini europei con molti doveri e pochi diritti, in una Europa unita divisa a caste. Forse hanno paura, con l’aria antieuropeista che tira in que- sto periodo, che i popoli europei seguendo l’esempio del popolo italiano prenda coscienza che un’Europa fondata sul denaro è l’opposto di una vera democrazia, non siamo sudditi siamo sovrani.
Disabili: per come è scritta la legge non funziona
Ho apprezzato molto l’articolo di Ranieri Salvadorini del 16 maggio scorso. Mette in luce il problema DIRITTO DI REPLICA
Siamo rimasti stupiti nel leggere quanto riferito al dott. Flavio Cattaneo nell’articolo pubblicato ieri, “Tim si abbellisce il bilancio con l’aiuto pubblico: cassa integrazione ma senza crisi”. Il Fatto , infatti, è forse uno dei pochissimi giornali che ha sempre trattato correttamente la vicenda. In questo articolo invece leggiamo nel sottotitolo che “Cattaneo ha preso 25 milioni di liquidazione per 15 mesi di lavoro”. È errato: la somma, escluse qualche centinaia di migliaia di euro a titolo di liquidazione, corrisponde alla percentuale prevista dal contratto a fronte dell’aumento della redditività ottenuto dall’azienda.