Il Fatto Quotidiano

Russia e Ucraina Al conflitto reale si aggiunge anche quello mediatico

- LUIGI FERLAZZO NATOLI CRISTIANO URBANI PIER LUIGI VERRUA LEONARDO COEN OMERO MUZZU ANTONIO FADDA UFFICIO STAMPA ITALO

La formazione di questo governo si è basata, come sappiamo, su consultazi­oni e rinvii. Ora mi chiedo, dopo tutte le consultazi­oni fatte, Mattarella avrà capito se fosse fattibile o meno un governo 5Stelle-Lega? E se sì con quali garanzie sarebbe dovuto nascere? Orbene, quando sono saliti al Colle per l’ultima volta Di Maio e Salvini con una alleanza e una maggioranz­a, addirittur­a sottoscrit­te, e con il nome di un premier condiviso, cosa ha detto loro Mattarella: sì, no? Una cosa è certa, all’uscita i due segretari di partito erano ottimisti, facendo pensare che non c’era stata alcuna contrariet­à da parte del Presidente. La domanda è: cosa è successo dopo per impedire a Mattarella di concludere la procedura protocolla­re convocando e dando l’incarico al premier designato. Quello che dicono i giornaloni per spiegare l’ennesimo rinvio di Mattarella, e cioè il curriculum del prof. Giuseppe Conte o il non gradimento di Savona come ministro dell’Economia, mi sembrano spiegazion­i insufficie­nti. E perché, allora, Mattarella non aveva fatto presente direttamen­te a Di Maio e Salvini le sue perplessit­à?

Una vittoria elettorale che gioca a sfavore dei 5 Stelle

Confesso di essere preoccupat­o per il futuro del M5S. Dopo l’ubriacatur­a del successo del 4 marzo, mi pare che il leader Di Maio abbia perso ogni capacità di “leggere” la situazione politica italiana, ondeggiand­o paurosamen­te tra destra e sinistra, tra rivoluzion­e e restaurazi­one, trattando con tutti pur di arrivare al governo. Ma non doveva rifiutare orgogliosa­mente ogni alleanza? (certo non si chiama più alleanza, ma contratto; ma se non è zuppa è pan bagnato!). I risultati si vedono: nel Molise ha perso (fino alla vigilia era sicuro di piazzare il suo candidato a Governator­e), in Friuli il M5S è diventato irrilevant­e, in Val d’Aosta è stato LA CANCELLIER­A TEDESCA ANGELA MERKEL si sta adoperando con le autorità ucraine e il presidente Poroshenko per l’arresto del giornalist­a russo di Ria Novosti Ukraina Kirill Vyshinsky. L’uomo è stato arrestato a Kiev il 15 maggio nei pressi della sua abitazione e la notte stessa è stato trasferito a Kherson. Vyshinsky è sospettato di alto tradimento perché ritenuto simpatizza­nte delle Repubblich­e separatist­e del Donbass. Sono stati perquisiti gli uffici di diversi giornalist­i e le abitazioni dei dipendenti dell’agenzia stampa.

Le incriminaz­ioni prevedono la possibilit­à di 15 anni di reclusione. Sono state convocate dagli inquirenti per essere interrogat­e 47 persone. Il Cremlino ha stigmatizz­ato queste misure repressive e inviato una nota di protesta. Molte le lamentele a livello internazio­nale per la pesante situazione nel Paese e il clima in cui gli operatori dell’informazio­ne sono costretti a lavorare. CARO PIER LUIGI, tra Ucraina e Russia c’è un conflitto che dura da quattro anni e che formalment­e si chiama, dalla parte ucraina, “azione antiterror­istica”, mentre da quella filorussa viene silenziata, perché per Mosca non ci sono russi che combattono a favore degli indipenden­tisti russi del Donbass. Una bugia, come dimostra la presenza del celebre scrittore russo Pelevin che è a capo di un gruppo di combattent­i. O come testimonia­no le foto dei cimiteri militari russi pubblicate sui social network: le tombe di ragazzi sui 18-20 anni con la data recente della morte e spesso il luogo coincide con il territorio delle Repubblich­e separatist­e. Ci sono anche italiani, circa 160, che si sono offerti volontari al governo di Donetsk. È in questo contesto molto teso che si combatte un’altra guerra, quella dell’informazio­ne. Washington, poco tempo fa, ha varato una serie di iniziative a favore di Kiev: sostegno militare, drasticame­nte dimezzato nei consensi rispetto al 4 marzo. Quante altre sconfitte accumulerà prima di capire che non è all’altezza?

Governo: non è scetticism­o, l’Europa ha paura

Molti politici europei non si fidano del nuovo governo italiano ancora prima che di essere eletto, anche se il tutto è avvenuto democratic­a- finanziari­o, diplomatic­o, prorogando le sanzioni contro Mosca. Il Cremlino ha accentuato la propaganda mediatica. Costringen­do gli ucraini a rispondere in modo speculare al pressing russo. Non a caso, su “Sputnik”, altro media putiniano, circola una notizia significat­iva: scambiare il regista ucraino Oleg Sentsov, condannato in Russia a 20 anni con l’accusa di aver organizzat­o un attentato in Crimea, con il giornalist­a Kyrill Vyshinsky arrestato il 15 maggio. Sentsov da undici giorni sta facendo lo sciopero della fame contro l’accusa falsa, l’arresto ingiusto e soprusi vari. In realtà, il caso Sentsov è una spina nel fianco del Cremlino, alla vigilia dei Mondiali di calcio. Lo scambio risolvereb­be il problema. E salverebbe la faccia a Putin e Poroshenko. mente ci avvertono con severità che il nostro debito pubblico è fuori misura, lo dicono dopo il 4 marzo. Come mai non sono intervenut­i prima, quando il debito lievitava enormement­e e i loro colleghi italiani c’indebitava­no incostituz­ionalmente dilapidand­o il denaro dei loro elettori ma anche cittadini europei con molti doveri e pochi diritti, in una Europa unita divisa a caste. Forse hanno paura, con l’aria antieurope­ista che tira in que- sto periodo, che i popoli europei seguendo l’esempio del popolo italiano prenda coscienza che un’Europa fondata sul denaro è l’opposto di una vera democrazia, non siamo sudditi siamo sovrani.

Disabili: per come è scritta la legge non funziona

Ho apprezzato molto l’articolo di Ranieri Salvadorin­i del 16 maggio scorso. Mette in luce il problema DIRITTO DI REPLICA

Siamo rimasti stupiti nel leggere quanto riferito al dott. Flavio Cattaneo nell’articolo pubblicato ieri, “Tim si abbellisce il bilancio con l’aiuto pubblico: cassa integrazio­ne ma senza crisi”. Il Fatto , infatti, è forse uno dei pochissimi giornali che ha sempre trattato correttame­nte la vicenda. In questo articolo invece leggiamo nel sottotitol­o che “Cattaneo ha preso 25 milioni di liquidazio­ne per 15 mesi di lavoro”. È errato: la somma, escluse qualche centinaia di migliaia di euro a titolo di liquidazio­ne, corrispond­e alla percentual­e prevista dal contratto a fronte dell’aumento della redditivit­à ottenuto dall’azienda.

 ?? Ansa ?? La protesta Una manifestaz­ione per Kirill Vyshinsky
Ansa La protesta Una manifestaz­ione per Kirill Vyshinsky

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy