UNA LINEA A MISURA DI MATTONE
In Sardegna la mafia non c’è anche se ogni tanto, per dirla alla cagliaritana, “si avvicina”. Il sindaco di Cagliari Massimo Zedda ha dunque bestemmiato in Chiesa: “L’unico precedente simile è l’autostrada di Capaci, che doveva sfiorare i terreni dei mafiosi”. Così ha fulminato la nuova metropolitana di superficie che deve collegare Cagliari con Quartu S. Elena. Anziché farla correre dritta tra il viale programma con il Comune per costruire sopra Tuvixeddu. È la più grande necropoli fenicio-punica del Mediterraneo e si trova in piena città con le sue tombe scavate nella roccia del colle affacciato verso lo stagno di Santa Gilla e il mare. Cualbu doveva costruire un quartiere residenziale da 260 mila metri cubi, con affaccio sulla necropoli. Fu il governatore Renato Soru a fermarlo nel 2006 in base al Codice Urbani, e subito dopo con il primo Piano paesaggistico regionale approvato in Italia sulla base del Codice nazionale del Paesaggio. Da allora è iniziata muni di una città metropolitana da 450 mila anime: un sardo su tre vive nell’hinterland di Casteddu.
“LO SPOSTAMENTO verso la periferia e i comuni vicini ha causato il progressivo esodo dal centro storico che nell’ultimo ventennio del Novecento ha perso quasi totalmente l’antica vitalità”, spiega Antonello Angioni, direttore dell’Istituto Gramsci della Sardegna che alla città metropolitana ha appena dedicato un libro. Zedda vuole frenare il consumo di suolo e ripopolare il centro con il recupero degli