Il Fatto Quotidiano

UNA LINEA A MISURA DI MATTONE

- inviati a Cagliari » GIORGIO MELETTI E PAOLA PINTUS

In Sardegna la mafia non c’è anche se ogni tanto, per dirla alla cagliarita­na, “si avvicina”. Il sindaco di Cagliari Massimo Zedda ha dunque bestemmiat­o in Chiesa: “L’unico precedente simile è l’autostrada di Capaci, che doveva sfiorare i terreni dei mafiosi”. Così ha fulminato la nuova metropolit­ana di superficie che deve collegare Cagliari con Quartu S. Elena. Anziché farla correre dritta tra il viale programma con il Comune per costruire sopra Tuvixeddu. È la più grande necropoli fenicio-punica del Mediterran­eo e si trova in piena città con le sue tombe scavate nella roccia del colle affacciato verso lo stagno di Santa Gilla e il mare. Cualbu doveva costruire un quartiere residenzia­le da 260 mila metri cubi, con affaccio sulla necropoli. Fu il governator­e Renato Soru a fermarlo nel 2006 in base al Codice Urbani, e subito dopo con il primo Piano paesaggist­ico regionale approvato in Italia sulla base del Codice nazionale del Paesaggio. Da allora è iniziata muni di una città metropolit­ana da 450 mila anime: un sardo su tre vive nell’hinterland di Casteddu.

“LO SPOSTAMENT­O verso la periferia e i comuni vicini ha causato il progressiv­o esodo dal centro storico che nell’ultimo ventennio del Novecento ha perso quasi totalmente l’antica vitalità”, spiega Antonello Angioni, direttore dell’Istituto Gramsci della Sardegna che alla città metropolit­ana ha appena dedicato un libro. Zedda vuole frenare il consumo di suolo e ripopolare il centro con il recupero degli

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