Il Fatto Quotidiano

A Massonopol­i le logge hanno più iscritti del Pd

- G. ME. P.PI.

Il regalo di Natale ai lavoratori dellaRwmdi Domusnovas, a pochi chilometri da Cagliari, gliel’ha fatto il New York Timespubbl­icando alla fine dello scorso dicembre un video inequivoca­bile: immagini dei villaggi dello Yemen bombardati illegalmen­te dall'Arabia Saudita con spezzoni di bombe contrasseg­nati dalla sigla A4447. La firma dei lavoratori sardi della Rwm. Il classico conflitto ambiente-lavoro a Domusnovas diventa drammatico. E i giornalist­i americani finiscono sotto accusa: “Con le loro inchieste rischiano di farci perdere il lavoro”.

Mauro Meggiolaro della Fondazione Finanza Etica è andato alle ultime due assemblee di bilancio della Rheinmetal­l, il colosso tedesco che controlla la Rwm. E ha avuto la conferma. L'Arabia Saudita nel 2016 ha ordinato 20 mila bombe, per un valore di 411 milioni di euro, direttamen­te allo stabilimen­to sardo per non mettere in imbarazzo il governo tedesco. L'esportazio­ne di armi estranea alle regole delle Nazioni Unite è stata così autorizzat­a dal governo Gentiloni. Ogni giorno l'Arabia Saudita bombarda i civili dello Yemen con le bombe co- che esoteriche, lasciando alla libera iniziativa dei singoli fratelli più intraprend­enti o più millantato­ri il traffico di influenze massoniche. Giorgio Todde, chirurgo oculista, giallista di successo, ambientali­sta e polemista corrosivo, li sfotte: “Oggi a Cagliari i fenicotter­i rosa sono molto più numerosi dei massoni, dei medici e dei costruttor­i, ma non è sempre stato così. I massoni continuano a nidificare, e pure loro valgono un viaggio per vederli quando si radunano in stormi la sera”.

I peculiari intrecci del potere cagliarita­no, con lo storico miscuglio di energia e pigrizia, li ha ben assaggiati Fausto Martino, architetto salernitan­o, soprintend­ente alle belle arti e al paesaggio. struite in Sardegna. Il sindaco di Domusnovas Massimo Ventura non ha dubbi: “Io difendo i posti di lavoro e gli interessi della mia comunità: la Rwm garantisce 300 occupati, mille con l’indotto. Oggi quello stabilimen­to fa mangiare tante famiglie nel Sulcis, la provincia più povera d’Italia dove in 10 anni abbiamo perso 30 mila buste paga”. Ventura è polemico soprattutt­o con chi invoca la riconversi­one della fabbrica mentre la Rwm ha chiesto l'autorizzaz­io- L'anno scorso l'assessore regionale all'Urbanistic­a Cristiano Erriu si è rivolto al ministro Dario Franceschi­ni perché lo fermasse. L'accusa era di criticare pubblicame­nte il suo disegno di legge urbanistic­a. Erriu ne ha fatto una questione costituzio­nale in nome dell'autonomia regionale, il Pd ha anche proposto una mozione al consiglio regionale, mai discussa, alla fine Franceschi­ni ha difeso il suo dirigente mandando al diavolo Erriu. Martino intanto si prepara alla pensione (tra un mese) e capta sorridendo la soddisfazi­one per la sua uscita del partito del cemento, che non l'ha mai affrontato direttamen­te, ignorandol­o come un prefetto ostile ed estraneo alla città. “In realtà negli ultimi dieci anni il consumo di suolo si è fermato perché è scoppiata la bolla immobiliar­e”, dice e racconta di una città diversa dalla sua Salerno: “Sarà perché qui non ho amici d'infanzia o parenti, ma nessuno mi è mai venuto a chiedere niente”. Protagonis­ta del lungo scontro sulla cementific­azione della necropoli di Tuvixeddu, rivela per esempio di non aver mai incontrato il protagonis­ta, il costruttor­e Gualtiero Cualbu. Martino se ne va da Cagliari lasciando un riconoscim­ento: “In questa città e nell'isola una reazione ambientali­sta c'è. La mia Campania invece è narcotizza­ta”.

ne per un nuovo poligono dove testare gli esplosivi, con un sottinteso: se non arriva il via libera la fabbrica chiude. Ventura è preoccupat­o: “Riconversi­one sì, ma di che cosa? Come? Dov’è il progetto? Dove sono i soldi? In tanti anni di politica di progetti di riconversi­one ne ho vissuto a migliaia e tutti hanno fatto la stessa fine: la gente è rimasta a casa disoccupat­a. Qui nessuno è a favore della guerra, tutti vogliamo la pace. Quello che non è accettabil­e è fare proposte generiche quando qui nessuno sa di cosa sta parlando”. L'argomento sottostant­e è quello che nessuno ha il coraggio di dire a voce alta: “Se le bombe non le facciamo noi le farà qualcun altro”. La qual cosa è talmente vera che recentemen­te l’A vvenire , il quotidiano dei vescovi, ha dato notizia del progetto di trasferire direttamen­te in Arabia Saudita la produzione di bombe Rwm per togliere dall'imbarazzo il governo italiano. Nel dilemma, Ventura ha già scelto: “Se il futuro si chiama cassa integrazio­ne, meglio tenersi la fabbrica di bombe”.

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In pista Le bombe caricate sul Boeing a Cagliari

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