Tutte le volte che... alla fine ha vinto un altro
LA MALEDIZIONE Ogni anno era dato per papabile, ogni anno il premio non andava a lui
Per oltre un decennio l’Accademia di Svezia che assegna i Nobel ha dovuto subire attacchi d’ogni tipo per aver negato il massimo riconoscimento alla letteratura a Philip Roth e mentre lo scalzavano – s ceglie ndo nomi talvolta discutibili – avranno pur pensato “almeno una volta: prima o poi passerà a miglior vita! ci sarà un’altra occasione”. E invece a 85 anni si è spento Philip Roth, maestro indiscusso della letteratura e campione di stile.
Dobbiamo fare un grande sforzo per immaginarlo intento a sprecare il proprio tempo davanti allo schermo leggendo le bacheche social, ma l’ultimo decennio dev’essere stato un piccolo martirio per l’autore di Newark. Ogni edizione sembrava l’appuntamento perfetto per rimediare, invece, forse con la complicità delle quotazioni stracciate dei bookmaker che lo davano sempre fra i preferiti, abbiamo assistito ad una sequenza di rinvii. Ogni anno era il favorito, costantemente deluso e tradito dall’esito finale.
QUANDO NEL 2011 vinse il Man Booker International Prize alla carriera, Rick Gekoski, presidente della giuria, venne invitato dagli amici intimi dell’autore a non parlare mai del tema Nobel. Era l’unico argomento che lo irrita- va. Roth vinse tutti i premi importanti in carriera ma il Nobel rimase “il grande innominabile”. Pare che a Stoccolma non abbiamo mai gradito il suo lavoro, considerato – semplicemente – troppo americano per gli augusti membri del comitato Nobel, troppo focalizzato sul contesto americano. Chiaramente sono sciocchezze e gli accademici sembrano da tempo fin troppo attenti a scoprire poeti sconosciuti ad ogni latitudine anziché premiare chi lo meriterebbe.
AL DANNO LA BEFFA. Abbiamo di recente scoperto che a Stoccolma non erano solo miopi. I premiati erano decisi da una cerchia di persone di cui faceva parte anche Katarina Frostenson, moglie del discusso fotografo JeanClaude Arnault, accusato da decine di donne di molestie sessuali. Uno scandalo che macchia quell’a ut opr oc lamato altare della purezza culturale, tanto che quest’anno il Nobel per la Letteratura non sarà assegnato. In ogni caso non avrebbero premiato Roth.
Non tutti lo presero sul serio. Come dimenticare il suo scontro tragicomico con Wikipedia? Secondo la piattaforma online, Philip Roth non poteva esigere una correzione alla propria pagina. Semplicemente non era considerato “una fonte credibile” e questo scontro divenne un geniale monologo per il New Yorker.
Noi lettori lo sappiamo, è lui il più importante romanziere della sua generazione e la Library of America lo ha celebrato con la pubblicazione di un’edizione in più volumi delle sue opere complete. Dunque, cosa ci resta da fare? Leggerlo e rileggerlo ancora.
“Fonte non credibile” Ebbe una polemica con Wikipedia che non gli consentiva di modificare la propria pagina