Il Fatto Quotidiano

L’encomi oltraggio

- » MARCO TRAVAGLIO

Avviso ai rosicanti: decidetevi. O servo encomio o codardo oltraggio, non tutti e due insieme contempora­neamente, sennò non si capisce una mazza. I direttori di giornale dovrebbero sincronizz­are le lingue nelle rispettive redazioni, perché l’effetto baraonda dei commenti in prima pagina e i ritratti nelle pagine interne sul premier Conte è straniante. Se, puta caso, lo si dipinge come un “Signor Nessuno” e un impostore specializz­ato in curriculum taroccati, conviene tenere il punto, evitando di riportare le frasi strappalac­rime degli amici d’infanzia, tipo “studiava tantissimo ed era di una riservatez­za assoluta”, o di slurparlo come “un secchione che non alzava mai la testa dai libri” ( Repubblica). Se lo si ritiene un bugiardo matricolat­o negli studi e col fisco, è meglio sorvolare sul “ragazzo che tiene alla sua famiglia” (e alla famiglia di chi se no?). Se lo si reputa un pericolo pubblico per noi e i nostri risparmi, che l’amico magnifichi le sue virtù calcistich­e di “regista alla Fabio Capello” e che sia “uno sgobbone sempre elegantiss­imo”( Stampa) è un filino secondario, nel contesto generale.

Così come altri particolar­i essenziali, tipo che per andare e tornare dal Quirinale ha preso il taxi e – udite udite – sedeva “sul sedile posteriore” ( si temeva fosse uso montare in braccio al tassinaro), “ha pagato e ha ripagato lui” ( M essa gger o), però “poteva risparmiar­si in tutti i sensi la seconda corsa e approfitta­re di un passaggio della scorta”, anche se resta encomiabil­e che “saldasse il conto, lasciasse la mancia, e chissà se ha preteso pure la ricevuta, per poi finalmente scendere dall’auto” ( Giornale) anziché tuffarsi a pesce dal finestrino. O la vicinanza della natìa Volturara Appula al “colle di Castel Fiorentino dove morì l’imperatore Federico II, che tanto ebbe a cuore quella terra”. O la prodigiosa nascita “come si faceva una volta, in casa, grazie a un’ostetrica marchigian­a” e il suo essere “molto religioso e devotissim­o di San Pio” ( Corriere). Se poi si pensa che sia un burattino di Di Maio e Salvini, il fatto che un collega confidi che “ama ascoltare, non è mai sguaiato, ha garbo e grande forza nelle sue convinzion­i” ( Corriere) e addirittur­a “la sua immagine sembra quella della ‘Resurrezio­ne di Cristo’ di Mantegna” ( Messaggero) è forse secondario. Se si attende ad horas che sfasci i conti notoriamen­te in ordine dell’Italia, precisare che è “severo ma disponibil­e” ( Repubblica) potrebbe incrinare l’aspettativ­a. E contraddir­e la domanda posta a un prof che lo dipinge come un millantato­re di studi a Cambridge per correr dietro a una bionda.

Testuale da Repubblica: “Ha coraggio a smentire il premier incaricato: non teme ritorsioni?”(perché Conte sarà pure disponibil­e, ma basta un niente e ti spacca il grugno).

Certo, doversi convertire in quattro e quattr’otto da giornalist­i governativ­i per definizion­e a oppositori per partito preso dev’essere complicato. Dopo aver leccato i piedi a tutti i premier che Dio ( o chi per lui) mandava in terra, ritrovarsi di botto a far le pulci a un curriculum (senza capirlo) o a scartabell­are in luoghi sconosciut­i e inospitali come il Catasto o Equitalia dev’essere seccante. Però via, bisogna decidersi. Se prima essere cattolici era titolo di merito, infatti lo vantavano tutti i premier, inclusi massoni e comunisti, ora per Conte è roba sospetta: era meglio un testimone di Geova o un avventista del Settimo Giorno. La Costituzio­ne non era mai fregata niente a nessuno, infatti la volevano devastare tutti. Ora le fanno dire financo ciò che non dice: e cioè che un premier indicato dalla maggioranz­a non dev’essere incaricato perché non garba a Ferrara, che accusa Mattarella di averla “cancellata”. Questo a pag. 1 del Foglio. A pag. 4 il rag. Cerasa trova che un privato cittadino come Di Battista, se osa criticare il Quirinale, è “eversivo”. Liberoci spiega da anni quanto perbene siano B. (4 anni di galera) e la sua banda: ora, per la penna di Renato Farina ( 6 mesi per favoreggia­mento nel sequestro di Abu Omar, 2 anni e 8 mesi in primo grado per falso in atto pubblico), ci spiega che Conte è “la mela guasta” (infatti è incensurat­o). Il Corr iere scrive che Conte & C. “fanno di tutto per far apparire al mondo l’Italia come un problema... un Paese da cui prendere le distanze”: vedi “la soglia di 200 punti dello spread... limite oltre il quale la discesa potrebbe essere difficile da arrestare”. E pazienza se la terribile soglia 200, detta anche “soglia Conte”, l’avevamo toccata già un anno fa, quando governavan­o il conte Gentiloni & C., cioè i buoni. Ieri le Borse dovevano crollare: Marcello Sorgi festeggiav­a su La Stampa perché “la vera opposizion­e la faranno i mercati, allarmati da quel che potrà accadere” (speculator­i di tutto il mondo, unitevi!) e Repubblica vaticinava il boom del “rischio Italia” con un anonimo operatore che attribuiva il tutto allo “sconosciut­o avvocato Conte” e prevedeva “escalation” da “film della Grec ia ”. Invece purtroppo ieri mattina Piazza Affari è partita in rialzo e poi è andata su e giù per tutt’altri fattori nazionali e internazio­nali. Ma pazienza, andrà peggio un’altra volta.

Ps. Il figlio di babbo Tiziano, poveraccio, con tutto quel che avrebbe da fare (soprattutt­o sparire, come promesso due anni fa), si occupa di me per darmi dell’incoerente: “Travaglio aveva detto due mesi fa che se Di Maio avesse fatto l’accordo con la Lega l’avrebbero linciato in piazza”. Certo che l’ho detto. Poi Di Maio ha provato a fare un governo col Pd ed è stato respinto da lui, che ha posto l’Italia dinanzi a due alternativ­e: o il governo M5S-Lega o nuove elezioni (con la sua legge da schifo) che riprodurre­bbero l’esito del 4 marzo o uno peggiore (la vittoria del centrodest­ra). Gli sia lieve la terra.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy