Dove c’è il premier, c’è Alpa. E il potere romano
Da Andrea Zoppini a Giulio Napolitano fino a un ex presidente della Consulta
Se
sconosciuto vuol dire non essere famoso o visibile, Giuseppe Conte è un perfetto sconosciuto. Negli ambienti romani che ruotano attorno ai governi e li influenzano – avvocati e docenti dai molteplici incarichi, per estremizzare – il presidente gialloverde è tutt’altro che sconosciuto. Non proprio organico, non ancora. Semmai limitrofo a un sistema di relazioni che per il professore pugliese con cattedra a Firenze colloca al centro Guido Alpa.
CLASSE ‘47, avvocato civilista, esperto di arbitrati, luminare di diritto privato, un’istituzione all’Università La Sapienza, capo per un decennio del Consiglio nazionale forense, Piero Guido Alpaè il mentore e la sorgen- te della carriera e dei rapporti di Conte.
Alpa è trasversale, frequenta la sinistra e pure la destra, fa l’orazione funebre per la cerimonia laica alla Sapienza di Stefano Rodotà, plana nel Cda di Finmeccanica/Leonardo con la spinta di Gianni Letta, accumula poltrone in svariate commissioni di esperti dentro svariati ministeri dal 1977.
Conte collabora da anni con lo studio di Alpa e negli anni, sempre vicino a Guido, ai convegni e in tribunale, si fa apprezzare da insigni colleghi. Andrea Zoppini stima Conte, lo ritiene una persona perbene. Zoppini insegna diritto privato a Roma Tre e ha un ufficio legale in piazza di Spagna annoverato fra i più pregiati della capitale. Per un breve e disgraziato tempo (si dimise perché indagato, poi l’inchiesta fu ar- chiviata), Zoppini fu sottosegretario alla Giustizia nel governo tecnico di Mario Monti. Per questioni di lavoro e di amicizia, Zoppini rimanda a Giulio Napolitano, il figlio di Giorgio. Anche Giulio ha incrociato Conte per il tramite di Alpa, e lo considera, a buona ragione, un allievo del pluridecorato giurista.
ALPA HA ARRUOLATO Conte nell’ufficio di Roma, ma anche per pubblicazioni che accrescono il curriculum. Per esempio, il presidente incaricato ha firmato un capitolo di un manuale del Mulino sul diritto dei consumatori dell’onnipresente Alpa e di Antonio Catricalà , oggi avvocato di primo piano, ex sottosegretario di Monti a palazzo Chigi, ex presidente dell’Antitrust, ex viceministro con Enrico Letta, ex consigliere di Stato e tante altre cose.
Qualche anno fa, invece, Giulio Napolitano ha scoperto il presidente incaricato in veste di ideatore e curatore di una collana di Laterza dedicata ai maestri del diritto: Giuliano Vassalli, Massimo Severo Giannini e P a ol o Grossi. Quest’ultimo ha presieduto la Consulta fino al febbraio scorso.
Il vociare indisponente dei palazzi romani, in questi giorni in subbuglio per l’asse tra Lega di Matteo Salvini e Cinque Stelle, tampina sempre il giovane Napolitano. Lui parla di conoscenza superficiale, ma da molti è considerato il possibile suggeritore di Conte per i prossimi capi di gabinetto e componenti delle strutture di governo. Quelli che arginano o facilitano le decisione politiche. Conte non dispone della classe diri- gente di un partito, si definisce un uomo di sinistra in orbita Cinque Stelle, ma può scovare i collaboratori da una tradizionale riserva dei governi: il Consiglio di Stato, la Corte dei Conti, i vertici del Tar.
IL FUTURO PREMIER è un ex vicepresidente del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa e adesso può sfruttare il mestiere di Alessandro Pajno, presidente in scadenza di Palazzo Spada. Pajno può aiutare Conte anche a costruire un’alleanza necessaria col Quirinale. Siccome le strade di Roma in centro sono strette e anche quelle del fato, va segnalato che, mentre Conte era a Palazzo Spada, Zoppini nel 2016 e Alpa nel 2017 venivano nominati dai rispettivi atenei – Roma Tre e La Sapienza – membri della commissione esaminatrice per il concorso da consigliere di Stato.
Una coincidenza, nient’altro. Per capire la direzione di Conte, però, va seguita la bussola di Alpa.
La sua rete Sempre legato all’influente giurista, il futuro primo ministro ha la sponda del Consiglio di Stato