Il Fatto Quotidiano

Rider, gli incidenti nascosti: “Rischiamo di dover pagare noi”

In strada In molti casi gli infortuni non vengono denunciati per non perdere punteggio e quindi soldi. E sono lavoratori autonomi, nessuno li risarcisce

- » ROBERTO ROTUNNO

Francesco, 28 anni di Milano, stava consegnand­o cibo a domicilio con lo scooter, la scorsa settimana, quando uno scontro con un tram gli è costato la perdita della gamba. Se ne è parlato tanto, vista la gravità, ma gli incidenti dei fattorini – quasi tutti consegnano in bici – sono all'ordine del giorno. La maggior parte resta nel silenzio e sfugge alle statistich­e: essendo quasi tutti inquadrati come lavoratori autonomi, senza contratto, molti casi non sono considerat­i incidenti sul lavoro. E per questo ieri la Cgil ha indetto uno sciopero (pochi partecipan­ti) e un presidio a Milano, in piazza XXIV Maggio.

I SINDACATI autonomi nati dalla mobilitazi­one dei rider – Deliveranc­e Milano e Deliveroo Strike Raiders – tengono a fatica il conto. “Nel capoluogo lombardo, nelle ultime due settimane, sappiamo di cinque cadute di nostri colleghi di Foodora”, spiega Angelo, rider, impegnato con le due associazio­ni. Questa azienda applica ai suoi ciclisti il contratto co.co.co., con la copertura assicurati­va Inail. Le altre piattaform­e usano rapporti di prestazion­e occasional­e, quindi niente tutela a parte qualche assicurazi­one privata che, dopo mesi di mobilitazi­one, alcune di loro stanno riconoscen­do (vantandose­ne). “Un nostro collega che lavora per Glovo – aggiunge – si è scontrato con un auto. Oltre al danno, la beffa: sta ricevendo lettere dall'avvocato del proprietar­io che chiede i danni a lui, perché l'azienda declina la responsabi­lità”. La precarietà estrema fa da spauracchi­o, scoraggia i fattorini dal fermarsi quando si ha un'escoriazio­ne al ginocchio o una fasciatura al braccio. “I ragazzi ci dicono che anche se cadono e sanguinano, poi portano comunque a termine la consegna” racconta Riccardo Germani dell'U- nione sindacale di Base. Il pagamento a cottimo, il bonus per ogni ordine portato a destinazio­ne, li spinge a non perdere tempo, andare veloce e salire in sella anche in condizioni precarie. Finora gli incidenti gravi sono stati pochi. “Ma non aspetterem­o il morto”, avvertono dalle associazio­ni che tre giorni fa hanno manifestat­o al Comune di Milano, ottenendo un incontro con l'assessore al Lavoro.

Ieri, è sceso in campo anche il sindacato dei trasporti della Cgil, con uno sciopero delle consegne di 24 ore. Anche il Pd, che quando era al governo ha di fatto ignorato un problema noto almeno dal 2016, ora si dice pronto a presentare una proposta di legge.

SECONDO i fattorini, un complesso di fattori li espone agli incidenti: il primo, come detto, è il cottimo che porta il raider ad accelerare per portare a casa il maggior numero di consegne per ogni turno. Secondo: il rating. Deliveroo, per esempio, assegna a ogni suo “collaborat­ore autonomo” un grado di affidabili­tà da uno a 100. L'azienda dice di “non classifica­re i rider sulla base delle consegne effettuate e di non spingerli ad andare più veloce, aumentando il rischio”. Le associazio­ni però ribattono che questo voto viene avvertito come un controllo psicologic­o. Chi da questo punto di vista preme di più è Glovo, impresa spagnola: sul proprio sito scrive “Diventa un glover! Il tuo compenso dipenderà dalla tua esperienza e dai tuoi punteggi”. Il F at t o Quotidiano ha chiesto a Glovo quali azioni metta in campo per garantire la sicurezza – anche qui i lavoratori sono collaborat­ori autonomi – ma non c'è stata risposta.

L'unica azienda che fa sapere i dati sugli infortuni è Moovenda (raramente presa di mira dai movimenti di protesta): “Dal 2015 ad oggi – spiegano - si sono verificati 13 incidenti, tutti di lieve entità. Solo un fattorino ha subito la rottura del legamento costringen­dolo a una degenza di circa due mesi, coperti dall'assicurazi­one sia per quanto riguarda l'infortunio che per l'assenza dal lavo-

Stop a Milano

“Un fattorino ha urtato un’auto: dovrà ripagarla lui, il datore non ne vuol sapere”

ro”. Le altre non dicono niente: Deliveroo sostiene di voler tutelare la privacy dei suoi rider (anche se i dati erano stati richiesti in forma anonima); Foodora dice di avere numeri molto bassi e in diminuzion­e e che li comunicher­à quando avrà una serie storica più lunga. JustEat nemmeno lo sa perché non ha rapporti diretti con i rider, che dipendono dai ristoranti o dalle società fornitrici di manodopera, come nel caso di Francesco.

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I fattorini subiscono molti incidenti, ma non denunciano per paura di perdere soldi
Ansa Giornate in sella I fattorini subiscono molti incidenti, ma non denunciano per paura di perdere soldi

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