Il Fatto Quotidiano

L’uomo del Colle ha detto no Salvini e Di Maio a muso duro

- » LUCA DE CAROLIS E PAOLA ZANCA

Il leader della Lega, dopo aver ricevuto le cattive notizie dall’incontro con il Presidente, scrive su Facebook: “Sono arrabbiato”. E il 5Stelle clicca “mi piace”

Il Quirinale fa muro, contro il nome che è uno spauracchi­o. Ma la Lega (ri)batte il tamburo di guerra. E i Cinque Stelle le vanno dietro, forse non potendo fare altro. Così il premier incaricato, “l’avvocato del popolo” Giuseppe Conte, rischia già di cadere in mezzo al fuoco incrociato. Ergo, in un afoso pomeriggio romano il governo gialloverd­e torna un’ipotesi. Rischia di saltare all’ultimo miglio, l’esecutivo tra M5S e Carroccio. Compatti nel puntare il dito contro Sergio Mattarella, che fino a pochi giorni fa per i 5Stelle era un faro. E ad alzare il tiro per prima è la Lega che ieri, appena Conte esce dal colloquio con Mattarella al Colle, fa trapelare sulle agenzie un messaggio bellico: “La Lega ha preso precisi impegni con gli italiani su tasse, Europa, giustizia, pensioni: non andiamo a Bruxelles con il cappello in mano”.

TRADOTTO , il nuovo no del Quirinale all’81enne Paolo Savona, il nome del Carroccio per l’Economia, spinge le camicie verdi ad accelerare lo scontro. E in serata Salvini su Facebook conferma con tre parole: “Sono davvero arrabbiato”. Sotto c’è anche il like, il “mi piace”, di Luigi Di Maio. Così, con un pollice alzato, il capo dei 5Stelle si mette in scia al leghista. Ben sapendo che ora staccarsi potrebbe essergli rovinoso, anche se si andasse a nuove urne. Perché per Salvini in campagna elettorale sarebbe facile additare il Movimento come l’ex alleato che si è arreso. E allora i 5Stelle soffiano che “M5S, Lega e Conte sono uniti su Savona”. Quindi, uniti contro il Quirinale.

È la linea decisa nella riunione in mattinata alla Camera tra Conte, Salvini e Di Maio, in cui il leghista ripete che sul nome per il Mef non si può cedere, per nessuna ragione. E il capo del M5S non si frappone. “Non gli abbiamo proposto nomi alternativ­i, nemmeno quello di Giancarlo Giorgetti” assicurano dal Movimento. Così resta ancora fuori della partita il numero due della Lega, che pure andrebbe bene anche al Quirinale. Ma Giorgetti ha sempre rifiutato quel ruolo. Vuole fare il sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio, consapevol­e di poter fare il regista a Palazzo Chigi. Per questo neanche Conte fa ipotesi alternativ­e, e si impegna a tenere il punto sull’economista. Poco prima, aveva incontrato a Palazzo Koch il governator­e della Banca d’ Italia Ignazio Visco .“Abbiamo parlato dello stato dell’economia italiana” riassume ai cronisti alla Camera.

Nervi a 5Stelle Vincenzo Spadafora: “Non farò parte del governo” Fuori Massolo, in bilico Castelli

POI SCOMPARE nella pancia di Montec itorio, nella sala al piano terra che per ora è la sua base. È lì che incontra Salvini e Di Maio. Mentre ai piani superiori, dove sciamano (pochi) deputati grillini, volano coltelli. Innanzitut­to contro Vincenzo Spadafora: deputato campano e ombra di Di Maio, che era dato nella squadra di governo. Ma il pezzo uscito ieri sul Fatto, che racconta tramite intercetta­zioni il suo legame con l’ex presidente del Consiglio dei lavori Pubblici Angelo Balducci, provoca un sisma. Così nel primo pomeriggio Spadafora si tira fuori: “Non sarò nel governo”. Traballa anche la posizione di Laura Castelli: ieri era ancora nella lista dei ministri, ma il pezzo di Repubblica­che la indica come una delle fonti del libro anti-M5S Supernova ha suscitato più di qual- che mal di pancia. In giornata cadono anche due nomi per gli Esteri: l’ex direttore del Dis Giampiero Massolo, gradito al Quirinale, e Pasquale Salzano, ambasciato­re in Qatar, di Pomigliano d’Arco come Di Maio. La comunanza di origini però non gli basta per reggere il vento contrario di molti parlamenta­ri, con in prima fila l’ex capogruppo in commission­e Esteri Manlio Di Stefano, supportato da Alessandro Di Battista.

Nel frattempo Conte esce dalla Camera, beffando i cronisti. Va al Colle. Da dove torna per rinchiuder­si fino a tarda sera a Montecitor­io. Attorno a lui, la guerra tra Palazzi.

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Il premier incaricato Giuseppe Conte ieri all’ingresso di Montecitor­io
Ansa Si fa dura Il premier incaricato Giuseppe Conte ieri all’ingresso di Montecitor­io
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