Il Fatto Quotidiano

Stavolta il Quirinale non cede: l’avvocato rimetterà il mandato?

Colloquio informale al Colle ma il presidente dice no a Savona: si torna a parlare di voto anticipato in autunno

- » FABRIZIO D’ESPOSITO

Aquesto punto, da qui a domani, domenica 27, le soluzioni sono due. O il governo Conte parte con Giancarlo Giorgetti all’Economia, o comunque con un altro leghista “politico” in questa fondamenta­le casella. Oppure il premier incaricato, sempre domani, se non oggi, potrebbe rimettere clamorosam­ente il mandato. Ipotesi terze non ce ne sono, allo stato.

Sempre che stavolta il capo dello Stato mantenga la sua posizione sino alla fine.

La questione è quella che si trascina da domenica scorsa, precedente all’incarico arrivato mercoledì per il professore avvocato indicato dal M5S per Palazzo Chigi. Il Colle non vuole l’ottantenne Paolo Savona in via XX Settembre, sede del Mef. La nuova crisi di questo stallo infinito è maturata alle sei di ieri sera.

A QUELL’ORA, Conte è salito al Quirinale per un colloquio informale con Sergio Mattarella. L’ennesimo strappo (o innovazion­e) della prassi costituzio­nale. Sinora non era mai accaduto. Sul tavolo c’è l’intera lista dei ministri, ma oggetto della discussion­e sono soprattutt­o le quattro indicazion­i “pesanti” su cui da tempo il capo dello Stato aveva fatto sapere di volere garanzie. Interno, Esteri, Difesa, Economia. Nell’ordine: Matteo Salvini; l’ambasciato­re Luca Giansanti; la “militare” Elisabetta Trenta, grillina, alla Difesa; il famigerato Savona all’Economia.

Quando il presidente ha visto il nome di Savona ha comunicato subito il suo no. Secco. Ha visto svanire la speranza che Conte potesse arrivare con una lista senza il nome dell’economista che spaventa l’establishm­ent con un piano B per uscire dall’euro. Mattarella ha confidato invano nel professore senza storia politica, conosciuto appena pochi giorni prima, al momento dell’incarico. Per sostenerlo, giovedì, ha pure diramato una nota ufficiosa per ribadire, contro i diktat salviniani su Savona, l’autonomia non solo del capo dello Stato ma anche del presidente del Consiglio sulla scelta e sulla nomina dei ministri.

Nulla da fare.

E così il povero Conte è rimasto stritolato nello scontro tra Colle e i due alleati vincitori, Di Maio e Salvini, che sono rimasti uniti senza dividersi. Un’altra delusione per il presidente della Repubblica, che ha tentato di convincere il capo dei grillini a non morire per Savona.

Dopo l’incontro informale con Conte, il Quirinale tramite i suoi consiglier­i ha imposto un “riserbo assoluto”, a conferma della gravità della situazione. Se infatti le cose fossero andate diversamen­te, in senso positivo, oggi il premier incaricato avrebbe consegnato ufficialme­nte la lista, per poi forse giurare, con l’intero governo, nel pomeriggio. Non solo. Altri due dettagli completano la scena tragica di ieri.

Mattarella avrebbe chiesto anche di parlare con Salvini, fanno filtrare dalla Lega, ma per tutta risposta il leader leghista è tornato a Milano per il compleanno della figlia.

IL SECONDO particolar­e, invece, fa a salire a due le perplessit­à sulla lista presentata da Conte. Oltre a Savona, ci sono stati seri dubbi sulla designazio­ne dell’ambasciato­re Luca Giansanti agli Esteri, considerat­a troppo “debole”.

Un’erta salita, dunque, quella del Colle per il povero Conte. Arrivato a Borse chiuse, con lo spread in rialzo e Piazza Affari in calo, con una importante sofferenza dei “bancari”.

Cosa accadrà nelle prossime quarantott’ore? Il primo indizio è riconducib­ile a una sensazione formatasi da gior- ni al Quirinale e che ieri è diventata quasi una certezza. Si tratta innanzitut­to di un interrogat­ivo che rimbalza ossessivam­ente, ormai.

“Perché Salvini vuole a tutti i costi Savona e non indica Giorgetti? Per lui non sarebbe mica una sconfitta”. Appunto.

La risposta non può essere che una. Forse la Lega vuole tirarsi fuori all’ultimo minuto e per farlo usa come scudo il nome di Savona. E il banco salterebbe per la paura di governare più che per un calcolo politico di convenienz­e. Al Colle hanno colto questi timori già lunedì scorso, nel secondo giro delle consultazi­oni riservate solo a M5S e Lega.

In ogni caso, quest’ultima crisi è diventata una sfida tra Mattarella e Salvini. E se salta tutto, ritorna in pista l’esecutivo neutrale del presidente per andare al voto anticipato in autunno.

Perché Salvini vuole a tutti i costi ministro Savona e non indica Giorgetti? Per lui non sarebbe mica una sconfitta

 ?? Ansa ?? Fermo Sergio Mattarella
Ansa Fermo Sergio Mattarella

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy