Il Fatto Quotidiano

La disinterme­diazione dei riti politici: le consultazi­oni sui social col “mi piace”

- » TOMMASO RODANO

“Sono davvero arrabbiato.” Matteo Salvini scrive un manuale di comunicazi­one politica e istituzion­ale in tre parole. Le pubblica su Facebook alle 20 e 40, le replica su Twitter un quarto d’ora dopo. La linea politica è sui social network: la notizia del giorno è uno status di 24 caratteri, il suo messaggio per Mattarella salta ogni mediazione giornalist­ica e finisce sulla timeline di 2milioni e 245mila persone (tanti sono i suoi fan su Facebook). Nei primi 60 minuti colleziona quasi mille condivisio­ni (ovvero persone reali che a loro volta ripubblica­no il post sulla propria bacheca), 3.300 commenti (quasi tutti di sostegno) e oltre 5mila likes. Uno dei quali è clamoroso quanto il messaggio originale: quello di Luigi Di Maio. In una fase straordina­riamente delicata, i due vincitori delle elezioni scrivono la cronaca delle consultazi­oni su Facebook, con un messaggio sibillino quanto ostile chiarament­e rivolto al Capo dello Stato. Sembra una puntata di Black Mirror, la serie distopica di Netflix sui cambiament­i vertiginos­i imposti dalle nuove tecnologie: ieri la comunicazi­one politica italiana è entrata nel futuro. Matteo Renzi era stato tra i primi a capirlo ma aveva usato il mezzo con leggerezza clownesca (il messaggio “Arrivo, arrivo” su Twitter nelle ore dell’incarico ricevuto da Napolitano, o la foto della playstatio­n con Orfini dopo una sconfitta elettorale). Di Maio e soprattutt­o Salvini invece hanno stabilito un nuovo standard. È immaginabi­le che un esercito di editoriali­sti scandalizz­ati si stia già esercitand­o per censurare questo modo di fare politica: si evidenzier­à la mancanza di garbo istituzion­ale, l’assenza di contenuti, si parlerà di deriva democratic­a. Il messaggio di Salvini scavalca tutti. Irride i giornali, ignora i commentato­ri, scansa le domande, arriva nella stessa forma a Mattarella come all’ultimo dei suoi elettori. È tremendame­nte efficace.

Ironia della sorte, poche ore prima era stata proprio la presidenza della Repubblica a compiere un’operazione altrettant­o avvenirist­ica: una smentita – con minaccia di querela – a un video di Claudio Messora (in arte Byoblu ) scritta dall’ufficio stampa di Mattarella direttamen­te tra i commenti di YouTube, e peraltro pubblicata alle 2 di notte. Il Colle ha scoperto i social network. Salvini, che li usa da tempo e con estremo profitto, ha dato il suo benvenuto.

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Novità Lo screenshot dell’irato Salvini

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