Csm, “Area” all’attacco: anche “A&I” fa lottizzazioni
Èdeflagrata la battaglia dentro la magistratura sul sistema nomine al Csm, in vista del voto a luglio per il rinnovo del Consiglio. I magistrati di Area( sinistra) non ci stanno a passare per meri lottizzati o lottizzatori e rispondono ad Autonomia e Indipendenza, il gruppo di Davigo che giorni fa ha scritto un documento in cui ha denunciato il “sistema nomine”, frutto del “super potere” delle correnti e del crescente peso della politica al Csm. Ma secondo Area “nessun gruppo può pretendere di presentarsi come l’unico estraneo al ‘sistema’. Ci sembra una tesi stucchevole, prim’ancora che falsa”. E puntualizza: “Abbiamo più volte ribadito la necessità di un deciso cambio di passo, di un’inversione di tendenza, in particolare nella gestione delle nomine, come condizione necessaria per restituire autorevolezza e credibilità all’ istituzione consiliare. Lo diciamo, però, senza addurre una pretesa superiorità morale, nella consapevolezza che per cambiare un sistema che tutti abbiamo contribuito a creare vi è la necessità di una assunzione di responsabilità condivisa, in chiave critica e autocritica”. I togati di Area al Csm hanno anche scritto un loro comunicato in cui denunciano un voto per loro, evidentemente, inaccettabile e cioè il sì di Galoppi e Pontecorvo (MI), Morgigni (AeI) e il laico Leone alla positiva valutazione professionale a favore di un magistrato in pensione, Riccardo Romagnoli, ex massone, condannato in sede disciplinare e pure in sede penale per aver distratto 179 milioni delle vecchie lire da un banca, versandoli sul conto della moglie (reato amnistiato). I togati di Area Aprile, Ardituro, Aschettino, Clivio, Fracassi, Morosini e Napoleone, insieme a Spina (Unicost) e ai laici Balduzzi e Zaccaria hanno votato contro questo“premio” che, dunque, non è passato. Si sono astenuti il presidente e il Pg della Cassazione, Mammone e Fuzio, i togati Forciniti e San Giorgio (Unicost), i laici Balducci e Fanfani.