Tridico: “La via tedesca al deficit per il reddito di cittadinanza”
“Quando la Commissione europea trattava con la Germania per convincerla ad accettare migranti, ha proposto di considerarli nuovi disoccupati, così sarebbe aumentato il Pil potenziale e dunque gli spazi di politica economica”. Pasquale Tridico, economista dell’Università Roma 3, si è fatto da parte: i Cinque Stelle lo volevano ministro del Lavoro ma lui non condivide l’alleanza con la Lega e i troppi compromessi. Alla festa del Fatto Quotidiano al Fuori Orario di Reggio Emilia, però, rilancia la sua proposta: sfruttare le attuali regole contabili europee per poter pagare in deficit il reddito di cittadinanza (costo fino a 30 miliardi). Se gli attuali inattivi vengono costretti dal reddito di cittadinanza a cercare lavoro, diventano disoccupati, si allarga il cosiddetto “output gap”, cioè la distanza dell’economia italiana dal suo potenziale, e la Commissione europea dovrebbe concedere spazi di deficit. Nel dibattito sul libro Reddito di cittadinanza( Paper First) del vice direttore del Fatto, Stefano Feltri, è poi intervenuta Maria Cecilia Guerra, ex senatrice del Pd passata con Leu che, nel governo Monti e in quello Letta ha lavorato a costruire il Reddito di inclusione (Rei) ora in vigore: “C’è un errore nella proposta dei Cinque Stelle, non si può pretendere che siano i centri per l’impiego a risolvere tutti i problemi, non sempre la povertà dipende dall’a ssenza di lavoro, ci sono lavoratori poveri e persone che non possono lavorare perché, per esempio, hanno un familiare disabile”. Quindi, sostiene la Guerra richiamando l’i m pi a nt o del Rei, bisogna mettere in relazione tutte le strutture del welfare che si occupano di sociale. E farlo con un programma di governo che contempla anche la flat tax è arduo: “Davvero vogliamo aumentare lo stipendio dei parlamentari di 20.000 euro all’a nno?”, chiede la Guerra con un argomento di notevole presa sul pubblico.