Il Fatto Quotidiano

“Il Colle si isola, ignorato chi chiede solo un governo”

Padellaro e Mieli Lo stop a Savona, l’Europa e la stampa: “Si è fatta del curriculum di Conte una questione nazionale”

- FQ

Irischi più insidiosi di questa lunga crisi post voto sono due: il dare fiato ai facinorosi anti-euro ( variante incidental­e degli anti-tutto) e l’indebolime­nto della “reputazion­e” del Quirinale. È stato attorno a questo doppio nodo che hanno ragionato ieri mattina alla festa di Gattatico il fondatore del FattoAnton­io Padellaro e l’ex direttore del Corriere della seraPaolo Mieli. Il triangolo delle Bermude Di Maio-Salvini-Mattarella in cui è rimasto a lungo impigliato e poi nella serata di ieri si è spiaggiato definitiva­mente il nome di Paolo Savona ha rianimato il fantasma del ritorno alle urne. “Cosa gravissima – ha spiegato Padellaro – perché renderebbe vana l’indicazion­e di chi ha scelto di esprimere con il voto del 4 marzo una maggioranz­a chiara”.“La sorte della nomina di Savona – ha spiegato invece Mieli – per il Colle è un punto d’arrivo. Inteso, io sull’Europa la penso all’opposto del professore: i patti si onorano, nel caso prima se ne esce e poi si parla, non viceversa. E illudersi che la soluzione del nostro debito sia dare uno scossone alla Germania è una fesseria. Ma se Savona è stato proposto – visto la maggioranz­a che lo sostiene – bisogna rispettare questa indicazion­e. In caso diverso si metterebbe in isolamento il Colle, prima volta che succede nella storia d’I- talia. E non sto parlando delle legittime preoccupaz­ioni europeiste del presidente, ma del fatto diverso di un veto”. “In realtà manca un elemento – insiste Padellaro – : devono spiegarci in base a cosa il Colle prende una decisione o l’al- tra. Invece su Savona siamo stati costretti a inseguire le indiscrezi­oni del Quirinale. Che è un’istituzion­e troppo preziosa per parlare con gli ‘spifferi’. Se ci sono delle ragioni per il no a Savona – che il capo dello Stato ravveda secondo le prescrizio­ni della Costituzio­ne – vengano illustrate in modo chiaro”. Su questo punto però Mieli polemizza: “Attenzione: quante volte abbiamo chiesto al Presidente di opporsi in questa o quella situazione... Nessuno fece questione quando Scalfaro sostituì Previti... E lo dico anche rispetto al governo birichino che ci aspetta”. “Ma di Previti tutti sapevano che fosse l’avvocato di Berlusconi - ha ribattuto Padellaro - , Scalfaro gli avrà detto ‘figlio mio questo è un po’ troppo’ Diverso poi è il caso di Gratteri. L’obiezione di Napolitano fu che era un magistrato in attività, l’altra verità è che Gratteri le indagini le fa fino in fondo... ”. Padellaro in realtà vede anche un altro pericolo. Legato al ruolo dell’informazio­ne: “Abbiamo visto diventare il curriculum taroccato di Conte la questione centrale del paese. E non invece - lo dico in una botta di demagogia - il fatto che 3000 giovani siano andati da tutta Italia a Torino per un concorso per 5 posti da infermiere. L’urgenza di formare un governo riguarda le risposte che un governo deve dare a chi chiede, a chi è povero. I lettori dei giornali se ne vanno perchè sono stufi di paginate sul curriculum anche taroccato del professor Conte”. Discorso analogo sull’“arrivano i barbari” che molta stampa dipinge: “Alimentand­o queste forme razziste contro un’Italia che vuole solo darsi un governo - conclude Padellaro - non si rinforza l’Europa, ma si dà spago ai facinorosi”. Chiude Mieli: “Sono qui perché leggo il Fatto su tutto, è un giornale che fa informazio­ne senza mai farsi condiziona­re, separando fatti e opinioni. E io alcune vostre opinioni sui 5Stelle “buoni” e i leghisti “cattivi” le contesto. Ma dico anche che raccogliet­e la migliori tradizione di Montanelli e del Corriere della sera. Siete concreti . E la prova l’avete data dopo l’elezione della Raggi a sindaco di Roma: la maggior parte delle informazio­ni scomode le ho lette sul Fatto”.

Doppio rischio

Il veto del Quirinale e la volontà dei cittadini Ne escono male quasi tutti

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Sul palco Paolo Mieli e Antonio Padellaro al “Fuori Orario” per la festa del “Fatto”

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