“Agenti sotto copertura contro i corrotti”
L’ex procuratore Roberti, Maurizio De Giovanni e Marcello Fonte a Gattatico
“Per combattere le mafie occorre agire sulla corruzione. Ci auguriamo che il nuovo Parlamento possa introdurre l’agente sotto copertura”. Dal palco del circolo Fuori Orario, il magistrato Franco Roberti, procuratore nazionale antimafia dal 2013 al 2017, lancia l’allarme sulle misure anticorruzione nel nostro Paese. “Continuiamo a chiederci come sia possibile, dopo il sacrificio di Falcone, Borsellino, Chinnici, dopo la lotta ingaggiata dallo Stato, che la mafia sia ancora così potente. La verità è che c’è ancora un pregiudizio molto peloso nei confronti degli strumenti di contrasto alla corruzione”.
Ospite dell’incontro di apertura dell'ultima giornata della Festa del Fatto, “Stato e mafie, trattare o convivere?”, il magistrato ha sollecitato l’introduzione di una misura - peraltro contenuta nel contratto di governo M5S-Lega – tuttora assente nel nostro ordinamento “nonostante sia prevista dalla convenzione di Merida delle Nazioni Unite”. L’agente sotto copertura è “un ufficiale di polizia giudiziaria che opera all’interno della trama corruttiva già in atto”, ha spiegato Roberti, che ne aveva proposto l’i n t ro d u z io n e quando era procuratore antimafia , “osserva, rileva gli elementi di reato e li riferisce al pm, cosa ben diversa dall’agente provocatore”. E strumenti normativi in tal senso appaiono tanto più urgenti considerando che “la mafia, oggi, è più portata a trattare che a lottare, se lo Stato asseconda i suoi v ol er i”, ha sottolineato, dialogando con il magistrato, il giornalista del Fatto Marco Lillo. “La trattativa è tipica del popolo italiano. Tra rispetto della legge astratta e aiuto alla famiglia si cer- ca il compromesso, la commedia, mai la tragedia a differenza di quanto avviene all’estero”. Il pomeriggio del Fatto è proseguito poi con l’intervista di Selvaggia Lucarelli al “signore in giallo” Maurizio De Giovanni, che ha annunciato che dal 2019 interromperà le serie de “il Commissario Ricciardi” e dell’ “Ispettore Lojacono”. “Luigi De Magistris è un po’ come un governatore sudamericano alle prese con una città povera”, ha detto lo scrittore a proposito del sindaco della sua città natale, Napoli. “La sua generosità viene spesso trasformata in sciovinismo, le sue virtù gli si ritorcono contro”. In serata, poi, sul palco del Fuori Orario sono saliti gli attori del film di Matteo Garrone, “Dog man”, Edoardo Pesce e Marcello Fonte, quest’ultimo fresco di premio a Cannes come “migliore attore”. Chiusura con il concerto di Omar Pedrini, protagonista del docufilm “Cani sciolti” con Mimmo Calopresti e Alessandro Ferrucci.
La verità è che c’è ancora un pregiudizio molto peloso nei confronti degli strumenti di contrasto alla corruzione
FRANCO ROBERTI