Frassica intervistato da Gigi Marzullo sognando Mastrota
Caro Frassica, per scrivere una recensione del libro Novella Bella non basterebbe un articolo come lei sicuramente avrà già pensato. E infatti aveva ragione, perché questa sarebbe la prima di 600 recensioni se i lettori ce lo permettessero, ma purtroppo a volte “la migliore invenzione comica della nostra epoca” può esser compresa e valorizzata soltanto in epoche successive. Quindi, per adesso, facciamoci coraggio pensando a Benedetto Croce che, come lei ben sa e insegna, “quando firmava tutti pensavano fosse analfabeta”.
D’altra parte per meglio onorarla, questa recensione a un libro prezioso anche perché contiene biografie sbagliate, come si legge sulla pregevole copertina, è d’u op o trarne un brano oltre che insegnamento. Così, nella spasmodica ricerca di una parte migliore delle altre (che non ci può essere perché sono tutte più o meno belle uguali come si può convenire) ci siamo imbattuti nell’intervista che avete pubblicato nel diciannovesimo numero di Novella Bella : perché questo libro – per immemori e ignoranti e anche intelligenti – è la storia di un giornale che poi è un novennale con lo stesso nome, Novella Bella appunto. E, insomma, questa intervista è il debutto di Gigi Marzullo a quanto pare, “intervistatore notturno Rai. Che, non trovando nessun personaggio da intervistare, intervistò me”. Cioè lei, caro Frassica. Non fraintendiamo, altrimenti è un guaio. Marzullo: “Nome?” Nino: “Nino Frassica”. Marzullo: “Professione?”. Nino: “Attore a 360 giri, direttore e vicedirettore di Novella Bella”.
Marzullo: “Segno zodiacale?”.
Nino: “Tamarindo”. Marzullo: “Hobby preferito?”.
Nino: “Grattuggiare il formaggio”. Marzullo: “Le misure?”. Nino: “60-90-60”. Marzullo: “Sport preferito?”.
Nino: “Nascondino”. Marzullo: “Il suo compagno di banco preferito?”.
Nino: “Non era italiano, era di Bangkok. Era il mio compagno di Bangkok preferito”.
Marzullo: “La sua favola preferita?”.
Nino: “Ali Babà e i 44 gatti”.
Marzullo: “L’ultima volta che ha pianto?”.
Nino: “La settimana scorsa, quando hanno eliminato Pamela Prati dal Grande Fratello Vip”.
Marzullo: “Cosa potrebbe migliorare la sua vita?”. Nino: “Dammi 500 euro”. Marzullo: “Cinque per cinque?”.
Nino: “Novantuno”. Marzullo: “Can che abbaia?”.
Nino: “Non dorme”. Marzullo: “Chi va con lo zoppo impara... ?”. Nino: “A zappare”. Marzullo: “Uno sogno nel cassetto? Cosa le piacerebbe fare in tv?”.
Nino: “La pubblicità dei materassi al posto di Giorgio Mastrota”.
Marzullo: “Un sogno che si è realizzato?”.
Nino: “Essere intervistato da Gigi Marzullo in un libro scritto da me”. Alessandro Di Battista ha duramente attaccato Mattarella, imputandogli la responsabilità delle difficoltà a formare un governo: “Il presidente della Repubblica non è un notaio delle forze politiche ma neppure l'avvocato difensore di chi si oppone al cambiamento. Anche perché si tratterebbe di una causa persa, meglio non difenderla”. Volendo essere esatti il presidente della Repubblica non ha mai fatto l'avvocato di chi si oppone al cambiamento ma. Eventualmente l'avvocato della Costituzione, quella stessa Costituzione per la bellezza della quale in molti, Cinque Stelle in primis, si sono battuti in occasione del referendum del 4 dicembre. Se Mattarella si limitasse a prendere atto di ciò che i partiti gli comunicano, se accettasse l'idea che il premier non indichi i ministri ma si trovi nella condizione di subirli, avrebbe smesso di essere il garante di quel letto in cui abbiamo deciso di far scorrere il fiume della nostra Repubblica. Che ci sia un guardiano che con correttezza, zelo ed onestà intellettuale controlli gli argini di quel fiume e impedisca all'acqua di straripare, è quello che abbiamo collettivamente stabilito quan- do abbiamo dato vita alla Costituzione. Perchè la Storia scorre, proprio come un fiume, e come un fiume vede alternarsi paesaggi diversi sulle proprie sponde: è per questo che in qualunque tratto del corso è bene che ci siano dei confini ad assisterla nel suo procedere e a proteggere noi da eventuali piene. Di Battista conclude dicendo che 'chi ha l'onore di rappresentare l'unità nazionale' non dovrebbe lasciarsi intimorire 'dal primato della politica sulla finanza': la sensazione infatti è che l'unico primato che intimorisce Mattarella sia quello dei partiti sulla Costituzione. “#Salvini sugli #psicofarmaci non va affatto preso in giro. Semmai attaccato. È lo stesso che non ha mosso un dito mentre la sua #RegioneLombardia massacrava i servizi sulla salute mentale. Grazie anche alla #Lega”. Pierfrancesco Majorino, assessore alle politiche sociali, salute, diritti della giunta del Comune di Milano, è uno dei pochi che ha preso sul serio, aldilà dell'effetto scenico del proclama post consultazioni, le parole di Salvini sugli psicofarmaci. Che qualcuno si accorga che utilizzare la salute mentale, completamente sottovalutata e la cui cura non è mai stata considerata una priorità, come argomento strumentale per attaccare i governi precedenti, semplificando la complessissima questione dei disturbi psichici in maniera approssimativa
INONDAZIONI ISTITUZIONALI
e grossolana, fa tirare un piccolo sospiro di sollievo.
MENS INSANA IN POLITICA INSANA A STALLE VUOTE
“Se andiamo in tv a dire che l’immigrazione è un pericolo si fa un assist a Salvini . La lettura sull’immigrazione data dal nostro governo ha sdoganato una lettura di destra del fenomeno”: così parlò Matteo Orfini. Dopo mesi e mesi in cui i discorsi dei democratici sulla questione migratoria si sono plasmati su quelli leghisti, il presidente del Pd, dopo che i buoi sono fuggiti e le urne sono rimaste vuote, ha finalmente chiuso la stalla. Meglio tardi che mai.