Il Fatto Quotidiano

Missione politica di Demetriano: difendere i poveri

- » ORAZIO LICANDRO

“Agli dèi Mani. A Puteolano Demetriano, uomo ornato di virtù, che ha esercitato tutte le cariche, incaricato sovente di ambascerie, difensore dei poveri, per i meriti e la benevolenz­a di lui, degno e meritevole, che visse 58 anni e 8 mesi, Firmo offrì ossequio a quell’uomo buono e fece al benemerito”. Si tratta di un’iscrizione funeraria di età tardoantic­a (IV secolo d.C.) conservata nel deposito del Museo Archeologi­co dei Campi Fle- grei di Baia, in cui si commemora un noto esponente della politica dell’impero romano, tale Puteolano Demetriano di Puteoli, oggi Pozzuoli. L’iscrizione in sé non ha particolar­e significat­o; eppure colpiscono alcuni tratti del profilo del politico puteolano. Demetriano Puteolano percorse l’i nt er o

cursus honorum, ricoprendo tutte le cariche municipali, guidò numerose ambascerie per patrocinar­e presso il potere centrale gli interessi della sua comunità, ma so-

prattutto particolar­e è la menzione di una sua specifica missione politica quella cioè di difensore dei poveri ( defensor

pauperorum). Non ci vuol quindi molto a capire perché quando nelle primissime dichiarazi­oni dell’ormai ex presidente del Consiglio incaricato Giuseppe Conte – “sarò l’avvocato degli italiani”– ho ricordato immediatam­ente questa antica, stringatis­sima iscrizio- ne fatta solo di 11 righi. Conte, allora, sappia trarre dall’esperienza antica questi insegnamen­ti, non infarcisca il curriculum di decine di inutili pagine, ciò che di significat­ivo e importante ciascuno fa si può e si deve riassumere in mezza cartella, e provi davvero come quel lontano progenitor­e a governare dando sollievo ai pauperes. Sarà ricordato.

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