M5S e Lega: sit-in in piazza e Contratto in Parlamento
Si parte dai presidenti di commissione
“Il governo del cambiamento se lo beccano tra 3 o 4 mesi”: la sintesi politica la fa Matteo Salvini nello studio di Matrix, Canale 5. Non era difficile prevederlo: il giorno dopo il gran rifiuto di Sergio Mattarella, la squadra populista che tremare il mondo fa è più solida e più forte di prima. Il primo sondaggio – quello mostrato da Enrico Mentana su La7 – dà numeri impressionanti: il M5S perde qualche punto rispetto al 4 marzo (29,5) ma la Lega vola (27,5); insieme varrebbero quasi il 60 per cento.
Di Maio e Salvini si incontrano nel pomeriggio alla Camera per mettere a punto la strategia comune. I gialloverdi restano insieme almeno fino al voto (che vorrebbero a settembre). “Il Parlamento ha u n ’ u n i c a maggioranza, M5S-Lega”, dice il capo politico del Movimento al termine della riunione.
I due partiti proveranno a far partire le commissioni e a portare a casa qualche punto del programma messo a punto in queste settimane. “Quello che non può fare il governo Cottarelli che nasce zoppo, proveremo a realizzarlo noi in Parlamento”, conferma Salvini.
La situazione è più che insolita: l’esecutivo che si sta per insediare entrerà in carica per gestire gli affari correnti in attesa del voto, senza avere una maggioranza parlamentare. Tuttavia nessuna norma impedisce la costituzione delle commissioni parlamentari in una situazione di questo tipo. La composizione delle quali, ovviamente, dovrà rispecchiare gli equilibri numerici esistenti in Parlamento. Lega e Cinque Stelle, in altre parole, proveranno a governare senza essere al governo. Per quanto possibile. A cominciare dal Def: il documento di economia e finanza sta per essere sottoposto all’esame dell’aula, dove i gialloverdi possono far passare una loro risoluzione. E dentro ci scriveranno innanzitutto una ricetta per evitare che scatti l’aumento dell’Iva, basata su tagli alla spesa e revisione delle agevolazioni fiscali. Ma il testo parlerà sicuramente anche del reddito di cittadinanza e della sorta di flat tax della Lega.
Uniti alla Camera, uniti in tv. Dopo l’incontro Di Maio e Salvini vanno entrambi a Canale 5: una staffetta che si ri- pete prima da Barbara D’Urso e poi a Matrix . E il capo del Carroccio, nel talk show serale, mette un altro mattone nella costruzione di un’alleanza stabile: “Abbiamo lavorato bene con i Cinque Stelle, dignitosamente, avevo dubbi all’inizio. Quel programma rimarrà, torna buono tra due-tre-quattro mesi”. Per Di Maio “è prematuro parlare di alleanza”. Tutt’altro che una chiusura.
NEL POMERIGGIO romano arriva anche la benedizione di quello che si definisce “il più grande osservatore del movimento populista internazionale”: Steve Bannon, l’ex stratega di Donald Trump nella campagna che l’ha portato alla Casa Bianca. Domenica sera ha incontrato Armando Siri, il teorico della flat tax salviniana. Ieri invece si è preso il palco del centro congressi “Roma eventi”, a due passi da Piazza di Spagna. La prima parte è un monologo show: “In Italia state facendo la storia, per la prima volta si sono incontrati un partito populista di sinistra e un partito populista di destra. I due leader hanno trovato una mediazione e hanno prodotto un programma politico di 60 pagine”. Quello che è successo nelle ultime 48 ore per Bannon “è disgustoso”, ma allo stesso tempo ha permesso di “far ca- dere la maschera dei globalisti (...), il partito di Davos, dei capitali e dei media stranieri che ha tolto la sovranità agli elettori italiani”. Ancora per poco: come Massimo D’Alema, Bannon pronostica che alle prossime elezioni Di Maio e Salvini “pr e nd eranno l’80%”.
IN TEORIA c’è ancora un ostacolo che si chiama “ce n tr od e st r a”. Salvini non ha ancora chiuso l’alleanza con Silvio Berlusconi. E l’ex Cavaliere, come comprensibile, non vorrebbe scendere dal cavallo vincente. Forza Italia non voterà la fiducia al governo Cottarelli, come gli avevano chiesto i leghisti. Ma Salvini è gelido: “Il centrodestra? Ci penserò. In queste settimane ho letto che sono brutto, traditore, irresponsabile, razzista. C’erano Tizio, Caio e Sempronio di Forza Italia che vomitavano insulti”.
Oggi la Lega riunisce i suoi gruppi parlamentari a Montecitorio alle 10, poi raduna il Consiglio federale, sempre a Roma. Mentre i capigruppo di Movimento e Carroccio si vedranno per far partire le commissioni parlamentari.
Vento in poppa
Il capo del Carroccio: “Il programma torna buono”. E i sondaggi danno il duo al 57% L’Italia fa la storia con l’accordo tra due leader populisti C’è stato un golpe, ma la prossima volta prenderanno l’80%
STEVE BANNON