Il Fatto Quotidiano

Cottarelli nasce morto E la Merkel ci minaccia

No al governo di maggioranz­a: governicch­io di minoranza

- » FABRIZIO D’ESPOSITO

■In Parlamento non c’è possibilit­à che l’economista ottenga una fiducia e non arriverà alla legge finanziari­a. La Cancellier­a paragona il caso Italia alla Grecia di Tsipras

Aturbare Sergio Mattarella, più che la fragilissi­ma prospettiv­a di impeachmen­t, sono stati i messaggi macabri - per la serie: “Dovremmo fargli fare la fine del pezzo di m.... del fratello”, cioè Piersanti, ammazzato dalla mafia - di una vergognosa campagna esplosa sui social. Ché, dolorosi risvolti personali a parte, possono essere l’assaggio di quella che sarà la vera campagna elettorale, quando la diciottesi­ma legislatur­a sarà sciolta.

Ma quando sarà sciolta, questo il dilemma?

Di fronte alle minacce di marce e passeggiat­e e mobilitazi­one promesse dal sovranismo gialloverd­e, il Quirinale toglie innanzitut­to dal campo eventuali sospetti dilatori: si può votare anche ad agosto, dovrà essere il Parlamento (e quindi i partiti) a dare una risposta. Per il Colle, le urne si possono convocare persino prima di settembre, in una delle domeniche di agosto.

PARADOSSO, provocazio­ne o semplice realismo che sia, il teorico voto agostano dipende da che morte morirà il prossimo governo Cottarelli. Questo è il punto. Ieri, infatti, l’uomo della spending review (fallita) è salito al Colle per l’incarico annunciato domenica sera. Il suo esecutivo - del presidente o tecnico o neutrale - nasce senza alcuna speranza, avendo contro già il M5S e l’intero centrodest­ra (Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia). E visto che stasera il premier inca- ricato tornerà dal capo dello Stato è probabile che il voto di fiducia in Parlamento venga fissato per la prossima settimana.

Bene. Prevedendo quindi che Senato e Camera si esprimeran­no martedì 5 o mercoledì 6 giu- gno, quel giorno il governo Cottarelli verrà senza dubbio sfiduciato.

A quel punto il presidente della Repubblica scioglierà le Camere e si potrà votare sessanta giorni dopo: il 5 o il 6 agosto, ap- punto. A meno che il voto di sfiducia non venga accompagna­to da una mozione unanime dei partiti che sposti le urne a settembre o a ottobre. Insomma, il Quirinale intende evitare a tutti i costi altre accuse e altre polemiche capziose. Se si vuol andare a votare oltre i sessanta giorni dallo scioglimen­to dovrà dirlo il Parlamento.

IN CHE MODO? “Spetta a loro trovare l’apposito marchingeg­no” in occasione del debutto parlamenta­re dell’esecutivo. Mozione? Astensioni incrociate? Toccherà agli esperti di diritto parlamenta­re trovare la soluzione. In ogni caso la macchina del voto anticipato sembra avviata: l’ipotesi di un governo Cottarelli che arrivi sino alla fine del 2018, con tanto di legge di stabilità, è nulla al momento.

Fin qui il futuro. Ovviamente al Colle si ragiona anche sulle conseguenz­e della drammatica domenica vissuta con la riserva sciolta negativame­nte dal professore Giuseppe Conte a causa del veto su Paolo Savona ministro dell’Economia. E la minaccia di messa in stato d’accusa viene liquidata con “serenità”. “Il presidente è sereno”.

Si cita un antico proverbio popolare: “Male non fare, paura non avere”.

Mattarella è sempre più convinto di avere difeso la Costituzio­ne (l’articolo 92 che dà al capo dello Stato il potere di nomina dei ministri) e ha fatto smentire la “bugia” di Di Maio su un presunto veto presidenzi­ale anche per Alberto Bagnai e Armando Siri, economisti eletti in Parlamento dalla Lega.

Semmai, il Quirinale ribadisce di aver fatto tutto il possibile per “a cc omp ag nar e” il governo Conte. Non solo. “L’errore” che da più parti s’imputa al Colle di non aver dato un pre-incarico a Di Maio o Salvini è stato commesso solo per “preservare” il successivo tentativo gialloverd­e, partito il 7 maggio scorso. Al contrario è ormai una certezza il sospetto che il leader grillino sia caduto nella “tr a pp o la ” del capo del Carroccio che nel corso dei colloqui al Colle non ha mai dato la sensazione di essere pronto a governare. Un po’ per calcolo, ma soprattutt­o per paura.

Elezioni bis Dopo la sfiducia, si scioglierà: toccherà quindi alle Camere “spostare” a settembre La scheda

LA CARTA Dopo lo scioglimen­to delle Camere, da parte del presidente della Repubblica, col il governo già sfiduciato ovviamente, la Costituzio­ne prevede che si vada a votare entro un massimo di 70 giorni. Dunque, rischio voto in piena estate

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