Lo spread ignora Cottarelli, Merkel minaccia l’Italia
Mercati nervosi La Borsa scende del 2%. La cancelliera tedesca evoca il paragone con il trattamento riservato alla Grecia di Tsipras
Se lo scopo del veto del Quirinale sul nome di Paolo Savona per il ministero dell’Economia era di rassicurare i mercati, l’obiettivo è stato mancato. La Borsa di Milano perde oltre il 2 per cento e lo spread, la differenza tra il rendimento dei titoli di Stato italiani a 10 anni e gli equivalenti tedeschi, arriva a 233 punti, il massimo dal 2014. Ma soprattutto la cancelliera tedesca Angela Merkel evoca un paragone tra Italia e Grecia che suona minaccioso: “Vogliamo collaborare con tutti i governi, ma ci sono anche dei principi nell’eurozona”. E sull’incertezza politica relativa al nuovo governo la Merkel ha aggiunto: “Ovviamente ci saranno dei problemi. Anche con la Grecia di Alexis Tsipras ci furono problemi, e poi ci siamo accordati”. Tradotto: che i populisti vadano al governo o protestino in piazza, l’Italia può essere ricondotta a negoziati con Bruxelles come la Grecia che nel 2015 rifiutò con un referendum le condizioni imposte dai creditori, ma poi il governo Tsipras decise di cedere.
INUTILE CHE SERGIO Mattarella si faccia illusioni. Non basta la nomina di Carlo Cottarelli, destinato a essere premier senza fiducia, a rassicurare. “Non penso sia quello che voleva la Germania, un governo deve avere il sostegno del Parlamento e questo esecutivo non ce l’ha, temo che i due partiti populisti Lega e 5Stelle ne escano rafforzati”, ha spiegato all’agenzia AdnKronos Clemens Fuest, presidente dell’istituto economico tedesco Ifo, e tra i consiglieri economici della cancelliera.
Le analogie con la Grecia evocano scenari che da ieri non sono più considerati impossibili. A di- cembre 2017 l’Italia aveva ricevuto una promozione nella scala di affidabilità del suo debito pubblico: l’agenzia Standard & Poor’s aveva alzato il rating da “Bbb-/A-3” a“Bbb/A2”. Era il primo miglioramento dal 2002. Quel ciclo positivo si è però già interrotto. “Il lavoro di anni cancellato in due settimane”, sospirano i tecnici del Tesoro. L’altro colosso del rating, Moody’s, ha messo l’Italia sotto osservazione, premessa di una possibile bocciatura. Come si legge nella nota dell’agenzia Fitch del 21 maggio, i “rischi politici” sono tra i fattori più preoccupanti.
SE L’ITALIA scende altri due gradini nella scala del rating, i suoi titoli di Stato non potranno più essere accettati come garanzia dalla Bce: soltanto la Banca d’Italia potrà prenderli ma dopo l’attivazione di una linea di liquidità di emergenza (Ela) autorizzata dalla Commissione europea e dalla Bce. È proprio sul negoziato per ot- tenere l’Ela destinata a tenere in vita il sistema bancario greco che Tsipras è capitolato nel 2015. Sotto la soglia dell’investment grade, i titoli italiani non verrebbero più acquistati dalla Bce neppure nel programma di Quantitative easing (nell’ultima settimana gli acquisti nell’area euro sono scesi da 5,3 a 3,8 miliardi, cosa che può aver contribuito ad agitare il mercato obbligazionario).
Non c’è alcun declassamento alle viste nell’immediato ma se sale lo spread si deprezzano i titoli di Stato nei bilanci delle banche. Le regole contabili non impongono di registrare subito la perdita teorica, ma gli altri investitori sanno fare di conto e vedono le banche più fragili. Se poi lo Stato viene declassato, a cascata scende anche il rating delle banche locali e delle imprese, mentre continua a ridursi il valore dei buoni del Tesoro in bilancio, le banche vedono salire i costi di finanziamento e il circolo vizioso continua fino a spingere il governo a negoziare prima la liquidità di emergenza e poi, forse, un programma di assi- stenza dalla troika Ue-Fmi-Bce per il debito.
A innescare la spirale può essere proprio il rischio politico che si è generato ora, con nuove elezioni che saranno un referendum pro o contro l’euro, e i pericoli saliranno.
Il presidente francese Emmanuel Macron, dopo aver chiamato il professor Giuseppe Conte per esprimere sostegno al governo mai nato, ora si schiera con Mattarella: “Grande senso di responsabilità e coraggio”. È molto più preoccupato della Merkel degli effetti europei dell’instabilità italiana.
COSÌ COME SARÀ sicuramente preoccupato Mario Draghi, il presidente della Bce, cui qualcuno – nei retroscena – attribuisce l’ordine di fermare Savona. Per Draghi, che conosce Savona da decenni, in realtà i problemi sono molto maggiori nell’instabilità che si è creata adesso, in una crisi senza esiti prevedibili e con un’incertezza crescente che rischia di contagiare anche le banche italiane. Un governo con Savona ministro avrebbe forse aperto un dibattito europeo su euro e trattati ma senza conseguenze immediate. Il caos seguito all’intervento di Mattarella e la polemica sulla moneta unica rischia di dover costringere la Bce a intervenire, se l’incertezza innescherà quella fuga degli investitori di cui ieri forse si è visto l’inizio.
Peggio di prima
La nuova incertezza politica potrebbe portare a tagli del rating e a problemi alle banche